11 novembre 1806: Fra Diavolo sulla forca
Muore Michelangelo Arcangelo Pezza, meglio noto come Fra Diavolo. Impiccato in Piazza Mercato a Napoli per ordine del generale francese Hugo, è per alcuni un semplice brigante, per altri un eroe della resistenza borbonica nel periodo delle guerre napoleoniche. È protagonista di azioni di guerriglia contro l’esercito francese che nel 1799 invade il Regno di Napoli.
11 novembre 1961: l’eccidio di Kindu
A Kindu, nell’ex Congo belga, 13 aviatori italiani, facenti parte delle forze di pace dell’ONU, vengono trucidati dai guerriglieri della fazione di Antoine Gizenga. Il Congo è in piena guerra civile; insieme a Gizenga, si contendono il potere il presidente Joseph Kasa-Vubu e i katanghesi di Moise Ciombe. I soldati italiani vengono ingiustamente accusati di fornire armi ai secessionisti. I loro resti saranno ritrovati nel 1962, nel cimitero del piccolo villaggio di Toloke. Solo nel 1994 verrà assegnata loro la Medaglia d’oro al Valore Militare alla memoria.
11 novembre 1994: muore Wanda Osiris, la divina
Anna Mencio, in arte Wanda Osiris, dagli anni Trenta agli anni Cinquanta, è semplicemente la Divina, regina incontrastata del teatro di rivista e icona della stagione cinematografica dei telefoni bianchi. Rimangono leggendarie nei suoi spettacoli le discese da lunghe scalinate, rigorosamente in abiti di paillette o piume e tacchi vertiginosi.
11 novembre 2004: muore Arafat, il «padre» dei Palestinesi
Muore dopo una lunga agonia Yasser Arafat, l’uomo che per 40 anni ha guidato la lotta del popolo palestinese. Arafat si trovava da giorni in un ospedale militare alla periferia di Parigi. Il suo cuore ha smesso di battere alle 3 e 30 del mattino.
Terrorista per gli israeliani, eroe e simbolo di un popolo senza terra per i palestinesi, la sua scomparsa rappresenta per i primi un punto di svolta per il processo di pace in Medio Oriente e per i secondi la perdita del padre di una patria mai realizzata.
A migliaia i palestinesi si sono riversati per le strade di Cisgiordania e Gaza, nei campi profughi del Libano e della Giordania dove vivono alcuni dei 4 milioni di esuli, per piangere Abu Ammar, come era chiamato da tutti. Dagli altoparlanti dei minareti riecheggiano versi del Corano e l’annuncio Nostro padre è morto. Nei Territori occupati sono stati dichiarati 40 giorni di lutto.