Le lettere inedite scritte dal premio Nobel Heinrich Böll hanno confermato che i soldati nazisti assumevano cristalli di metanfetamina per rimanere svegli e motivati, nonostante le condizioni disperate che si presentavano al fronte.
Le varie ricerche effettuate sul Führer, hanno rivelato che lo stesso Adolf Hitler faceva regolarmente uso di una droga, considerata oggi di classe A, particolarmente apprezzata dai tossicodipendenti per la sua percezione di euforia, benché temuta per la sua capacità di distruggere la mente.
Secondo un dossier di 47 pagine redatto dai servizi segreti militari americani, il Fuhrer era un famigerato ipocondriaco e assumeva oltre 74 farmaci diversi, tra cui anche le metanfetamine.
Il dossier sostiene che Hitler, abbia assunto questa sostanza prima del suo ultimo incontro con il leader fascista Mussolini nel luglio del 1943, durante il quale pare abbia farneticato ininterrottamente per due ore.
A quanto pare, Adolf Hitler, attenuò il dolore degli ultimi giorni nel suo bunker con ben nove iniezioni di un farmaco chiamato Vitamultin, che comprendeva a sua volta la metanfetamina.
Il dossier prosegue affermando che il Führer era diventato dipendente dalle droghe dopo essersi rivolto al dottor Morell, un medico berlinese, nel 1936.