Questa è una storia di possessione e vessazione veramente singolare. Viene dall’Indiana, ed è stata corroborata dalla testimonianza – persino una fotografia – della polizia e di altri funzionari della medicina, dottori e infermieri.
Ne ha perfino scritto diffusamente l’Indianapolis Star, che si è occupato del tema – e questo rende ancora più interessante il caso – dopo aver ottenuto centinaia di pagine di documenti ufficiali che si occupavano degli eventi. Oltre ai documenti, l’Indianapolis Star ha raccolto più di una dozzina di interviste con funzionari di polizia, del Department of Children Services (DCS un ente pubblico che si occupa di bambini), psicologi, membri della famiglia e un sacerdote cattolico.
Il capitano di polizia di Gary, Charles Austin, con trentasei anni di attività nel Dipartimento di Polizia della città, ha dichiarato di aver pensato, inizialmente, che si trattasse di un qualche trucco escogitato dalla famiglia Ammons per fare soldi. Ma dopo parecchie visite alla casa, e aver incontrato testimoni, afferma ora che si tratta del caso più strano mai accaduto nella sua carriera, concludendo semplicemente con un «ci credo».
Casa Ammons: la storia
Nel Novembre 2011 la famiglia Ammons – nonna, madre e tre bambini – si spostarono in una casa d’affitto a Caroline Street a Gary, in Indiana. La casa era una dimora tipica del ceto medio americano, in una strada tranquilla come tante altre, nulla faceva presagire quel che da lì a poco sarebbe successo. Gli starni eventi iniziarono con le mosche.
Si trattava di grosse mosche nere a sciami, riempivano il loro portico. «Non è normale» pensarono; fra l’altro era dicembre, faceva freddo, il clima non era favorevole. E più ne uccidevano, più ne arrivavano. Ma le stranezze non finirono qui. Dopo la mezzanotte, si iniziarono a sentire dei passi pesanti che sembravano provenire dal pianterreno, inoltre c’era anche uno strano scricchiolio della porta che comunicava il pianterreno alla cucina.
Una notte Latoyna andò a controllare la provenienza dello strano rumore, ma si accorse che non c’era niente che potesse motivare lo scricchiolio della porta, inoltre verificò anche lo stato dei suoi familiari, tutti stavano dormendo, quindi pensò che non fossero loro la causa dello strano rumore. La donna chiuse la porta a chiave e tornò a dormire, nonostante ciò, dopo poco tempo lo stesso rumore tornò a farsi sentire.
Rosa Campbell, la madre di Latoya, una notte si svegliò e vide una figura maschile passare nel corridoio, proprio davanti la sua porta, che si dirigeva verso il soggiorno. La povera donna, pensando che fosse un ladro oppure un intruso, saltò già dal letto, ma si accorse che in realtà non c’era nessuno, ma si accorse che sul pavimento c’erano delle impronte umide di scarpe, misura, che non poteva appartenere a nessuno della famiglia. La donna spaventata pensò di chiamare la polizia, pensando che un individuo si fosse introdotto in casa.
Casa Ammons: il disagio si trasforma in paura
Il 10 marzo 2012 il disagio si trasformò in paura. Una notte, circa le due del mattino, Latoyna e la madre Rosa erano in casa con un gruppo di amici, per ricordare una persona cara che era scomparsa di recente. Latoyna andò in camera della madre a prendere una foto del defunto, ma arrivata in camera, cominciò a gridare, tanto, che tutti i presenti andarono a vedere cosa fosse successo.
Il gruppo, rimase sbigottito e terrorizzato, quando arrivato nella stanza tutti videro la figlia di 12 anni di Latoyna che stava lievitando, inconscia, sopra il letto. Tutti i presenti terrorizzati e sconvolti iniziarono a pregare. Dopo qualche minuto, la bambina smise di lievitare; scese e si risvegliò, ma non ricordava nulla di tutto ciò che era accaduto pochi minuti prima. Gli amici che erano con loro quella sera non tornarono più a trovarle.
Casa Ammons: 200 demoni
Dopo questo episodio, Latoyna e Rosa chiesero aiuto alle chiese di Gary, ma la maggior parte rifiutarono di ascoltarle. Le due donne prese dalla sconforto si rivolsero a due chiaroveggenti, che si recarono a casa Ammons per un indagine. Appena entrate nella casa le due chiaroveggenti avvertirono e annunciarono che sentivano la presenza di almeno duecento demoni. Le chiaroveggenti consigliarono a Latoyna di rivolgersi ad una medium per farsi aiutare a liberare la casa da quelle presenze diaboliche. Dopo pochi giorni però, le cose volsero al peggio.
La famiglia sostiene di essere stata posseduta. I demoni iniziarono ad accanirsi con i tre bambini di Latoyna. Gli occhi dei bambini diventavano protuberanti, sui loro volti apparivano sorrisi maligni, e le loro voci diventavano profonde. Latoyna dice che si sentiva la testa leggera e calda, quando era posseduta. Il corpo si scuoteva e non riusciva a controllarlo. Il piccolo – 7 anni – parlava seduto in uno stanzino con un «amico immaginario». Una volta volò fuori dal bagno come se qualcuno l’avesse buttato fuori.
La ragazzina di 12 anni ha raccontato agli psicologi che si sentiva come se stesse soffocando e tenuta bloccata, così che non potesse muoversi o parlare. Dice di aver sentito una voce dirle che non avrebbe mai più rivisto la sua famiglia, e sarebbe morta entro venti minuti. Certe notti furono così tremende che la famiglia andò a dormire in un hotel.
Casa Ammons: i medici e gli assistenti sociali terrorizzati
Alla fine la famiglia si rivolse al medico di famiglia, il dottor Geoffrey Onyeukwu. Il 19 Aprile 2012 il dottore si recò in casa Ammons. Durante una dichiarazione all’Indianapolis Star il dottore affermò: «In vent’anni non mi è mai accaduto niente di simile. Quando sono entrato in casa ho avuto paura». Appena il medico entrò in casa si vide aggredire verbalmente dai bambini che lo maledicevano con voci profonde e totalmente innaturali.
Il più piccolo, dice un rapporto medico «fu sollevato e buttato contro il muro senza che nessuno lo toccasse». I bambini all’improvviso persero conoscenza, e non c’era modo di farli rinvenire. Qualcuno telefonò per chiedere aiuto; il dottore dice che si presentarono sei o sette agenti, e diverse ambulanze. I bambini furono portati all’ospedale Metodista. Ripresero conoscenza; quello di 9 anni agiva razionalmente, ma il più piccolo gridava e si agitava furiosamente. Ci vollero cinque uomini per tenerlo fermo.
Nel frattempo fu interessato anche il Department of Children Service (DCS), per appurare che i bambini fossero maltrattati o trascurati dalla famiglia, e nel caso che la madre, Latoyna, avesse problemi mentali o facesse uso di alcol o droga. Valerie Washington era la funzionaria che si occupò del caso, e visitò la famiglia in ospedale. Mentre parlava con la madre, il piccolo cominciò a ringhiare, mostrando i denti, e le pupille scomparvero, gli occhi mostravano solo il bianco.
Poi serrò le mani intorno al collo del fratello maggiore e si rifiutò di lasciare la presa finché gli adulti non gli staccarono le mani dal collo. Più tardi la Washington e un infermiera, Willie Lee Walker, portarono i due bambini in una stanzetta per parlare con loro. Il piccolo cominciò di nuovo a ringhiare verso il fratello, e disse in una voce profonda, innaturale: «È tempo di morire, ti ucciderò». Nel frattempo il maggiore cominciò a dare testate nella pancia della nonna, Campbell.
Subito dopo accadde qualcosa di straordinario. Scrive Washington nel suo rapporto al DCS, ed è confermato da Walker, l’infermiera, che il bambino di 9 anni, con un sorriso strano sul volto cominciò a camminare all’indietro su un muro fino al soffitto e poi saltò sopra sua nonna, atterrando sui piedi.
«Ha camminato sul muro, ha fatto un salto ed è cascato in piedi. Non c’è nessun modo in cui avrebbe potuto farlo» ha detto Walker allo Star. E non si è trattato di un’acrobazia. Washington ha detto alla polizia che il bambino «è scivolato sul pavimento, sul muro e sul soffitto». Le due donne – l’assistente sociale e l’infermiera – sono corse via dalla stanza, terrorizzate. «Non sapevamo che cosa stesse accadendo. Era pazzesco». Subito dopo il bambino non ricordava niente dell’accaduto. Fu deciso dal DCS che i bambini fossero separati dalla madre in via precauzionale. Tutti – dice Latoyna – piansero molto. Non volevano separarsi.
Casa Ammons: l’esorcismo
Nel frattempo il cappellano dell’ospedale chiamò – il 20 aprile 2012 – don Michael Maginot, della parrocchia di St. Stephen – chiedendogli di praticare un esorcismo sul figlio di 9 anni. Oramai tutti avevano capito che qualsiasi cosa comandasse i corpi dei poveri bambini non era di origine naturale, era qualcosa di malvagio e mai vista prima.
Maginot si offrì di incontrarsi con la famiglia qualche giorno più tardi. Vide prima madre e nonna, e durante l’incontro accaddero cose strane. Una luce nel bagno si accendeva e si spegneva senza motivo; un tenda si muoveva senza vento; sul pavimento della stanza apparivano impronte umide. Maginot si fermò quattro ore nella casa, e ne uscì convinto che la famiglia fosse tormentata dai demoni. Pensò anche che vi fossero fantasmi, nella casa, e consigliò alle due donne di andare altrove. E infatti andarono ad abitare da parenti.
Una settimana più tardi le due donne e Washington, l’assistente sociale, dovettero tornare nella casa per una verifica richiesta dal DCS sulle condizioni di vita dei bambini. Washington chiese a un funzionario di polizia di accompagnarlo, e altri due agenti si unirono al gruppo.
Latoyna, la madre, non volle entrare; la nonna sì. Accaddero cose molto strane. Il pavimento di cemento era rotto, come se qualcuno l’avesse sradicato. Il registratore di uno degli agenti smise di funzionare, anche se le pile erano nuove. Un altro agente fece funzionare il suo, e quando lo riaccese più tardi sentì una voce sconosciuta che sussurrava «hey», secondo il rapporto della polizia di Lake County.
Prima di entrare l’agente di polizia fece alcuni scatti fotografici dell’abitazione, che è diventata una delle foto più famose di questo caso. In una delle foto appare una bianca immagine nebulosa ad una delle finestre. Il particolare risulta più inquietante perchè in casa in quel momento non era presente nessuno.
E l’ingrandimento fatto dalla polizia sembra rivelare una seconda figura, femminile, sullo sfondo. Un altro agente prese foto con il cellulare: anche in esse apparivano strane silhouette. Inoltre gli agenti scattarono delle foto con i loro cellulari ed anche in queste foto comparivano strane forme quindi non era un caso.

Un altro agente scatto delle foto nel sottoscala, anche in queste foto ingrandite, rivelarono una forma bianca nebulosa che pareva essere una faccia. Nel tornare al comando la radio della volante di polizia iniziò a funzionare male. Un altro agente affermò che rientrato nella sua abitazione, il cancello del garage non voleva saperne di aprirsi, ma il telecomando funzionava. Lo stesso agente dichiarò che il sedile del guidatore della sua macchina iniziò a muoversi avanti e indietro, da solo, senza alcuna ragione.
L’uomo fece controllare il sedile da un meccanico, che gli disse che per via di quei movimenti, il motore del sedile si era rovinato e che avrebbe potuto causare anche un incidente. Il poliziotto in questione non era credente, ma dopo tali avvenimenti, che secondo lui erano riconducibili a casa Ammons, iniziò a credere all’esistenza dei demoni.
Nel frattempo i bambini e Ammons venivano sottoposti a visite psichiatriche di ogni genere, ma non ebbero alcun esito negativo, tutto era normale, nulla di strano. Nel frattempo anche la polizia continuava con le sue indagini. In un’altra visita era presente anche don Maginot, e un’altra assistente sociale del DCS, Samantha Ilic. La sua collega, Washington, dopo aver assistito agli strani eventi si era rifiutata di tornare nella casa.
Anche questa visita fu segnata da un altro evento che lasciò tutti i presenti sconcertati: uno strano liquido cominciò a gocciolare al pianterreno. Un altro liquido strano e oleoso iniziò a gocciolare della veneziane, senza che nessuno capisse da dove proveniva. Un agente pulì il liquido, e uscendo dalla stanza la chiuse a chiave. Quando poco vi fece ritorno il liquido oleoso aveva ripreso a gocciolare.
Don Michael Maginot, iniziò a tentare di capire come mai ci fossero quelle presenze demoniache in quella casa. Sarebbe stato più facile spiegare tutto questo se qualcuno fosse morto o sei passato fossero stati fatti rituali di magia nera.
Le persone presenti furono attratte per istinto dal seminterrato, scesero lungo le scale, un agente scavo una buca dove vi trovò: un’unghia rosa, delle mutandine bianche, una spilla da camicia politica, un coperchio per una piccola padella da cucina, dei calzini con i fondi tagliati al di sotto delle caviglie, e per finire un oggetto pesante che sembrava essere un pendolo da cartomante. Dopo aver trovato questi oggetti, l’agente ricoprì la buca e Don Michael Maginot sparse del sale in tutto il seminterrato per benedirlo.
A quel punto don Maginot era davvero convinto che ci si trovasse di fronte a una manifestazione demoniaca, così il prete scrisse al vescovo Dale Joseph Melczek, chiedendogli di fare un esorcismo. In ben ventun anni passati nella diocesi di Gary, il vescovo Melczek non aveva mai autorizzato un esorcismo. Infatti, la richiesta inizialmente non fu accolta quindi fu consigliato a Don Michael Maginot di chiedere ad altri sacerdoti che avevano conclamata esperienza sugli esorcismi.
Don Michael Maginot in quello stesso giorno celebrò un esorcismo minore – che non necessita di autorizzazione episcopale – su Latoyna. Vi erano presenti: due agenti di polizia e l’assistente sociale Samantha Illic. Per due ore, dice Illic «avemmo la sensazione che qualcuno fosse nella stanza con noi, sentivamo come un respiro sul collo».
Maginot a quel punto tentò di farsi dire il nome del demone (sapere il nome del demone può aumentare il potere dell’esorcista e dell’esorcismo). Le richieste del prete portarono alcuni buoni risultati, infatti vennero a sapere che uno dei demoni presenti era Belzebù «il signore delle mosche», questo poteva spiegare l’infestazione di mosche. Poi ebbero anche altri nomi, demoni a cui piaceva torturare e ferire i bambini, anche questo si ricollegava a quanto stava succedendo in Carolina Street.
Infine Maginot ebbe il permesso dal vescovo e eseguì l’esorcismo maggiore, due volte in inglese e una volta in latino. Durante l’esorcismo, dice Latoyna Ammons; «… pregavo, anche se ad un certo punto farlo mi divenne doloroso, non era un dolore naturale, sembrava come se qualcuno tentasse di resistere e nello stesso tempo mi procurava dolore, un dolore fortissimo quasi come il dolore del parto».
Dopo il terzo esorcismo Latoyna Ammons non ebbe più problemi ma per scongiurare ogni rischio si trasferì a Indianapolis con tutta la sua famiglia e la madre Rosa Campbell. Loro vivono tutt’ora lì tranquillamente.
La casa protagonista di tutta questa storia e di questi sconcertanti avvenimenti divenne meta di curiosi che volevano vedere la casa più infestata d’America. Nel 2014 però, il produttore esecutivo e protagonista della trasmissione Ghost Adventures in onda su Travel Channel, Zak Bagans, acquistò la casa per 35 mila dollari. La sua intenzione era quella di girarvi un documentario in cui veniva raccontata tutta la vicenda della famiglia Ammons e della casa.
Il documentario di Bagans fu girato, ma tutt’oggi non è stato ancora divulgato, di certo però si sa che ha fatto radere al suolo la casa, facendo rimanere la casa e la sfortunata storia degli Ammons viva solo nella memoria della gente. L’abbattimento della casa avvenne nel Gennaio 2016.
Dalle parole dello stesso Bagans al giornale Indy Star tramite una mail: «C’era qualcosa in quella casa che aveva la capacità di fare cose che non avevo mai visto prima, cose che nessuno può spiegare, nemmeno i credenti più fervidi. C’era in quella casa qualcosa di molto oscuro, molto intelligente e potente».