La fine della Guerra Fredda ha segnato il crollo dell’Unione Sovietica, ma il suo impatto si riflette ancora nelle costruzioni spettrali che sono state abbandonate negli anni. Queste strutture, un tempo simboli di potenza e dominio, ora sono la testimonianza di un passato che non tornerà più. Alcune di esse sono state riutilizzate, altre lasciate al loro destino in balia degli elementi e del tempo.
Fra le molte installazioni militari diventate obsolete, dell’ex Unione Sovietica, alcune sono state scoperte solo col tempo o a seguito di incredibili coincidenze della storia.
La Guerra Fredda è ben nota come un periodo in cui le tensioni tra l’Unione Sovietica e i Paesi occidentali arrivarono a raggiungere un livello potenzialmente catastrofico. La corsa agli armamenti portò allo sviluppo costante di nuove armi, i vertici militari e politici dell’Unione Sovietica si resero conto che il Paese necessitava fortemente di migliorare le sue tecnologie nel campo della sicurezza nei cieli.
All’epoca, si stimava che un missile balistico lanciato dagli Stati Uniti avrebbe impiegato dai 20 ai 30 minuti per raggiungere e colpire l’Unione Sovietica. Questo significava che le forze di difesa avevano bisogno di un sistema che potesse rilevare un missile entro 3 minuti dal suo lancio, ciò avrebbe permesso un arco sufficiente di tempo per attivare le contromisure ed eliminarlo.
A metà degli anni Sessanta, gli scienziati sovietici, proposero un sistema di radar in grado di intercettare i missili balistici intercontinentali. A metà degli anni Sessanta, fu avviata la costruzione del primo radar sperimentale nei pressi di Mykolaïv, all’epoca territorio della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina. Il progetto aveva il nome in codice «Duga» (arco in russo).
La realizzazione di queste unità dovette affrontare sei problemi tecnologici e difficoltà per i mezzi che gli ingegneri dell’epoca avevano a disposizione. Dopo aver terminato la costruzione, gli specialisti impiegarono un anno per settare Duga in modo che potesse localizzasse correttamente i bersagli. Il complesso entrò in funzione il 7 novembre 1971.
I test del nuovo radar diedero i risultati per cui era stato progettato, quindi i vertici, decisero di costruire altri due complessi in città situate in punti strategici dell’Unione Sovietica. La costruzione iniziò negli anni Settanta. Il primo di questi radar il Duga-2 iniziò a operare in modalità di combattimento nel 1982 sul territorio dell’Estremo Oriente russo, vicino a Komsomolsk-na-Amure.
Il secondo venne costruito in Ucraina, vicino alla città di Pripjat nelle vicinanze della centrale nucleare di Cernobyl. La posizione delle stazioni radar diede la possibilità di ridurre al minimo l’effetto della calotta polare nella ionosfera. La calotta infatti, ostacolava il flusso delle onde radio, e quando «accecava» un lato del Paese, dall’altro il segnale risultava essere perfetto.
I due nuovi complessi erano significativamente più grandi del primo di Nikolaev. Il Duga-1 di Chernobyl non fu facile da costruire: le antenne riceventi avevano bisogno di migliaia di tonnellate di tubi per le impalcature, di cui in quel periodo c’era un vero deficit. Inoltre, questi tubi contenevano dei radiatori che dovevano essere zincati per proteggerli dalla ruggine.
Il complesso “Duga” era un progetto top secret, quindi, quasi nessuno conosceva l’origine degli strani suoni che emanava. Anche alcuni ufficiali sovietici non avevano idea di cosa fosse stato costruito in quel complesso, tanto che alcune persone erano convinte che fosse un’arma per distruggere il nemico grazie ad un impulso elettrico.
In effetti, il radar inviava i suoi impulsi una decina di volte al secondo, infatti dal 1976 (mentre entrambi i complessi operavano in modalità test), questo segnale iniziò ad essere udito nell’etere radio di molti Paesi.
Nel periodo in cui Duga 3 era pienamente operativa, circa 1.500 persone gravitavano nei pressi della base che all’epoca sulle mappe era segnata come campeggio estivo: militari e scienziati vivevano e abitavano nell’area, per questo motivo c’erano edifici residenziali con appartamenti e perfino campi giochi per i bambini delle famiglie al seguito.
Russian Woodpecker
Non ci volle molto tempo per stabilire che la fonte si trovava nel territorio dell’Unione Sovietica. Il suono era simile a colpi frequenti, quindi Duga venne soprannominata in Occidente «Russian Woodpecker», ossia il «Picchio russo».
Nessuno dei metodi conosciuti fu d’aiuto nel filtrare e proteggere l’etere da questo particolare rumore. Il radar a volte cambiava frequenza e tono, tuttavia era insopportabile, tanto che diversi Paesi, protestarono ufficialmente con l’URSS per aver infranto la convenzione internazionale sull’assegnazione delle radiofrequenze.
Il misterioso segnale fu causa di diverse congetture che portarono a ipotizzare che si potesse trattare di un impianto capace di interferire con fenomeni meteorologici, o persino capace di influenzare la psiche umana.
I vertici sovietici decisero di mantenere il tutto top secret e si limitarono ad aggiungere la rimozione del rumore con gli obiettivi del programma di modernizzazione che comprendeva nuove tecnologie e metodi più sviluppati di rilevamento missilistico, ma Duga finì per essere terribilmente sfortunato.
Disastro di Chernobyl
Il 26 aprile 1986 avvenne il disastro di Chernobyl, quando esplose il reattore n. 4 della centrale nucleare. Il radar si trovava a soli dieci chilometri dall’impianto. Nel complesso rimase tutto in funzione, ma le radiazioni che si erano propagate dalla centrale, resero impossibile farlo funzionare. La città militare intorno all’impianto venne evacuata, tuttavia parte del personale rimase in un apposito sotterraneo fino al 1987, quando furono portate via tutte le attrezzature.
La tecnologia fu spostata a Komsomolsk-na-Amure, ma il destino fu beffardo con “Duga”: a causa delle nuove idee sulla difesa aerea, l’ulteriore sviluppo del progetto fu abbandonato definitivamente nel 1988, poi, negli anni Novanta, l’impianto in Estremo Oriente venne distrutto da un incendio. Così si concluse la storia di “Duga”.
Il complesso di Komsomolsk-na-Amure venne smantellato nel 1998. Nel 1995 il radar sperimentale di Nikolaev fu spento fino al suo smantellamento avvenuto nel 2001. La “Duga” di Chernobyl è ancora in piedi, grazie alla sua posizione all’interno della zona di esclusione per via delle radiazioni. Tuttavia gli Stalker (turisti illegali) sono attratti da questa gigantesca costruzione, spettacolare e affascinante.
Questo complesso è l’ultimo che rimane e si erge come un monumento della difesa aerea del periodo finale dell’Unione Sovietica. Oggi le sue strutture sono ancora visibili da chilometri di distanza e qualcuno ha persino ipotizzato di sfruttarle come piloni per future turbine eoliche.