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Encelado e le ipotetiche forme di vita extraterrestre

Cassini tra le sue osservazioni, rilevò una scottante fonte di energia che si agita nelle profondità di Encelado

Mysteria di Mysteria
18 Novembre 2023
in Spazio, Scienza e Tecnologia
Tempo di lettura: 3 min
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Home Spazio
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Cassini tra le sue osservazioni, rilevò una scottante fonte di energia che si agita nelle profondità di una luna ghiacciata, Encelado, energia che potrebbe sostentare ipotetiche forme di vita extraterrestre.

In passato la sonda Cassini, attraversò i pennacchi di vapore che si levano da Encelado, uno dei satelliti di Saturno, e li aveva «assaggiati» scoprendo che contengono sali, molecole organiche semplici e ammoniaca, gli ingredienti di base della vita. Nelle successive osservazioni del 2015, gli strumenti della sonda rivelarono anche idrogeno molecolare.

Encelado
Sulla superficie ghiacciata di Encelado sono visibili lunghe fratture dette «strisce di tigre». È da qui che eruttano i celebri geyser del satellite, che «sputano» verso lo spazio acqua e altri composti presenti nel suo oceano nascosto. – Michael Greshko fotografie Cassini Imaging Team, SSI, JPL, ESA, NASA

È stato un risultato entusiasmante, che ha contribuito alla teoria secondo cui Encelado potrebbe essere un «mondo oceanico» abitabile.

Molto probabilmente il gas si è formato sul fondo dell’oceano nascosto sotto il ghiaccio che ricopre Encelado, dall’incontro tra rocce e acqua ad altissima temperatura: sarebbe la prova che su Encelado esistono sorgenti idrotermali, e che sono tanto potenti da poter alimentare la vita.

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Osservando le oscillazioni dell’orbita di Encelado, gli astronomi avevano già ipotizzato che sotto la crosta ghiacciata del satellite poetesse esserci un oceano di acqua liquida profondo almeno 25 chilometri. Dal 2005, quando Cassini individuò per la prima volta gli spruzzi ricchi di acqua, si sono accumulati gli indizi sulla possibilità che quell’oceano sia abitabile.

Encelado
Questa vista del polo sud di Encelado mostra in dettaglio gli spruzzi che si levano dalla crosta ghiacciata. Cassini li ha fotografati per la prima volta nel 2005. – Michael Greshko fotografie Cassini Imaging Team, SSI, JPL, ESA, NASA

A parte la Terra, non conosciamo altri mondi che contengano un oceano migliore di questo, è un vantaggio extra poichè analizzare quell’oceano è facile, lancia le sue tracce (pennacchi) nello spazio. Risultati ottenuti, grazie alla straordinaria sonda Cassini che si «tuffò» dentro quei pennacchi più in profondità di quanto avesse mai fatto prima, sorvolando il pianeta a meno di 50 chilometri di quota e a una velocità relativa di oltre 30 mila chilometri l’ora.

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In passato non era stato possibile capire se le molecole di idrogeno erano già presenti negli spruzzi, o se si generavano quando l’acqua toccava le pareti interne dello spettrometro di massa di Cassini: in pratica, fu la «lingua» che «assaggiò» quegli spruzzi. Durante la discesa, lo strumento mostrò livelli di gas idrogeno cento volte superiori a quelli di fondo.

Encelado
Visto da lontano, Encelado sembra «galleggiare» vicino ai celebri anelli di Saturno. Il materiale eruttato dal satellite va ad alimentare l’anello E. – Michael Greshko fotografie Cassini Imaging Team, SSI, JPL, ESA, NASA

Dunque Encelado emette idrogeno libero. che secondo gli studiosi, non è rimasto intrappolato all’interno del satellite fin dai tempi della sua formazione. Poiché la gravità di Encelado è molto debole, un gas leggero come l’idrogeno dovrebbe già essere sfuggito molto tempo fa. I ricercatori hanno sostenuto che questo idrogeno debba essere stato prodotto da poco, molto probabilmente intorno allo sbocco delle fonti idrotermali.

L’anidride carbonica e l’idrogeno prodotto dalle fonti potrebbe essere consumato da microrganismi che come scarto produrrebbero metano, il quale a loro volta andrebbe a nutrire altri microbi, creando così un vero e proprio ecosistema enceladiano.

Encelado
Dalle immagini ravvicinate scattate da Cassini, gli astronomi hanno potuto non solo comprendere meglio i geyser di Encelado, ma anche trarre indizi sulle dimensioni e la composizione dell’oceano nascosto sotto la sua crosta ghiacciata. – Michael Greshko fotografie Cassini Imaging Team, SSI, JPL, ESA, NASA

Si tratta comunque di un’ipotesi: che la vita sia possibile su Encelado ma non significa che esista davvero. Tutta questa quantità di idrogeno rilevata implica soltanto che i processi chimici su Encelado generano energia sufficiente a sostentare forme di vita. Se questi organismi siano davvero nati o no è tutto da vedere.

Inoltre, non è rilevante solo la quantità di energia, ma anche il tasso a cui viene prodotta. Basta per sostentare la vita? Per rispondere occorreranno anni. Gli strumenti di Cassini non erano abbastanza sensibili per rilevare tracce di organismi viventi.

Per Cassini la NASA aveva programmato un gran finale: una serie di orbite intorno a Saturno e ai suoi anelli più interni, missione, che si è conclusa il 15 settembre 2017 con un tuffo verso il pianeta.

Encelado, potrebbe davvero essere una pietra miliare nell’esplorazione del nostro Sistema Solare e nel programma spaziale dell’umanità intera. Anche dopo l’addio di Cassini, la NASA ha in programma di continuare ad «assaggiare» i geyser spaziali.

Nel 2014 Hubble aveva individuato tracce di spruzzi ricchi d’acqua, pennacchi, alti fino a 160 chilometri sopra la superficie di Europa, il quarto satellite più grande di Giove. Anche Europa, come Encelado, nasconde sotto la sua crosta ghiacciata un oceano globale, che contiene il doppio dell’acqua di tutti gli oceani terrestri.

Encelado Cassini
Nel corso degli anni, Cassini ha attraversato gli spruzzi emessi da Encelado trovando tracce di vapore acqueo, sali, silice e composti organici, tutti ingredienti elementari della vita. – Michael Greshko fotografie Cassini Imaging Team, SSI, JPL, ESA, NASA

La spiegazione più plausibile è che quella regione di Europa erutti sporadicamente. Con ulteriori esplorazioni, gli scienziati potrebbero anche trovare tracce di organismi viventi rimasti intrappolati nel materiale eruttato. Quelle tracce potrebbero essere «annusate» da Europa Clipper, una nuova sonda che la NASA prevede di lanciare nel 2022. In questo modo sarà possibile acquisire dati sulla composizione di Europa sotto la superficie, così come è stato fatto per Encelado.

Tags: ecosistema enceladianoEnceladoEsplorazione SpazialeEuropaEuropa Multiple Flyby Missiongeyser spazialiGiovemondo oceanicoNASAsatellitiSaturnoSistema SolareSonda Cassinisonda europa clipper
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