Mu è un ipotetico continente scomparso nell’oceano Pacifico, descritto dall’angloamericano James Churchward (1851-1936), sulla base di una traduzione – poi rivelatasi completamente errata – del XIX secolo dall’abate fiammingo Charles Étienne Brasseur de Bourbourg da un manoscritto Maya.
Nel 1864 l’abate Charles Étienne Brasseur, detto de Bourbourg, ritenne di essere riuscito a decifrare il cosiddetto Codice Troano (facente parte del codice Tro-Cortesiano o di Madrid), un manoscritto maya, applicando il metodo inventato nel Cinquecento da Diego de Landa, un monaco spagnolo che divenne vescovo dello Yucatán.
De Landa, che dal 1562 in poi aveva fatto bruciare i testi maya ritenendoli “superstizioni e menzogne diaboliche”, in un secondo tempo si ridestò e prese interesse per la cultura maya cercando di apprenderne la scrittura. De Landa tuttavia partì dal presupposto errato che la lingua maya fosse scritta con un alfabeto fonetico (come la lingua spagnola e latina a lui note), mentre in realtà era basata su logogrammi. Ricavò dunque una tavola comparativa tra lettere dell’alfabeto latino e caratteri maya del tutto inaffidabile.
Tre secoli dopo Charles-Etienne Brasseur (1814-1874) rinvenne nella biblioteca dell’Accademia Storica di Madrid una copia ridotta del monumentale trattato scritto da Landa, libro che nel frattempo era andato perduto, come del resto buona parte della conoscenza della scrittura maya. Brasseur si applicò subito alla traduzione di uno dei pochissimi codici maya superstiti, il Codice Troano, utilizzando l’alfabeto maya inventato da Landa, ottenendo un testo piuttosto incoerente che sembrava parlare di una terra che era sprofondata in seguito ad un cataclisma (si scoprì in seguito che il codice trattava in realtà di tutt’altro argomento, cioè di astrologia). Trovando infine un paio di simboli che gli erano sconosciuti, Brasseur li tradusse con quelli di Landa che più gli sembravano simili, ottenendo la parola “mu“, che egli ritenne fosse il nome della misteriosa terra. Prima di Brasseur non c’è traccia reale e nota di Mu in nessuna cultura preistorica o protostorica.
L’interpretazione di Brasseur venne successivamente ripresa, ampliata e resa popolare da James Churchward (1851-1936). Churchward, generalmente presentato come un colonnello dell’esercito britannico in pensione, scrive che, nel corso dei suoi viaggi in Oriente alla fine dell’Ottocento, finì con l’imbattersi nella storia di una remota civiltà scomparsa nella notte dei tempi, Mu, l’Impero del Sole, fonte di tutte le antiche civiltà del pianeta, in una serie di antichissime tavolette di terracotta – le tavolette dei Naacal – custodite in un tempio indiano del cui Riši egli era divenuto amico. I Naacal sarebbero stati una confraternita di “saggi”, provenienti da Mu. Le tavolette in questione sarebbero state vecchie di migliaia di anni e sarebbero state scritte, secondo il Riši, in Birmania o addirittura proprio sul continente. Churchward fornisce nei suoi scritti una trascrizione dell’alfabeto di Mu, ma gli originali delle tavolette non sarebbero stati mai più visti da alcuno dopo di lui e non vi è pertanto alcuna prova della loro esistenza.
Dopo avere trascritto le tavolette, l’autore iniziò una serie di viaggi, in India, Birmania e infine in tutto il mondo allo scopo di suffragare ulteriormente le sue teorie, che rese note con il suo libro Mu, il continente perduto (Mu: The Lost Continent), pubblicato nel 1926 e aggiornato successivamente nel 1931. Il colonnello durante i suoi viaggi alla ricerca del misterioso continente, cercò di documentarsi anche da altre fonti: il Manoscritto troano, il Codex cortesianus, il Manoscritto di Lhasa, le iscrizioni del tempio di Uxmal nello Yucatàn, le iscrizioni del tempio di Xochicalo a 96 Km a sud ovest di Città del Messico e il Ramayana ecc…
Importanti per le ricerche di Churchward furono le scoperte di William Niven in Messico. Niven infatti scoprì delle città sepolte vecchie di decine di migliaia di anni distrutte da immensi cataclismi vulcanici. Tutto ciò, secondo Churchward, avrebbe dimostrato l’esistenza di civiltà “preistoriche” avanzate, come Mu. Inoltre Niven, durante i suoi scavi trovò duemilaseicento tavolette che facevano riferimento a Mu, permettendo a Churchward di aumentare le proprie conoscenze sul continente perduto.
Al momento della sua scomparsa, Mu, secondo Churchward, era abitato da sessantaquattro milioni di abitanti, divisi in dieci tribù o stirpi e governati da un re unico (che aveva poteri sia spirituali che temporali), detto Ra-Mu. Il regno di questo monarca venne chiamato “impero del Sole”. La religione seguita su Mu era unica per tutti i suoi abitanti: essi adoravano una divinità che veniva indicata con il nome fittizio “Ra il Sole”, poiché gli abitanti non ne pronunciavano mai il vero nome. Gli abitanti di Mu credevano nell’immortalità dell’anima e del suo futuro ritorno a Dio. La navigazione era una delle attività preponderanti dei “muani”, tuttavia essi erano anche ottimi architetti e scultori. Il materiale principale utilizzato in queste arti era la pietra.
Mu era divisa in tre grandi zone ed aveva sette città principali. Da Mu partirono navi che raggiunsero tutto il mondo e portarono scienza, religione e commercio. Mu fondò diverse colonie tra cui l’impero coloniale di Mayax in America, l’impero Uighur nell’Asia centrale e nell’est Europeo e il regno dei Naga nell’Asia meridionale. Secondo le tradizioni degli abitanti di Mu, la cui terra esisteva già 50.000 anni fa, l’uomo fece la sua comparsa su questo continente. Nel periodo di massimo sviluppo per gli abitanti di Mu, la parte meridionale del continente fu sconvolta da catastrofi vulcaniche e da maremoti. Dopo questo periodo di instabilità geologica, la vita su Mu riprese e vennero ricostruite le città e i templi.
Tuttavia, quando la precedente catastrofe sembrava già dimenticata, il continente Mu, circa 12.000 anni fa, fu distrutto definitivamente, inabissandosi. Lo sprofondamento causò un immenso maremoto che sconvolse tutto il pianeta. Pochi sopravvissero alla tragedia, che si salvarono sulle odierne isole del pacifico, ultimi residui del continente Mu. I superstiti si imbarbarirono presto, creando solo miti e leggende sul loro glorioso passato.
A causa della notorietà che i libri di Churchward avevano ottenuto a suo tempo, sono apparse tutta una serie di pubblicazioni fantastiche o fanta-archeologiche che asseriscono di mostrare come in antichi documenti, di volta in volta indiani, amerindi, cinesi e così via, vi siano riferimenti a questo fantomatico continente scomparso, l’esistenza del quale però non è compatibile con la storia geologica del Pacifico secondo le attuali conoscenze scientifiche.
Il Morien Institute ha suggerito che le strutture sommerse localizzate nel 1987 al largo della costa di Yonaguni, isola di Okinawa, Giappone siano possibili rovine di Mu. In un video di notizie, la CNN ha erroneamente definito il sito come “le rovine del mondo perduto di Muin“. Non esiste ancora un’univoca spiegazione scientifica sull’origine di quelle strutture. Quindi per adesso la misteriosa storia, purché entusiasmante e coinvolgente, rimane archiviata nella Fanta-archeologia.