Nacque in Bulgaria e attecchì nell’Est Europa. La setta medioevale dei bogomili aveva uno strano rapporto con il sesso: alcuni dei suoi seguaci praticavano quello estremo per raggiungere la salvezza.
Nel cuore del Medioevo, nascosti fra le montagne impervie della Bosnia, si aggiravano completamente nudi i seguaci di un monaco predicatore chiamato Cirillo lo Scalzo. Vivevano a contatto con la natura praticando sesso rituale, spesso sotto l’effetto di erbe magiche con effetti allucinogeni.
Si chiamavano bogomili dal nome del fondatore bulgaro Pop Bogomil (X secolo) e si diffusero dalla Bulgaria a Costantinopoli, passando per i Balcani occidentali: Bosnia, Montenegro, Kosovo, Serbia e Croazia. Questi credenti alternativi appartenevano a sette eretiche del cristianesimo (altri erano i càtari, gli ofiti, i setiani, gli euchiti, i luciferani) e contestavano l’ordine costituito. Irretiti da predicatori itineranti che interpretavano in modo personale e radicale le scritture, vaneggiavano spesso di un ritorno al giardino dell’Eden.

Satana creatore
I bogomili, in particolare, credevano che alla creazione del mondo avesse partecipato non solo Dio, padre del mondo spirituale, ma anche Satana, suo figlio maggiore e responsabile di tutte le cose terrene. Per essere buoni credenti era necessario quindi professare un rifiuto di ogni piacere terreno. Tutto ciò che imprigionava lo spirito andava respinto: si astenevano da cibi animali e ripudiavano la guerra, per esempio.
Tra loro si amavano e si aiutavano; con gli altri erano freddi, diffidenti, sprezzanti, tanto da essere scambiati per pericolosi cospiratori; da qui le persecuzioni. La loro unica preghiera era il Padre nostro che recitavano 120 volte al giorno. Se i bogomili delle origini aspiravano all’ascesi, ben presto alcuni predicatori svilupparono un’idea un po più ardita: pensavano che solo grazie a una profonda conoscenza del male si potesse conquistare la redenzione.
Le estenuanti orge erano quindi un buon mezzo per raggiungere la salvezza dell’anima. Siccome però accadeva che a seguito di queste ammucchiate una o più donne rimanessero incinte, la vita coniugale era considerata una di quelle false gioie create da Satana, e il bambino veniva crudelmente offerto in sacrificio proprio al demonio.
Diverse fonti antiche riportano che gli adepti del predicatore itinerante Teodosio, non senza essersi prima dedicati a un’orgia, mettevano poi al rogo il frutto di quelle unioni. Lo scrittore bizantino Michele Psello (XI secolo) racconta invece che i bambini venivano fatti a pezzi e il loro sangue bevuto. Esagerazioni, probabilmente, messe in giro per screditare quella che era considerata dalla Chiesa una setta eretica.
Paradiso in terra
Altri documenti narrano di incontri pazzi in cui i bogomili e i pauliciani (altra setta eretica, questa volta armena) si riunivano in cantine e grotte. Qui portavano gruppi di ragazze e, spente le candele, si gettavano su di loro, facendo violenza e non di rado consumando rapporti incestuosi con sorelle e madri. Ancora nella prima metà del XIV secolo Lazaro, un monaco ex seguace dei bogomili, trovò dimora nei monasteri del monte Athos (Grecia). Lì fondò una setta che, nell’isolamento del luogo, viveva senza nulla addosso in totale promiscuità fra uomini e donne.
I seguaci di Lazaro, un po come quelli di Cirillo lo Scalzo, vivendo nudi si illudevano di essere nel Paradiso terrestre, nascosti nella vegetazione, nutrendosi dei frutti della terra. La chiesa di Roma e quella ortodossa condannarono i bogomili, bollandoli come eretici. Furono perciò oggetto di persecuzioni e processi sommari. Le accuse non si limitavano alle orge. Cosa ancor più grave per i tempi, li si accusava di sodomia, punita con il rogo dall’Inquisizione.
E non è un caso se all’origine della parola buggerare – che significa raggirare, fregare, truffare e per estensione, un tempo, anche sodomizzare – ci sia il termine bulgaro. E proprio dalla Bulgaria proveniva Pop Bogomil, il fondatore dei bogomili.

