L’ottantottesima missione del Programma Space Shuttle fu lanciata il 4 dicembre 1998 dal John F. Kennedy Space Center, a Cape Canaveral. Fu la prima missione di assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale. Lo Space Shuttle Endeavour trasportava a bordo il modulo statunitense Unity che, nel corso della missione, fu agganciato al modulo russo Zarja.
Durante una dell’attività extraveicolari necessarie per completare l’unione e la connessione tra i due moduli, l’astronauta Jerry Ross perse una coperta termica che avrebbe dovuto installare sul modulo Unit per isolare termicamente dei perni che erano stati utilizzati per ancorare il modulo stesso durante il trasporto nella stiva dello Shuttle.
Gli astronauti della NASA scattarono in due minuti una sequenza fotografica dell’oggetto in allontanamento di cui la fotografia del presunto satellite Black Knight (Cavaliere Nero) fa parte. Gli astronauti rimasti a bordo specularono addirittura sulle possibilità che Ross potesse in qualche modo recuperare la coperta termica, per completare il suo compito.
Da tempo l’esistenza di questo enigmatico oggetto, approvata solo da certi autori di pseudoscienza e cospirazionisti, viene associata a presunta natura extraterrestre che orbiterebbe indisturbato, sopra le nostre teste, da circa 13.000 anni.
Con un’estensione piuttosto ampia rispetto alla sua massa, il detrito possedeva un coefficiente balistico basso. La resistenza atmosferica l’avrebbe dunque rallentato rapidamente, causandone presto il rientro. Gli ufologi che hanno sostenuto l’ipotesi del satellite alieno, hanno in effetti utilizzato solo alcune fotografie della sequenza scattata. In esse, la coperta termica, di colore bianco da un lato e argento dall’altro, appare invece nera perché in controluce. Inoltre, alcuni riflessi della luce solare hanno contribuito a suggerire che l’oggetto avesse una superficie metallica.
Nonostante la NASA avesse pubblicato le fotografie in questione, la migrazione di tutto il materiale fotografico relativo all’osservazione della Terra dalla Stazione Spaziale Internazionale su un nuovo sito, denominato Gateway to Astronaut Photography of Earth, nel 2011, portò alcuni ufologi ad accusare l’ente di voler insabbiare la teoria, nascondendo la documentazione relativa.
Anche per contrastare le teorie cospirazioniste sorte dall’episodio, la NASA nel 2013 ha pubblicato altre riprese video dell’oggetto in allontanamento dal nucleo iniziale della Stazione Spaziale Internazionale e le conversazioni in cabina.
Leggende sul Black Knight
Gli autori di pseudoscienza ritengono che ci sia un collegamento con il fenomeno dei long delayed echo e riportano che Nikola Tesla raccolse un segnale radio che si ripeteva più volte nel 1899 che si credeva venisse dallo spazio. Dagli anni ’30 gli astronomi di tutto il mondo hanno evidenziato strani segnali radio che presumibilmente erano emessi dal «cavaliere nero».
L’ipotesi che il Black Knight sia un satellite ha avuto origine nel 1954, quando molti giornali tra cui il St. Louis Post-Dispatch e il San Francisco Examiner pubblicarono storie attribuite al ricercatore di UFO Donald Keyhoe, il quale raccontava che la US Air Force aveva individuato due satelliti di origine sconosciuta orbitare intorno alla Terra. Questo era un fatto impossibile all’epoca, poiché non esistevano ancora i satelliti artificiali.
Nello stesso anno, la rivista tecnologica Aviation Week e Space Technology pubblicò una storia che fece arrabbiare il Pentagono, che stava cercando di tutto per mantenere segrete le informazioni. Il breve articolo dichiarava:
«Il Pentagono spaventato osserva da vicino due satelliti misteriosi che orbitano intorno alla terra, ma questo mistero si è dissipato con l’identificazione degli oggetti come satelliti naturali, non artificiali. Il Dr. Lincoln LaPaz, esperto di corpi extraterrestri dell’Università del New Mexico, ha diretto il progetto di identificazione. Non si tratta di due satelliti ma di un satellite che è in orbita circa 600 miglia fuori dalla Terra».
– Il Time Magazine scrisse anche un articolo dedicato al Black Knight il 7 marzo 1960:
«Tre settimane fa, i titoli annunciavano che gli Stati Uniti avevano rilevato un misterioso satellite oscuro che girava in su un’orbita regolare. C’era la convinzione nervosa che potesse essere un satellite di sorveglianza lanciato dai russi, e questo ha portato la sensazione inquietante che gli Stati Uniti non sapessero cosa stava succedendo sulla sua stessa testa. Ma la scorsa settimana il Dipartimento della Difesa ha annunciato con orgoglio che il satellite era stato identificato. Era un oggetto abbandonato nello spazio, i resti di un satellite Air Force Discoverer che si era smarrito».
– Nel febbraio del 1960 destò scalpore la notizia che la marina militare americana aveva scoperto un oggetto nero volteggiare in un’orbita molto strana. In quel momento si ipotizzò che fosse un frammento del rivestimento dal lancio del satellite Discoverer VIII che aveva un’andatura molto simile e alla fine ciò venne confermato, rivelando che si trattava di un’altra parte di questo involucro che si riteneva perduta.
– Il 3 settembre 1960, sette mesi dopo la scoperta del misterioso satellite, finalmente una telecamera di monitoraggio presso lo stabilimento della Grumman Aircraft Engineering Corporation di Long Island, scattò una fotografia dell’oggetto. Secondo quanto dichiarato dai testimoni diretti, l’oggetto pareva essere di colore rosso incandescente e la sua orbita si muoveva in direzione est-ovest ad una velocità tre volte superiore a quella dei satelliti terrestri e il congresso degli Stati Uniti approntò anche una commissione di inchiesta, ma nulla di tutto ciò è mai stato reso pubblico.
– A 15 maggio 1963, Gordon Cooper fu spedito in orbita a bordo della capsula Faith 7, nell’ambito della missione spaziale Mercury-Atlas 9. Cooper orbitò intorno alla Terra per ben 22 volte, rimanendo in orbita nello spazio più a lungo dei cinque astronauti delle missioni precedenti messi insieme e al rientro dalla missione, l’astronauta statunitense dichiarò alla NBC che nel corso della sua ultima orbita, vide una gigantesca forma verde incandescente passare a grande velocità davanti alla sua caspula.
La NASA si affrettò a fornire una spiegazione ufficiale, secondo la quale un guasto elettrico aveva generato un aumento dei livelli di ossido di carbonio all’interno della capsula, provocando allucinazioni al pilota.
– Nel 1973 lo scrittore scozzese Duncan Lunan analizzò i dati dei ricercatori radiofonici norvegesi, arrivando alla conclusione che essi avevano prodotto una mappa stellare, indicando la via per Epsilon Boötis, una stella doppia nella costellazione di Boote.
L’ipotesi di Lunan era che questi segnali fossero stati trasmessi da un oggetto vecchio 12.600 anni situato in uno dei punti di Lagrange della Terra. Duncan in seguito scoprì che la sua analisi era basata su dati imperfetti e la ritirò, senza mai menzionare il relitto nero orbitante.
Alcuni ufologi, analizzando la foto del Black Night, hanno ritenuto che il veicolo possa essere in realtà il veicolo spaziale di Pakal, un’ipotetica astronave Maya rinvenuta dal controverso pseudo-archeologo Erich von Däniken.