Dopo il 1918 debuttarono i primi aerei di linea, riconvertiti dall’uso militare al trasporto passeggeri. Un secolo dopo, ecco la curiosa storia dell’aviazione civile.
Oggi l’aviazione civile dà lavoro, direttamente o come indotto, a 58 milioni di persone in tutto il mondo, con un fatturato di 2.400 miliardi di dollari. Se si pensa che la prima volta di un volo di linea risale a un secolo fa – in Florida con l’idrovolante della Airboat Line – viene da chiedersi quale sia il segreto di tanto successo.

Prima degli aerei così come noi oggi li conosciamo, in Germania il conte Ferdinand Von Zeppelin nel 1910 aveva già aperto la strada a voli tra città e città con i dirigibili. Ma la sua compagnia, la Delag, non ebbe successo a causa del fatto che era disorganizzata e i voli erano soprattutto di piacere (in ogni caso il dirigibile non fu più usato dopo il disastro dell’Hindenburg, esploso durante la fase di attracco negli Usa, il 6 maggio 1937).
In Italia il primo trasporto civile inizia a volare nel 1919
Finita la Prima guerra mondiale, il costruttore Gianni Caproni modificò un bombardiere ricavandone un veicolo per il trasporto civile. Il suo primo volo, quello inaugurale, avvenne il 2 agosto del 1919. Partito da Milano avrebbe dovuto raggiungere Venezia, ma sorvolando Verona si disintegrò e morirono tutti.
L’incidente spaventò imprenditori e pubblico, ritardando l’avvento in Italia delle prime compagnie aeree. Via d’acqua. Dopo qualche anno i triestini Cosulich fondarono la Società Italiana Servizi Aerei (Sisa), e inaugurarono il 1° aprile 1926 la prima linea regolare, la Torino-Venezia con scalo a Pavia, tre volte a settimana.
Si volava seguendo il corso del Po con idrovolanti biplani Cant 10. Ognuno portava solo 4 passeggeri a una velocità di 150 km/h. Si pagava un salatissimo biglietto di 375 lire per andare dal Piemonte al Veneto in 3 ore e mezza. Ma già il primo giorno, per problemi al motore vi fu un ritardo di oltre tre ore.

Coloniali e postbellici
Dopo la Prima guerra mondiale il trasporto aereo civile cominciò a diventare importante. Già nel 1918 i militari inglesi avevano istituito voli (di fortuna) tra Gran Bretagna e Francia con bombardieri disarmati Handley Page 0/400. Ma fu nella Germania sconfitta che esordì la prima vera compagnia aerea: la Deutsche Luft Reederei.

Il 5 febbraio 1919 si tenne il volo inaugurale sulla linea Berlino-Weimar (193 km) percorsa con biplani Aeg capaci di trasportare appena 2 passeggeri per volta, in una cabina chiusa. L’aeronautica civile era una realtà e ben presto divenne anche una necessità, specie per i collegamenti tra i Paesi e i loro imperi coloniali.
Le compagnie, oggi celebri, debuttarono proprio allora: l’olandese KLM nel 1919, nel 1924 la Imperial Airways britannica (antenata della British Airways), nel 1926 la tedesca Lufthansa, poi la russa Aeroflot (1932) e nel 1933 la francese Air France. La nostra compagnia di bandiera, l’Alitalia, arrivò soltanto nel 1947.

Fin dai loro esordi le compagnie cercarono di trovare il modo di imbarcare il numero maggiore di passeggeri, per abbattere gli elevati costi di gestione dei velivoli.
Negli Anni ’30 cominciarono a volare bimotori e trimotori a elica capaci di portare da 10 a 40 persone, a una velocità di circa 300 km/h. Alla fine della Seconda guerra mondiale, i grandi quadrimotori americani, Douglas DC-4 o Lockheed Constellation soprannominato Connie, segnarono l’apogeo dell’elica. Era tuttavia anche l’inizio della fine, poiché poco dopo furono abbandonati per quelli con il motore a reazione.

Tutti in volo
A rendere più popolare il viaggio aereo non fu solo la maggior capienza dei velivoli, ma anche la liberalizzazione delle tariffe a partire dal 1978. I risultati non si fecero attendere: nel 1979 avevano volato nel mondo 747 milioni di passeggeri, nel 1987 un miliardo e nel 2014 più di 3 miliardi di persone.