Il 18 dicembre 1970, alle ore 7:30, si svolse l’esperimento Baneberry in una zona ritenuta sicura del Nevada. Una carica nucleare fu inserita in una cavità di poco più di 2 metri di diametro a circa 275 metri di profondità sottoterra. L’esplosione fu di bassa potenza per gli standard nucleari.
Nel 1970, gli USA violarono il Trattato sul divieto parziale dei test con il test Baneberry, una detonazione nucleare sotterranea che causò una fuga di radiazioni nell’aria. Il trattato era stato stipulato per proteggere l’ambiente e la salute umana dalle conseguenze dei test nucleari. Tuttavia, il test Baneberry fallì nel contenere l’esplosione e provocò una nube radioattiva che si diffuse per migliaia di chilometri.
Un’esplosione nucleare sconvolse il deserto, creando una voragine profonda e larga. Dalla voragine si sprigionò un getto di aria calda e radioattiva, che formò una colonna di fumo e cenere che raggiunse i 2.500 metri di altezza. Il vento trasportò la pioggia radioattiva su gran parte del Nevada, della California e degli stati vicini.
Per una bomba di quelle dimensioni, il test di Baneberry ebbe un impatto inaspettatamente grande.
La contaminazione radioattiva si diffuse nell’area circostante il sito dell’esplosione. Il personale governativo che si trovava lì fu allontanato in fretta, ma molti subirono gli effetti delle radiazioni. Un documento ufficiale della Commissione per l’energia atomica riportò che più di 400 veicoli erano stati contaminati; la maggior parte fu sottoposta a lavaggio e aspirazione prima di essere riconsegnata ai proprietari, mentre altre 100 richiesero ulteriori interventi di decontaminazione.
Il rapporto affermava che i lavoratori erano stati esposti a livelli di radiazione entro i limiti di sicurezza. Tuttavia, due di loro svilupparono la leucemia e morirono poco dopo. Le loro mogli citarono in giudizio il governo degli Stati Uniti, accusandolo di negligenza, ma il tribunale non lo riconobbe colpevole dell’incidente. Di conseguenza, i familiari delle vittime non ricevettero alcun risarcimento.
Dopo il fallimento del test nucleare, le autorità statunitensi decisero di interrompere le operazioni sotterranee per sei mesi per analizzare le cause dell’incidente. Scoprirono che la natura del terreno e la presenza di acqua avevano aumentato gli effetti della detonazione. Da allora, si impegnarono a esaminare meglio la geologia dei luoghi scelti per i test e a proteggere meglio i lavoratori, riducendo il loro rischio di esposizione.
Nel 1992, gli Stati Uniti conclusero il loro programma di test nucleari, che aveva iniziato nel 1945. La Russia, l’altra grande potenza atomica, aveva cessato le sue sperimentazioni poco prima, a seguito del collasso dell’Unione Sovietica.
Il test nucleare sotterraneo che non è rimasto sottoterra è stato un grave errore che ha causato danni ambientali e sanitari irreversibili. La detonazione ha provocato una frattura nel terreno, rilasciando radiazioni e gas tossici nell’atmosfera. Gli abitanti della zona hanno subito gravi conseguenze, tra cui malformazioni, tumori e morte prematura. Il governo ha cercato di insabbiare lo scandalo, ma le prove sono state troppo evidenti. Questo episodio dimostra l’irresponsabilità e l’incoscienza di chi sperimenta armi di distruzione di massa senza curarsi delle possibili ripercussioni.