Durante la seconda guerra mondiale, Hitler ordinò la costruzione di una nuova arma che potesse penetrare le fortificazioni di acciaio e cemento della Linea Maginot, l’impenetrabile linea difensiva francese che ostacolava l’esercito nazista.
Nel 1941, un anno dopo l’invasione della Francia, il produttore di armi da fuoco tedesco Gustav Krupp, presentò all’esercitò tedesco, il suo innovativo e mastodontico cannone, il Grande Gustav, è il più grande cannone ferroviario impiegato durante il conflitto, un vero esempio della devastante potenza bellica tedesca.
Il Grande Gustav
Alto circa 12 metri, lungo 47 e del peso di 1.344 tonnellate, l’imponente arma poteva sparare proiettili perforanti del diametro di circa 80 centimetri e quasi 7 metri di lunghezza pesanti circa 7 tonnellate attraverso una canna lunga 32,50 metri, con una gittata di circa 40 km di distanza.
Nel 1934 il comando supremo dell’esercito tedesco (OKH) commissionò alla Krupp di Essen il progetto per un cannone in grado di distruggere le fortificazioni francesi della linea Maginot, ritenute allora fra le più coriacee per un possibile conflitto. Le fortificazioni erano spesse 7 metri di impenetrabile cemento armato o un metro di corazza in acciaio. L’ingegnere Erich Müller calcolò che per oltrepassare tali barriere sarebbe stata necessaria un’arma in grado di sparare un proiettile di 80 centimetri di diametro per circa 7 tonnellate di peso.
Il cannone avrebbe potuto essere soltanto di tipo ferroviario a causa della massa, oltre 1.000 tonnellate. L’unico movimento possibile era quello verticale in elevazione, con l’allineamento orizzontale reso possibile dai binari posti a terra dal personale di servizio. La Krupp fornì progetti per calibri di 70, 80, 85 e 100 centimetri.
Fino al marzo del 1936 non successe nulla, finché Adolf Hitler non visitò la fabbrica di Essen della Krupp, chiedendo la possibilità di realizzare uno di questi cannoni. I progettisti ripresero in mano i disegni iniziali, e nel febbraio del 1937 iniziò la costruzione del Grande Gustav. La Krupp riuscì a fornire l’esercito con un modello di prova alla fine del 1939, quando fu testato nel poligono di tiro di Hillersleben.
Il cannone sparò i proiettili da 7 tonnellate, distruggendo un muro da 7 metri di calcestruzzo armato e una corazza in acciaio spessa un metro. I cannoni ordinati furono quindi due, denominati Dora e Gustav: la Krupp regalò il primo – probabilmente per dimostrare il proprio contributo allo sforzo bellico tedesco – e fece pagare il secondo al regime nazista sette milioni di Reichsmark.
Anche se fu progettato per distruggere la linea Maginot, il cannone non venne mai impiegato sul fronte occidentale del conflitto, richiedeva un grande dispiego di risorse umane e mezzi necessari al suo spostamento.
Era necessario l’ausilio di 2.000 soldati e la costruzione di due linee ferroviarie parallele che ne consentissero il transito. Inoltre, erano necessari due battaglioni della FlaK (cannoni destinati alla difesa contraerea) per proteggerlo dagli attacchi dal cielo; il Grande Gustav era, un bersaglio molto semplice da individuare.
Fece il proprio debutto in guerra a Sebastopoli, in Crimea, dove contribuì alla conquista di quello che era il più grande Forte al mondo. Il Grande Gustav distrusse o contribuì a distruggere diverse batterie nemiche situate sulla costa.
Dopo la vittoriosa (ma dispendiosa) conquista della città sul Mar Nero, il Grande Gustav fu inviato alle porte di Leningrado, dove avrebbe dovuto contribuire a conquistare la città inespugnabile. Il cannone fu posizionato a 30 chilometri dalla città nella stazione di Taizy, ma non venne mai utilizzato dall’esercito tedesco per bombardare l’odierna San Pietroburgo. Dopo esser stato riportato in Germania venne revisionato e poi smantellato dagli stessi soldati, che lo distrussero il giorno prima dell’arrivo degli alleati.
Il 22 Aprile del 1945 i suoi resti furono scoperti a Nord di Auerbach, completamente distrutti dai tedeschi. I pochi pezzi rimanenti furono trasportati dai sovietici in Russia, dove in seguito se ne sono perse le tracce.
Il cannone Dora
Il cannone Dora – così chiamato in onore della moglie del progettista – fu spedito da subito nelle vicinanze di Stalingrado (l’odierna Volgograd), nell’Agosto del 1942, ma venne smantellato quasi subito e riportato in Germania con il progressivo ritiro delle armate della Wehrmacht. L’ultima collocazione certa del cannone fu Grafenwöhr, dove fu fatto esplodere dai tedeschi ormai sconfitti. I suoi resti furono definitivamente demoliti nel 1950.
Il cannone: Langer Gustav
I progetti di conquista dell’Europa da parte della Germania necessitavano anche di un’arma a lunghissima gittata, e il Langer Gustav era il cannone che avrebbe consentito al Terzo Reich di colpire Londra direttamente dalla Germania, con proiettili da 680 chilogrammi e una gittata di circa 190 chilometri. Fortunatamente quest’ultimo cannone rimase soltanto nei progetti delle fabbriche Krupp, e non venne mai realizzato.