Il massacro di Tulsa, fu una strage a sfondo razziale compiuta da estremisti bianchi durata due giorni, dal 31 maggio al 1° giugno del 1921, a Tulsa, in Oklahoma. All’epoca del tragico evento, l’Oklahoma era ancora uno Stato piuttosto giovane nel periodo successivo alla guerra civile.
L’Oklahoma divenne uno Stato il 16 novembre 1907, quasi contemporaneamente, vennero approvate leggi che separavano i treni in base alla razza e stabilivano le regole per la partecipazione al voto, tutto con il fine di escludere la popolazione afroamericana dello Stato. Per legge, gli afroamericani non potevano fare parte di una giuria e non potevano ricoprire cariche pubbliche, nemmeno a livello locale.
La legge era composta solo da uomini bianchi, le giurie erano costituite da bianchi e nel frattempo il Klu Klux Klan era in ascesa. Nel 1915 i circoli locali del KKK cominciarono a crescere in tutti gli Stati Uniti, alla fine del 1921, 3.200 dei 72mila abitanti di Tulsa erano membri del Klan.
I linciaggi erano abbastanza comuni in tutto lo Stato, ma ciò che rendeva Tulsa unica, era proprio la sua grande popolazione di afroamericani professionisti, istruiti e agiati. Questo portò alla nascita di un fiorente “distretto di colore” che era in piena espansione, mentre la parte bianca di Tulsa era meno florida.
La via del muro nero
Il quartiere segregato di Tulsa, era conosciuto come Greenwood, grazie al suo successo, si guadagnò il nome di “The Black Wall Street“. Ciò che rendeva Greenwood così eccezionale, stava nel fatto che i residenti afroamericani realizzavano le proprie attività e fornivano i servizi agli altri residenti di colore.

Greenwood disponeva di diversi negozi di alimentari, due cinema, diverse chiese, un ospedale e due testate giornalistiche. I residenti erano benestanti, avvocati, medici, dentisti e professionisti di colore affermati. Greenwood era un perfetto esempio di eccellenza afroamericana in un’epoca in cui le tensioni razziali negli Stati Uniti lasciavano molti di loro, in posizioni sociali e finanziarie deplorevoli.
Tutto ciò sarebbe precipitato nel fine settimana del Memorial Day, del 1921. Un malinteso e la violenza dei vigilanti causarono il massacro razziale di Tulsa. Dick Rowland, un lustrascarpe di colore di 19 anni, fu arrestato per aver presumibilmente aggredito Sarah Page, una ragazza bianca di 17 anni, addetta alle manovre di un ascensore.
Il capo di Dick, aveva fatto in modo che i suoi dipendenti di colore potessero utilizzare il “bagno di colore” all’ultimo piano del Drexel Building, accanto al negozio del lustrascarpe. Il giorno in cui tutto ebbe inizio, un commesso di un negozio di abbigliamento al primo piano del Drexel Building riferì di aver sentito una giovane donna urlare e di aver visto un ragazzo di colore uscire di corsa dall’edificio.
Il commesso corse verso l’ascensore e vide Page in preda ad uno “stato di angoscia”, ritenne che l’uomo di colore avesse aggredito la ragazza a sfondo sessuale e chiamò la polizia.
Sebbene il commesso avesse solo ipotizzato che Page fosse stata violentata, sussistono diverse spiegazioni per quello che probabilmente era accaduto. La teoria più accreditata è che, dovendo Rowland usare l’ascensore per andare alla toilette, probabilmente lui e Page si sono riconosciuti o conosciuti.
Si ipotizza che Rowland sia inciampato entrando nell’ascensore e che, nel tentativo di aggrapparsi durante la caduta, abbia afferrato il braccio di Page, spingendola ad urlare. Non esiste una dichiarazione scritta della Page, ma si dice che abbia detto alla polizia di non essere stata violentata e che quando Roland le aveva improvvisamente afferrato il braccio, si era spaventata e aveva urlato; in ogni caso non intendeva sporgere denuncia.
Rowland era fuggito consapevole che, il commesso del negozio o qualsiasi altra persona bianca che avesse sentito le urla di Page avrebbe inevitabilmente pensato che le avesse fatto del male. Gli uomini di colore accusati di aver aggredito a scopo sessuale una donna bianca, erano immediatamente oggetto di linciaggio da parte delle folle.
La mattina del 31 maggio, Rowland fu arrestato e portato nel carcere di Tulsa per essere interrogato sulla presunta aggressione. Il commissario di polizia dell’epoca, disse di aver ricevuto una telefonata anonima in cui veniva minacciata la vita di Rowland.
Il ragazzo fu trasferito in un carcere più sicuro, all’ultimo piano del tribunale della contea di Tulsa. Molti avvocati del tribunale lo riconobbero per avergli lustrato le scarpe, inoltre, i testimoni raccontarono di aver sentito diversi avvocati bianchi dire a proposito di Roland: “Conosco quel ragazzo e lo conosco da tempo. Non si tratta di un’aggressione“.
L’articolo di giornale
Uno dei quotidiani bianchi di Tulsa pubblicò un articolo sull’arresto di Rowland, con il titolo accattivante “Nab Negro for Attacking Girl in Elevator” (Arrestato un negro per aver aggredito una ragazza in ascensore), in cui si descriveva la presunta violenza sessuale.

Questo sarà l’inizio di molte “prove mancanti” nella vicenda del massacro razziale di Tulsa. Alcuni testimoni affermarono di aver visto la stessa edizione del giornale che riportava la notizia di un possibile linciaggio di Rowland con il titolo “To Lynch Negro Tonight” (Linciare il negro questa notte).
Tutte le copie originali del giornale con questo titolo, non furono mai ritrovate e il microfilm del documento originale era privo di quella pagina. Il giornale fu distribuito al pubblico intorno alle 15.00 e alle 16.00 gli uomini bianchi di Tulsa cominciarono a radunarsi nei pressi del Palazzo di Giustizia.
Prima del tramonto, c’erano centinaia di bianchi della cittadina riuniti attorno al palazzo di giustizia, caratterizzati da un aspetto simile a quello di una folla che voleva linciare qualcuno. Il neoeletto sceriffo della Contea di Tulsa, Willard McCullogh, ordinava costantemente alla moltitudine di persone di ritornare a casa in modo da proteggere Rowland; lo sceriffo dispose 6 agenti armati intorno all’edificio con l’ordine di sparare a chiunque avesse tentato di introdursi, anche senza fare domande.
Dall’altra parte della strada, a Greenwood, i residenti neri della città cercavano di capire come evitare quello che sembrava proprio una massa di uomini in procinto di uccidere Rowland. Ancora una volta, molte delle informazioni sono contrastanti sugli eventi di Tulsa, tuttavia in qualche modo, un gruppo di circa 60 uomini di colore armati di pistole raggiunse il tribunale per difendere Rowland e sostenere lo sceriffo.
Quando la folla di bianchi vide l’avvicinarsi dei neri armati, circa un migliaio di loro si precipitarono a casa per prendere le loro armi e tornarono al tribunale, pronti a combattere. La data di inizio della sparatoria è incerta, ma la maggior parte dei resoconti afferma che il primo colpo fu sparato dai negozianti neri, che uscivano dalle loro botteghe per difendere un uomo di colore, che sei uomini bianchi stavano malmenando.
Non appena risuonò nell’aria il primo colpo, in pochi istanti si scatenò l’inferno. Entrambe le parti, i bianchi e i neri terrorizzati, iniziarono a spararsi addosso e a muoversi lungo le strade della città. I membri della comunità bianca, si introducevano nei negozi per rubare le armi, costringendo i residenti di colore a spingersi sempre di più all’interno di Greenwood.
Era appena terminata la proiezione di un film in un cinema di Greenwood, quando gli spettatori si riversarono lungo le strade e furono accolti da una folla di circa 2mila uomini bianchi armati e arrabbiati che sparavano in ogni direzione. Gli scontri iniziarono intorno alle 22.00 e all’1.00 le cose si aggravarono notevolmente.
La Wall Street nera va in fiamme
Le folle bianche iniziarono a incendiare le attività commerciali di proprietà dei neri di Greenwood. Nel frattempo, altri bianchi saccheggiavano e distruggevano i negozi prima di darli alle fiamme.
Quando gli abitanti di Greenwood cominciarono a rispondere agli spari, agli incendi e alle urla, altri residenti presero le armi per andare a difendere il loro quartiere, nel frattempo, centinaia di altre persone di colore fuggivano per timore di perdere la propria vita.
La Guardia Nazionale venne chiamata e arrivò sul posto, ma il dipartimento di polizia e le “milizie cittadine” locali, decisero malauguratamente di delegare e armare uomini bianchi a caso, il che fu la cosa peggiore che potesse accadere. Questi nuovi agenti non operarono nel rispetto della legge, al contrario, incoraggiarono gli omicidi.

La folla dei linciatori bianchi iniziò a derubare e bruciare anche le case degli afroamericani; l’ospedale fu raso al suolo e diverse chiese andarono in fumo. Alle 9:15 del 1° giugno 1921, tre compagnie della Guardia Nazionale arrivarono a Tulsa, il generale a capo della Guardia Nazionale dell’Oklahoma dichiarò la legge marziale. A mezzogiorno la maggior parte degli scontri era cessata.
Si ritiene che nel frattempo, migliaia di residenti afroamericani fossero fuggiti dalla città, che circa 4mila persone fossero state arrestate e collocate in diversi centri di detenzione e che circa 10mila residenti di Greenwood fossero stati colpiti dal massacro. Il numero esatto dei morti non è mai stato reso noto. I giornali di tutto il Paese riportarono che erano state uccise tra le 36 e le 176 persone (per lo più afroamericani).
Una Commissione stabilita nel 2001 per cercare di stabilire una verità sui disordini di quel giorno, ha stimato che il numero di morti potrebbe essere più vicino a 100-300. I residenti bianchi feriti furono portati in ospedale, ma poiché l’unico ospedale di Greenwood era stato distrutto, arrivò la Croce Rossa a prestare aiuto.
La Croce Rossa riportò che 183 persone erano state ricoverate a Greenwood con ferite d’arma da fuoco e ustioni, con un numero di morti compreso tra le 50 e le 300 persone. Il numero esatto delle vittime del della tragedia di Tulsa è sconosciuto, poiché la verità non è stata mai raccontata a causa del razzismo. A quanto pare, sarebbero state create delle fosse comuni dove le vittime nere decedute sarebbero state gettate e sepolte senza poterne contare i nomi.
Migliaia di residenti di Greenwood persero la propria casa, le loro attività, i loro mezzi di sostentamento e furono costretti a vivere all’interno delle tende. Greenwood registrò la distruzione di 191 attività commerciali, dell’unico ospedale del quartiere, mentre le chiese furono ridotte in cenere, 1.256 abitazioni furono bruciate fino alle fondamenta e altre 215 furono saccheggiate.

Nel dicembre 1921, la Croce Rossa riferì che circa 10mila persone erano rimaste senza un tetto. Nei mesi successivi alla tragedia, non fu arrestato nessuno per il suo ruolo nella strage o nella distruzione di del quartiere. In realtà, l’amministrazione urbana composta da bianchi volevano trasformare i terreni ormai deserti di Greenwood in un distretto commerciale, spingendo in questo modo gli afroamericani di Tulsa sempre più all’esterno del loro quartiere, nel tentativo di sottrarre i loro terreni.
Il massacro razziale di Tulsa fu intenzionalmente omesso dalla storia locale e statale, pertanto molti abitanti dell’Oklahoma non avevano idea degli eventi brutali di quei giorni del giugno 1921. Nel 1996, 75 anni dopo, fu creata una commissione statale per indagare sulla vicenda. Nel 2001 la commissione ha indicato le seguenti misure di risarcimento per i residenti di colore:
- Pagamento diretto dei risarcimenti ai sopravvissuti della rivolta razziale di Tulsa del 1921;
- Pagamento diretto di risarcimenti ai discendenti dei sopravvissuti della rivolta;
- Un fondo per le borse di studio a disposizione degli studenti vittime della rivolta;
- L’istituzione di una zona di sviluppo economico nell’area storica del distretto di Greenwood; e
un monumento commemorativo per la sepoltura dei resti delle vittime della rivolta.
Gli interventi di risarcimento sono arrivati con 80 anni di ritardo e ai 118 sopravvissuti che all’epoca erano ancora in vita del massacro razziale di Tulsa sono state consegnate medaglie d’oro che, ancora una volta, non hanno compensato le ingiustizie della tragedia.
Sebbene il risarcimento sia un argomento delicato in ogni circostanza, l’unico vantaggio derivato dall’incubo di questa tragedia, è che in Oklahoma è ora parte obbligatoria del sistema educativo dello Stato e gli studenti sono informati sul massacro razziale di Tulsa, sui risultati devastanti dell’evento e sull’impatto che ha avuto sui cittadini afroamericani dell’Oklahoma.

Sebbene gli eventi del passato non possano essere cambiati o liquidati dal governo, l’unico modo per evitare che situazioni analoghe si ripetano, consiste nel raccontare ciò che è accaduto, nell’educare al meglio gli studenti e l’opinione pubblica oltre a continuare a lottare per l’uguaglianza razziale negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Se nessuno riesce a dimenticare, allora tutti devono ricordare. Tutti dovrebbero rammentare le conseguenze devastanti che il razzismo ha avuto sulla storia.
Fonti:
- Rapporto sulla rivolta razziale di Tulsa del 1921. Commissione dell’Oklahoma per lo studio della rivolta razziale di Tulsa del 1921. Disponibile all’indirizzo;
- Ellsworth, S. 2009. Rivolta razziale di Tulsa. Enciclopedia della storia e della cultura dell’Oklahoma. Disponibile all’indirizzo;
- Crowe, K e Lewis, T. 2021. Il massacro di Tulsa del 1921: Cosa è successo alla Wall Street nera. National Endowment for the Humanities. HUMANITIES, 42, 1. Disponibile all’indirizzo.