Da quando gli esseri umani hanno iniziato a credere nei demoni, sono stati utilizzati molti modi per cercare di fermarli. I resoconti dei demoni e del possesso da parte di un’entità sconosciuta, in una forma o nell’altra, possono essere trovati in tutto il mondo in una vasta gamma di culture, i mezzi per allontanarli sono tanto variegati quanto le persone che credono in loro.
Uno dei metodi più radicati nella coscienza pubblica attraverso innumerevoli film dell’orrore e i loro metodi è quello dell’esorcismo, in cui un prete o qualche altra persona addetta ai lavori, si scontra con delle forze oscure che vanno al di là della nostra comprensione. Eppure in questa battaglia ci sono spesso delle vittime, causate da quegli esorcismi che vanno a vuoto e deragliano fino a scivolare nella pazzia e nella morte. Questa è una di quelle storie.
È triste che si sappia molto poco della vita di una donna di nome Joanna Lee, conosciuta anche come Keum Ok Lee, che si suppone sia cresciuta orfana in una comunità religiosa in Corea del Sud. A quanto pare Joanna, ha vissuto una vita senza uno scopo e senza obbiettivi. Era una di quelle persone che è in un certo senso potremmo definire invisibili, con pochi amici e nessun particolare che la facesse davvero distinguere nella massa.
Proprio per questo motivo, Joanna era un bersaglio perfetto per quegli esseri senza scrupoli che cercano di manipolare e coinvolgere il prossimo con le loro idee strampalate e i loro credi religiosi che non hanno nulla a che vedere con Dio. Così Joanna cadde nella rete di una setta, dove trovò quella persona perfetta, nel pastore trentottenne Luke Lee (non erano parenti), che dopo averlo incontrato ne rimase incantata, tanto da volare con lui in Nuova Zelanda, per unirsi al suo ministero, una setta, chiamata Il Signore di tutti.
Il buon pastore Lee, a capo di questo gruppo di menomati, aveva un passato un po colorato. Ex manager di un’azienda produttrice di automobili, un giorno del 1994 aveva improvvisamente divorziato dalla moglie dell’epoca, aveva impacchettato tutti i suoi beni terreni e si era diretto in Nuova Zelanda per studiare religione e per iniziare una nuova vita, arrivando nel paese con un visto da studente, ottenuto con l’iscrizione all’Advance Ministry Training Centre, a Henderson.
Lee, in precedenza buddista, trovò poi in modo significativo la fede nel cristianesimo, diventando un fanatico, quasi estremista nelle sue credenze. Inizialmente si legò alla chiesa Assemblea della Chiesa di Dio a Takapuna. Fu durante questo periodo che incontrò la sua nuova moglie, Mi Young Lee. In seguito il buon pastore, studiò all’Advance Ministry dal 1995 al 1997, prima di tornare in Corea del Sud per un periodo di 18 mesi per occuparsi delle questioni ancora in sospeso in patria.
Tornato in Nuova Zelanda è diventato un ministro della Chiesa, studiò per un periodo alla Fowey Lodge Bible School di Howick, e successivamente registrò ufficialmente il suo personale ministero, il Signore di tutta la Chiesa.
Nel 1999, durante il suo soggiorno in Corea, conobbe Joanna Lee, che nel 2000 finì per andare in Nuova Zelanda con un visto per studenti di tre mesi per studiare sotto la sua guida, vivendo con il pastore Lee, sua moglie e alcuni altri membri coreani della sua congregazione.
La setta aveva circa 20 membri di varie nazionalità, ed era nota per le sue strane credenze e pratiche, tra cui i frequenti digiuni, strani rituali come lavare i capelli tagliati nell’alcool, e lo spogliarello selvaggio, che certamente sollevava un sacco di sopracciglia della gente del posto. Una persona che viveva nella zona della chiesa disse alle agenzie di stampa:
Sono dei gay, punto e basta! Cantano, delirano e strillano – urlano in modo violento. Una sera sono uscita fuori perché pensavo che qualcuno fosse stato aggredito, ma erano una donna e un uomo che urlavano più forte che potevano per cinque minuti.
Non erano quindi le tipiche riunioni di fedeli in una chiesa, e poi c’erano i demoni. Anche se non è chiaro quando, ad un certo punto durante il breve soggiorno programmato di Joanna, per il quale Lee aveva comprato un biglietto di ritorno, il pastore si convinse che la donna fosse posseduta da un gruppo di 20 demoni, praticamente una squadra di calcio con tanto di riserva.
Nel dicembre del 2000, fu organizzato un esorcismo per cercare di scacciarli tutti. In questo particolare caso, il pastore Lee chiamò il rituale che sarebbe stato eseguito «Liberazione», messo in pratica con un metodo non del tutto convenzionale, con tecniche di paura e shock: urla, urla e persino violenza fisica, tutto per cercare sostanzialmente di spaventare i presunti demoni; tuttavia a parte qualche variante non specificata, questo era il metodo per esorcizzare i demoni all’interno della congregazione del Signore di tutta la Chiesa.
Per prepararsi all’esorcismo, Joanna venne costretta a digiunare per 3 giorni, durante i quali non le fu permesso neanche di dormire, per cui arrivò all’evento stanca, indebolita, e mentalmente svuotata. Secondo le testimonianze successive, molti dei demoni si erano rivelati difficili da far sloggiare, richiedendo che il rituale continuasse per oltre 24 ore di fila.
Durante questo periodo, si sosteneva che Joanna avesse cominciato a parlare in diverse lingue, esprimendosi con voci profonde e ringhianti che le sue appartenevano, poiché i demoni lottavano a spada tratta per mantenere il suo controllo, entità che costrinsero il pastore Lee a prendere misure drastiche. Chiese agli altri personaggi della congregazione di trattenere fisicamente Joanna in preda alla presunta forza sovrumana di cui era in balia. Credendo che i demoni fossero nascosti nello stomaco della donna, il buon pastore iniziò a saltare sul suo corpo di Joanna, che nel frattempo urlava, forse non per i demoni, ma dal dolore.
Quando i presunti demoni capirono che si stava mettendo male, decisero di darsi alla fuga attraverso la gola e la testa della donna, a quel punto Lee iniziò a strangolarla nel tentativo estremo di farle vomitare queste forze oscure, tutto questo mentre la povera Joanna gli urlava di fermarsi e cercava di allontanare le sue mani. Durante questo rituale, o meglio tentato omicidio, nessuno dei presenti mosse un dito per fermare lo scellerato che stava praticamente uccidendo una persona. Certo, perchè erano tutti convinti che il loro pastore sapesse bene quello che stava facendo.
Alla fine, dopo quasi 48 ore di calvario di questo violento esorcismo, Joanna Lee era morta, nonostante ciò, il buon pastore non aveva ancora finito e sfoderò l’asso nella manica. Mentre la sua congregazione era radunata ad esaminare con orrore il cadavere della povera donna, il pastore Lee rassicurò tutti fedeli dicendo che non era stato lui ad ucciderla ma era stato il Diavolo, ma che non tutto era perduto.
Secondo Lee, potevano mettere in atto un nuovo rituale e preghiere di resurrezione per poterla rianimare, e fu così che il pastore, e tutti gli ebeti al suo seguito, prepararono il corpo della donna per poter iniziare. Nei 6 giorni successivi Lee pregò sul corpo in decomposizione di Joanna, sempre sicuro che sarebbe risorta. Fu forse per la puzza di carne in decomposizione e l’orrore crescente di ciò che stava accadendo, che a questo punto finalmente qualcuno si degnò di fare qualcosa.
Uno dei seguaci di Lee decise di contattare la polizia. Quando le forze dell’ordine arrivarono sulla scena, trovarono il cadavere di Joanna in stato avanzato di decomposizione, con la pelle annerita e la pelle annerita, che presentava pesanti contusioni sul petto e numerose ossa rotte. Tuttavia, anche dopo l’arresto e il successivo processo, Lee non si è mai pentito, perchè ancora convinto, che Joanna sarebbe risorta dalla morte come aveva annunciato, ma aveva solo bisogno di più tempo. Un poliziotto ne parlò a Inside China Today:
[Lee disse] che sarebbe tornata in vita, e che sarebbe stato un successo mondiale. Fino alla fine del caso, ha sostenuto che Joanna sarebbe tornata e sarebbe stata rigenerata e risorta – era molto concentrato su quello in cui credeva.
Sfortunatamente per Lee, Joanna non è tornata in vita come aveva previsto, e così lo accusarono di omicidio colposo, condannato a 6 anni di reclusione, scontata la venne rimpatriato in Corea. Tuttavia, un appello nell’aprile del 2006 ha scagionato Lee, in quanto si è scoperto che Joanna era consapevole dei rischi e aveva acconsentito all’esorcismo. Sfortunatamente, nessuno andò a rivendicare il corpo di Joanna, un effetto collaterale della sua esistenza misteriosa e di basso profilo.
Il suo corpo ha ottenuto un opportuno contributo da parte della comunità coreana di Auckland e successivamente è stata cremata. Le ceneri non sono state richieste da nessuno fino ad oggi, gli ultimi resti di una donna dimenticata che ha trascorso i suoi ultimi momenti in mezzo a fanatici, malati mentali, presunti demoni e violenza.
A tutt’oggi non è del tutto certo cosa sia successo in quel periodo, o quale follia si sia scatenata sulla tragica scena, violenta e religiosamente carica che ha preso la vita di questa giovane donna. Molti della congregazione sono stati riluttanti a parlarne, e solo pochi sono stati disposti a testimoniare su ciò che è successo veramente, lasciando tanti dettagli oscuri.
Le accuse negli anni successivi che il pastore Lee fosse un impostore e un renitente del servizio militare obbligatorio nel suo Paese d’origine non hanno addolcito le sue percezioni, e ci ritroviamo con quello che sembra più un crimine spietato che un vero e proprio tentativo di esorcismo, anche se Lee nella sua mente malata, può aver creduto in modo diverso.
Questo non è stato certamente il primo esorcismo fatale e probabilmente non sarà l’ultimo. In tutta questa vicenda, qualsiasi cosa sia successa durante quei giorni fatali, le ceneri di Joanna Lee rimangono solitarie, una triste testimonianza del potere della fede umana, della superstizione, dell’arroganza, e perchè no, dell’ignoranza.