Era il 1973 e John Paul Getty, l’ottantenne capo della famiglia Getty, era uno degli uomini più ricchi del mondo. Magnate del petrolio con un patrimonio personale di svariati miliardi, Getty era un famoso mecenate delle arti e collezionista di tesori rari e preziosi.
Tuttavia, il 10 luglio di quell’anno ricevette la peggiore notizia che potesse ricevere in assoluto. Suo nipote, John Paul Getty III, era stato rapito per le strade di Roma. Il sedicenne fu strappato dalla strada in Piazza Farnese, caricato su un furgone e portato lontano dalla capitale Italiana.
Si trattò di una vera e propria crisi familiare, con in gioco la vita di John Paul Getty III. Nel momento in cui i rapitori chiesero un riscatto di 17 milioni di dollari, tutti gli occhi si posarono sul nonno. Riuscirà Getty ad essere all’altezza della situazione e a salvare suo nipote?
Famosamente frugale
In una sola parola: No. John Paul Getty era un uomo notoriamente avaro, anche se in questo caso il termine ” avaro” suona decisamente troppo elegante per le sue azioni. Quando suo figlio (padre del ragazzo rapito), anch’egli di nome John Paul Getty (tanto per rendere le cose ancora più confuse), si rivolse al vecchio per ottenere il suo aiuto, Getty si rifiutò categoricamente.
Il vecchio Getty rispose a suo figlio, dicendogli che aveva tredici nipoti e che, se avesse pagato il riscatto, li avrebbe facilmente resi tutti bersagli di un rapimento. Tralasciando il fatto che un membro della famiglia fosse in una situazione di pericolo imminente, preferì concentrarsi sulle ipotesi che gli fornivano una soluzione in cui avrebbe preservato tutti i suoi soldi.
Nel frattempo, la situazione di Getty III si stava facendo sempre più drammatica. I suoi rapitori lo avevano nascosto nei pressi della stazione di Sicignano degli Alburni (SA), una zona scarsamente popolata dove probabilmente non sarebbe mai stato localizzato.
Con il passare dei giorni e il mancato pagamento del riscatto, la sua situazione si aggravò ulteriormente. A Getty III fu negata la sua radio e un uccellino che aveva tentato di condividere con lui la sua prigione, ma venne ucciso dai suoi rapitori. Questi ultimi iniziarono a torturare il giovane, puntandogli una pistola parzialmente carica contro la testa e premendo il grilletto come in una disgustosa roulette russa.
Tuttavia, i mesi passarono e John Paul Getty senior si rifiutò di cedere. Questo fino al mese di novembre dello stesso anno, quando un giornale ricevette una lettera dai rapitori contenente una ciocca di capelli e un orecchio appartenenti a Getty III.
La richiesta di riscatto continuò ad essere ribadita nella lettera, ma la cifra fu ridotta a 3,2 milioni di dollari, una somma che Getty senior non era ancora disposto a pagare nemmeno dopo aver visto l’orecchio reciso del nipote. Alla fine, dopo aver subito intense pressioni da parte della famiglia che temeva per le sorti del ragazzo rapito, Getty senior si arrese e sborsò 2,2 milioni di dollari, il resto del riscatto fu pagato dal padre del ragazzo John Paul Getty Jr.
Tuttavia, questa non è la fine della storia. Il 15 dicembre 1973, il ragazzo, mutilato e torturato, fu liberato in una stazione di servizio nella città di Lauria, in provincia di Potenza, in condizioni disastrose. La sua ferita si era infettata e per tenerlo in vita gli avevano somministrato penicillina e brandy.
Suo nonno si rifiutò persino di parlargli al telefono in merito alla vicenda. Ma il riscatto di 2,2 milioni di dollari pagato da Getty senior? Non era di certo un regalo, tanto che il giovane sconvolto fu informato che avrebbe dovuto restituire ogni centesimo di dollaro a suo nonno. Come se non bastasse, con un interesse del 4%.
John Paul Getty III sviluppò problemi legati all’abuso cronico di alcol e droghe, causati dal trauma del suo rapimento. Nel 1981, otto anni dopo il suo sequestro, consumò un cocktail di farmaci, prescritti e non, che gli causò un ictus e un’insufficienza epatica, lasciandolo completamente paralizzato, mezzo cieco e incapace di proferire parola.

John Paul Getty III, è morto nel 2011 all’età di cinquantaquattro anni nella sua tenuta di Wormsley Park, a Wormsley, nella contea di Buckinghamshire in Inghilterra.