Il fuorilegge Jesse James fu ucciso nella sua casa nel Missouri da uno dei membri della sua banda, Robert Ford, in quel giorno del 1882. La sua storia è famigerata, la sua morte una leggenda.
Jesse James non era affatto un eroe, nonostante i racconti lo descrivono così e non possedeva il complesso caritatevole alla Robin Hood, come alcuni potrebbero aver suggerito. James, insieme al fratello maggiore Frank, faceva il bandito e voleva diventare ricco contravvenendo a tutte le regole.
Jesse James
La storia comincia da lontano, e per molti versi affonda nella leggenda. Jesse James, nato a Centreville, Missouri nel 1847, aveva in sé tutte le caratteristiche per entrare nel mito.
Nella primavera del 1863 la milizia irregolare capitanata da William Clarke Quantrill si aggirava nella zona dove abitavano i James. Per questo motivo un’unità di soldati nordisti irruppe nella loro casa con la pretesa di sapere dove fosse Quantrill. Al loro arrivo Jesse, che aveva quindici anni, era impegnato ad arare i campi con il suo patrigno, il dottor Reuben Samuel.
I soldati trascinarono con la forza il dottore dai campi, e lo portarono presso un albero di gelso vicino al fienile dei James. Gli misero una corda al collo, e lo appesero ad un ramo, ma non lo impiccarono, allentarono la stretta un attimo prima che il cappio facesse il suo dovere. Poi gli intimarono di rivelargli dove fossero i soldati di Quantrill. Lui non poteva dirlo per il semplice fatto che non lo sapeva. Ma non era ciò che volevano sentirsi dire i militari, e l’atroce semi-impiccagione fu ripetuta per altre tre volte, scorticandogli a sangue il collo.
Nel frattempo, altri militari si aggiravano su e giù per i filari di grano alla ricerca di Quantrill e dei suoi uomini. Arrivò anche il turno di Jesse, lo frustarono con delle funi e lo minacciavano con delle baionette, poi lo portarono all’albero di gelso per farlo assistere alle torture del patrigno. Dopo aver finito di martoriare il dottor Samuel entrarono in casa, puntarono le armi sulla madre del ragazzo (Zerelda Cole) e le chiesero dove fossero gli oppositori.
La signora Cole rispose che potevano anche ucciderla, e che non avrebbe mai rivelato loro dove fossero, dato che non lo sapeva. Dopo aver ricevuto questa risposta, il capo dei soldati nordisti, prese il dottore lo portò fuori dalla casa e sparò un colpo in aria facendo credere di averlo ucciso. La signora Cole, rimase convinta di ciò per alcuni giorni, invece lo portarono in una prigione di Liberty.
Quando finalmente i soldati andarono via, Jesse mostrò i segni delle frustate alla madre, che scoppiò in lacrime. Jesse disse alla madre di non piangere, perché si sarebbe unito alla milizia di Quantrill, vendicando tutte le violenze subite dalla sua famiglia. Successivamente anche la madre e la sorella vennero arrestate dai soldati federali e recluse per diverso tempo in prigione dove avrebbero anche subito vari soprusi.
L’anno seguente, come promesso, James si unì alla banda di Quantrill che operava di fatto contro l’Unione. Alla fine della Guerra Civile, dopo la vittoria dell’Unione, i due fratelli James, guidarono per dieci anni una banda che rapinava le banche e uccideva in tutto il Midwest. Durante le sue rapine in totale uccise 12 civili, oltre a svariati soldati nordisti. Per questo motivo l’esercito degli Stati Uniti tentò di catturarlo, senza mai riuscirci.
La morte di Jesse James
Ma il 3 aprile 1882 le rapine e le uccisioni di Jesse James finirono. Affamato di notorietà e dei 10mila dollari di ricompensa pattuiti con il governatore del Missouri Thomas T. Crittenden (che aveva fatto della cattura del bandito la sua priorità), un membro della banda Robert Ford decise di tradire e uccidere James a sangue freddo.
Accettando di fare un’ultima rapina in banca con Jesse, Robert e suo fratello Charley andarono a casa di James per discuterne gli aspetti tecnici. Mentre leggeva il giornale, James venne a sapere che uno dei loro compagni di banda e amico di Ford, Dick Liddil, aveva confessato di aver aiutato a uccidere Wood Hite, cugino di James (Era stato Ford a sparare a Hite). Sorpreso che i fratelli Ford non avessero menzionato la questione, James si insospettì ma non disse una parola.
La mattina era molto afosa, e Jesse aveva tolto il cinturone con i due revolver, gettandoli sul letto e coprendoli con il cappotto; lo fece perché le finestre e le porte erano aperte per il caldo, evitando così che la gente passando per strada, non si insospettisse troppo vedendolo armato anche in casa.
Come se nulla fosse, James si incamminò nel salotto e cominciò a pulire un quadro impolverato sul muro. Come narra la leggenda, fu allora che Robert Ford tirò fuori la sua Smith & Wesson Schofield calibro .45, e sparò James alla nuca, uccidendolo con l’arma che lo stesso Jesse gli aveva regalato.
Il bandito Jesse James era morto all’età di 34 anni.
Come segretamente promesso ai fratelli Ford, il governatore Crittenden, concesse la grazia per l’omicidio di James, ma la tempestività della grazia fu per loro una pessima ottica, i due fuggirono dal Missouri nonostante avessero ricevuto solo una piccola parte del premio in denaro.
Charley Ford, malato terminale di tubercolosi e dipendente da morfina, alla fine si suicidò nel 1884, ma per quanto riguarda Robert, è probabile che non volesse essere Dio a doverlo giudicare. Robert era visto come un codardo e un traditore per aver ucciso James.
Dopo aver vagato per diverse città, ed essere riuscito anche a sopravvivere a un tentativo di assassinio, Ford aprì un saloon a Creede, in Colorado. Nel giugno 1892, un uomo di nome Edward O’Kelley entrò nel suo saloon, gli offrì un rapido saluto «Ciao, Bob», e poi gli sparò con un fucile a canne mozze. Ford morì all’istante.
O’Kelley divenne così l’uomo che ha ucciso l’uomo che ha ucciso Jesse James. La sentenza di O’Kelley fu commutata a causa di una mozione composta da 7.000 firme a favore del suo rilascio per motivi di salute, e il 3 ottobre 1902 fu rilasciato. O’Kelley in seguito venne ucciso il 13 gennaio 1904, mentre stava cercando di sparare ad un poliziotto.
La leggenda continua
Tuttavia la leggenda di James non finisce qui. Un giorno nella tranquilla Granbury si presenta un cavaliere. È stanco e viene da lontano. Si fa chiamare Frank Dalton. Parla poco di sé e del suo passato come se avesse qualcosa da nascondere. Vive per quasi settant’anni anni in quella cittadina del Texas senza dare mai nell’occhio.
Solo prima di morire, nel 1951 alla veneranda età di 104 anni, si confidò: »Sono Jesse James, ho inscenato la mia morte per sfuggire alla legge. Per 68 anni ho vissuto un’altra vita».
La tomba di Jesse James si trova a Kearney, nel Missouri. Sua madre gli fece incidere il seguente epitaffio:
In memoria del mio amato figlio, assassinato da un traditore e codardo il cui nome non è degno di essere menzionato qui.