Il gallese Kevin Cottam, non è mai stato un appassionato di Star Wars. Inizialmente era un buddista zen, ma si è stufato dei precetti e delle limitazioni che impone la religione. Cercando su internet ha scoperto i Djedi dell’Antico Egitto, a cui è ispirata la famosa saga cinematografica.
Il Jedismo, sostiene Kevin, si basa su tre principi: conoscenza, saggezza e compassione, e insegna a non dare valore al denaro o ai propri averi. Attraverso la conoscenza si ottiene la saggezza e con questa si può arrivare alla compassione.
I Jedi credono che tutto sia governato dal principio creatore della forza, ma diversamente dagli Jedi e dai Sith di Star Wars, Kevin non crede che la forza possa avere un lato chiaro o un lato oscuro, per lui sono solo la scelta di come ogni Jedi decide di usare la forza. Per questo, Kevin si definisce uno Jedi grigio, che affonda le proprie radici nel Potentium.
Da qualche anno, dopo aver smesso di lavorare come cuoco, Kevin si è trasferito a Rhyl, una città costiera non distante da Liverpool. Passa la maggior parte del suo tempo a cucire gli elaborati costumi che indossa con materiali che compra nei negozi di beneficenza, corredati sempre da un ampio mantello.
Spesso viene fermato per strada da bambini che vogliono farsi una foto con lui. Lui accetta sempre e ha cominciato anche a girare con una specie di spada laser dopo che qualche bambino era rimasto deluso dal fatto che non ne avesse una.
La persone mi giudicano, mi guardano in modo strano e mi insultano per strada, ma io voglio solo far capire alle persone che questo è ciò che sono, e quindi di farsene una ragione.
Crede che nessuno sia superiore di chiunque altro al mondo e che le persone dovrebbero semplicemente parlargli se vogliono saperne di più su di lui. L’ex cuoco, ora è registrato come disabile e vive la sua vita come Jedi a tempo pieno, ha iniziato anche a partecipare agli eventi cosplayer (travestirsi per interpretare un personaggio di fantasia). Tiene però a sottolineare che per lui il rapporto con gli abiti che indossa è opposto a quello dei cosplayer: per lui travestirsi significherebbe indossare dei normali jeans.
Kevin ha detto anche di essere rimasto impressionato dal sostegno che gli hanno dato le autorità locali, e afferma che gli hanno suggerito di registrare la sua sciabola luminosa come oggetto sacro.
Comunque sono stato respinto da persone che non vogliono stare con me a causa del modo in cui mi vesto e di come sono, il che per me va bene, non mi dispiace. La mia religione non ha leggi e nessun libro di regole, mi rende solo una persona migliore, la gente non ha motivo di odiarmi per come mi vesto, non mi conoscono nemmeno.
Un giorno c’è stato un incidente che mi è rimasto impresso mentre camminavo in città. Quest’uomo era con tre bambini piccoli, uno di loro era entusiasta, guarda che è Batman, mentre un altro diceva che si sbagliava, e che io ero uno Jedi. L’uomo si è rivolto ai bambini e ha detto no, è un fottuto strambo! – sono rimasto mortificato.
Da quando si è convertito completamente al jedismo, Kevin infatti, è stato lasciato dalla sua ragazza, che si vergognava di passeggiare con lui per strada. I suoi amici trovano tutto molto strano, ma sono rimasti.
Ho 45 anni e ho accettato il fatto che probabilmente resterò single per tutta la vita. Ma mi rifiuto di cambiare quello che sono. Se trovassi qualcuna felice di vivere con me non proverei a convertirla al jedismo. La decisione dovrebbe essere sua, non mia.
Ha ragione Kevin, ognuno deve essere libero di fare quello che desidera, vestirsi come vuole, vivere per quello che sente di essere. E se la filosofia di uno Jedi è quella di vivere tra conoscenza, saggezza e compassione beh, allora ci vorrebbero più Jedi al mondo!