L’Octavius è diventata una leggendaria nave fantasma perché scomparve nell’estate del 1762 e fu avvistata solo l’11 ottobre 1775: forse restò incagliata tra i ghiacci artici.
L’Octavius, la leggendaria nave fantasma, rimase probabilmente incagliata nei ghiacci artici, non riuscendo ad attraversare il celebre passaggio a Nord-Ovest, la rotta che – attraverso lo stretto di Bering, le frastagliate coste del Nord America e quelle meridionali della Groenlandia – collega l’oceano Pacifico con l’Atlantico. Di ritorno dalla Cina e diretta a Londra, la goletta scomparve nell’estate del 1762 e non se ne ebbero più notizie fino all’11 ottobre 1775.
Quel giorno il capitano Warren, al timone della baleniera groenlandese Herald, avvistò una nave a tre alberi nei mari del Nord, con le vele logore e lo scafo danneggiato: era l’Octavius. I suoi racconti parlano di 28 marinai assiderati nelle loro cuccette e di altre quattro persone trovate congelate.
Tra queste, il capitano, ritrovato con la penna ancora in mano intento ad aggiornare il diario di bordo. Dall’ultima pagina, datata 11 novembre 1762, si apprende che la nave restò 17 giorni intrappolata nei ghiacci a circa 2mila miglia dal punto del presunto ritrovamento.
Nonostante si tratti di una delle tante leggende del mare, si tratta di una vicenda abbastanza affascinante.
Secondo molti, la Octavius lasciò l’Inghilterra per la Cina nell’Ottobre del 1761. L’equipaggio raggiunse con successo l’estremo Oriente, ma poi il capitano decise di tentare di tornare in patria attraverso il leggendario passaggio a Nord-Ovest, una rotta a quell’epoca sconosciuta, che sarebbe stata portata a termine per la prima volta soltanto nel 1906 dall’esploratore Roald Amundsen.
L’ultima posizione registrata della nave fu 75°N, 160°O, a circa 250 miglia a nord di Barrow, in Alaska. La Herald avvistò la Octavius in Groenlandia, questo significa che la nave in qualche modo era riuscita nella traversata del Passaggio a Nord-Ovest.
I cinque marinai che salirono sulla Octavius tornarono a bordo della Herald, abbandonando alla deriva i cadaveri e la nave fantasma. Da allora, della Octavius non esistono altre notizie.
Il viaggio sarebbe stato più breve, ma il ghiaccio avrebbe certamente intrappolato la nave, quindi è improbabile che un capitano possa aver pensato di attraversare il passaggio a Nord-Ovest con un mercantile del XVIII secolo, ma è probabile che all’epoca, le navi si spingessero troppo a nord e rimanessero intrappolate fra i ghiacci, diventando preda degli elementi.
Ci sono molte storie che raccontano di navi fantasma, infatti alcuni particolari della Octavius si possono ritrovare in un racconto del 1905 – un anno precedente del primo Passaggio a Nord-Ovest – scritto da David Meyer. La prima versione della storia ripresa da Meyer era datata 13 Dicembre 1828, pubblicata su un giornale di Philadelphia “The Ariel: A Literary and Critical Gazette“. Tuttavia, in quella prima versione il passaggio a Nord-Ovest non era menzionato, quindi sembra essere un particolare aggiunto soltanto in seguito.
Nessuno è stato in grado di verificare se la storia dell’Octavius sia vera o se sia solo una delle tante leggende sulle navi fantasma. I marinai esperti spesso raccontano leggende come questa per ravvivare le notti interminabili durante i loro viaggi.
Potrebbe sembrare una storia bizzarra, ma nel 2016 Manfred Fritz Bajorat, in navigazione solitaria con la sua barca a vela, fu trovato mummificato in prossimità dell’ultima posizione descritta nel diario di bordo del Capitano della Octavius.