Negli anni Venti, l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica si concentrò su un’area benestante di Chicago. Due giovani che avevano tutte le carte in regola stavano per essere condannati all’impiccagione finché non gli si fosse spezzato il collo e fossero morti o, se fossero stati fortunati, a una vita dietro le sbarre.
Cosa aveva spinto questi due giovani privilegiati e brillanti a commettere un crimine così malvagio? Inoltre, come si era arrivati a questo ipotetico “delitto perfetto”? Perché è andata a finire così male?
Nathan «Babe» Leopold
Nathan Leopold era cresciuto in una famiglia molto ricca. Suo padre pagava tutto quello che desiderava, tanto che Babe non aveva bisogno affatto di preoccuparsi per il denaro. Ma non era solo la ricchezza della famiglia ad essere speciale per Babe. Era un genio con un quoziente intellettivo di oltre 200, il doppio della media. La sua istruzione avvenne rapidamente in quanto il suo intelletto gli permise di saltare alcune classi e di entrare al college dell’Università di Chicago a soli 14 anni.
Studiò 15 lingue diverse, di cui ne parlava 5, e divenne famoso nel campo dell’ornitologia (lo studio degli uccelli). Leopold tenne conferenze e lezioni nelle scuole elementari e medie delle vicinanze sui temi di sua scelta e veniva generalmente considerato come un giovane brillante e ambizioso.
Due dei suoi articoli furono pubblicati sulla principale rivista di ornitologia degli Stati Uniti, The Auk. A 19 anni, “Babe” presentò persino una relazione su un raro uccello canoro all’incontro annuale dell’American Ornithological Union. Sembrava destinato ad un contributo straordinario per il mondo accademico.
Leopold, tuttavia, era limitato in altri modi. Non sentiva mai il bisogno degli altri, degli amici o dei suoi simili nella sua vita. La sua intelligenza lo portava a considerare chiunque al di sotto di se stesso. Tutti, tranne Richard Loeb.
Richard «Dickie» Loeb
Richard Loeb apparteneva ad una famiglia ricchissima. Suo padre era un avvocato e successivamente vicepresidente della catena di supermercati Sears, nonché multimilionario. Loeb riceveva una cospicua paghetta ogni mese e la possibilità di ottenere altro denaro quando lo desiderava, senza ricevere domande. Inoltre anche lui, era incredibilmente intelligente.
Con un quoziente intellettivo stimato a 160, a 14 anni entrò al college all’Università di Chicago. Loeb si trasferì e si laureò all’Università del Michigan a 17 anni, la persona più giovane nella storia di questa università a conseguire una laurea.
Partner nel crimine e non solo…
I due ragazzi si erano conosciuti all’Università di Chicago all’età di 14 e 15 anni. Trattandosi degli unici giovani studenti della facoltà, trascorrevano molto tempo insieme e diventarono subito amici. Sembra che la loro amicizia si sia trasformata in una sorta di relazione e che abbiano sviluppato un legame molto stretto.
Leopold era certamente gay o bisessuale e manifestò chiaramente la sua attrazione per il più giovane Loeb che si rifiutava di avere rapporti sessuali con lui, ma gli avrebbe permesso brevi contatti a patto che l’amico gli giurasse estrema collaborazione e complicità nei suoi intenti criminali. Il giovane Loeb a quanto pare, fece affidamento al sesso per convincere Leopold a fare tutto ciò che avrebbe desiderato.
Il tutto, avveniva in un periodo in cui l’omosessualità era disprezzata a livello sociale e legale, tanto che i due ragazzi uscivano con delle ragazze cercando di nascondere la realtà. Quando in seguito furono interrogati, entrambi gli uomini raccontarono storie contrastanti esaltando le loro relazioni.
Leopold era un avido lettore del filosofo Friedrich Nietzsche. Era ossessionato dal concetto dell’Übermensch, tratto dal libro filosofico di Nietzsche «Così parlò Zarathustra».
Gli Übermenschen erano “superuomini” o l’ideale perfetto di uomo del futuro. Questi uomini avevano poteri o capacità che nessun altro possedeva: la capacità di influenzare e condizionare la vita degli altri e di controllare il proprio destino, distinguendosi dalla maggior parte delle persone comuni. È comprensibile del perché Leopold fosse attratto da quest’idea, anche se è chiaro che non colse il punto filosofico più importante di Nietzsche.
Superuomini
Leopold presentò a Loeb il concetto di Übermensch e avanzò l’idea che con le loro menti geniali, fossero proprio due esempi di questi superuomini. Secondo la sua interpretazione, ciò significava che erano moralmente liberi dalle regole e dalle leggi che gli altri vivevano e che potevano fare tutto ciò che desideravano.
Questo li portò a commettere dei piccoli crimini, come furti e vandalismi, che servirono loro per spezzare la noia delle loro vite borghesi. Spesso venivano colti sul fatto. Tuttavia, nessuno prendeva sul serio le loro azioni tanto che i ragazzi non venivano mai puniti, cosa che potrebbe aver favorito la loro convinzione di superiorità.
Loeb era eccitato dal fatto di commettere i crimini con Leopold che d’altra parte era sottomesso e più interessato a poter fare sesso con il suo Dickie. Giunsero a un insolito accordo. Se Leopold fosse diventato il suo partner nel crimine, Loeb gli avrebbe permesso di fare sesso con lui.
Con la convinzione di essere superuomini e senza alcuna punizione per i loro piccoli reati, i due si sentirono presto sicuri della loro posizione di superuomini. Compiendo un ulteriore passo avanti e, in parte, come dimostrazione della loro superiorità intellettuale, decisero di organizzare e commettere il crimine perfetto.
La pianificazione del crimine perfetto
Leopold e Loeb trascorsero sette mesi a pianificare il loro crimine perfetto, che non poteva essere altro che un omicidio. I due progettarono meticolosamente il piano, scegliendo il giorno in cui commettere il delitto e il luogo in cui liberarsi della loro futura vittima. I ragazzi decisero di rapire un bambino e di ucciderlo. Leopold suggerì di inviare alla famiglia del bambino una richiesta di riscatto anche se questi fosse già morto.
Il 20 maggio 1923 gli uomini prenotarono una camera d’albergo e un’auto sotto falso nome e comprarono degli oggetti per il loro colpo. Comprarono una corda, uno scalpello e dell’acido cloridrico, un telo protettivo per automobili, un faretto e degli stivali di gomma. Il giorno successivo, sarebbe stato quello in cui avrebbero commesso il loro crimine perfetto.
Così, il giorno successivo, i ragazzi ritirarono l’auto a noleggio, coprirono la targa e si recarono verso il loro terreno di caccia: La scuola di Harvard. Dopo aver effettuato delle ricerche, scelsero il quattordicenne Bobby Franks, un conoscente di Loeb. Bobby viveva di fronte alla casa di Loeb e spesso giocava a tennis nel campo privato della dimora. Inoltre, Bobby era cugino di secondo grado di Loeb.
Dopo aver offerto a Bobby un passaggio a casa, il bambino scivolò sul sedile del passeggero e Leopold partì. Loeb, seduto sul sedile posteriore, mise una mano sulla bocca di Bobby e lo colpì più volte alla testa con lo scalpello. Il bambino era ancora vivo dopo l’efferata violenza, quindi Loeb lo trascinò sul sedile posteriore dell’auto per soffocarlo con una calza in bocca.
Quando si fece buio, i ragazzi usarono il telo protettivo come imbracatura per trasportare il corpo fuori dall’auto e gettarlo in un canale di scolo che Leopold aveva individuato durante un birdwatching (osservazione degli uccelli). Gli assassini spogliarono Bobby e, nel tentativo di occultare eventuali tratti riconoscibili, gli versarono l’acido sul viso e sul pene (Bobby era ebreo ed era circonciso). Dopo aver sistemato il corpo, inviarono una richiesta di riscatto alla famiglia del ragazzo.
Quasi istantaneamente, il piano cominciò ad andare a rotoli. Il corpo di Bobby fu ritrovato il giorno dopo, mettendo fine al piano di riscatto. Inoltre, vicino al cadavere del bambino venne rinvenuto anche un paio di occhiali molto particolari.
Solo tre paia di quegli occhiali specifici erano stati venduti a Chicago, di cui uno era stato venduto proprio a Nathan Leopold. I due non si sarebbero mai aspettati di essere ritenuti sospettati ma, dopo alcuni interrogatori, entrambi confessarono il loro crimine.
Lo Stato chiese la pena di morte per i due, nonostante sarebbero stati i più giovani impiccati (il metodo di esecuzione dell’epoca) nella storia dello Stato. L’avvocato dei ragazzi dichiarò la loro colpevolezza, il che portò all’apertura di un processo con un giudice e senza giuria.
Il loro avvocato si oppose alla pena di morte invocando invece una condanna all’ergastolo. Gli psicologi esaminarono i ragazzi per valutare le loro condizione mentale. Stabilirono che Loeb appariva come un criminale congenito.
Si dice che Leopold avesse una personalità paranoica e che vedesse la sua amicizia con Loeb come un rapporto di “schiavo/padrone”. Avrebbe fatto tutto ciò che Loeb gli chiedeva. Entrambi i ragazzi non conoscevano lo sviluppo sociale ed emotivo dei comuni bambini. Avevano saltato dei gradi ed erano molto giovani quando arrivarono all’università.
Pur essendo intelligenti, avevano una maturità emotiva da ragazzini. Dopo un lungo processo, il giudice li condannò all’ergastolo per l’omicidio e a 99 anni per il rapimento e il piano di riscatto.
Una vita sprecata
Dopo essere stati tenuti separati per alcuni anni nella stessa prigione, riuscirono a ricongiungersi e insieme fondarono una scuola per i detenuti. Tuttavia, il loro tempo comune fu bruscamente interrotto quando, il 28 gennaio 1936, Loeb fu pugnalato da un altro detenuto con un rasoio e morì.
Dopo la morte di Loeb, apparentemente liberato dalla sua fissazione, Leopold si dedicò a imparare altre 12 lingue, tra cui il braille, per aiutare un detenuto cieco e partecipò come volontario ad un progetto sulla malaria. Nel progetto, ai soggetti veniva somministrata di proposito la malaria al fine di trovare una cura per questa malattia mortale.
Leopold fu rilasciato sulla parola nel 1958 dopo 33 anni di prigione. Si trasferì a Porto Rico per sfuggire alla stampa, pubblicò un libro sugli uccelli nativi e conseguì un master. Nel 1961 sposò persino la vedova di un medico. Sembrava proprio che si fosse ravveduto dei suoi errori e avesse deciso di intraprendere una vita normale. Nel 1971, all’età di 66 anni, morì per un attacco di cuore.
Sia Leopold che Loeb avrebbero potuto dare un contributo significativo al mondo con le loro conoscenze e la loro intelligenza. Invece, questi due “superuomini” scoprirono di non essere così super come pensavano, tanto che la perfezione a cui aspiravano fu messa alla prova e rivelata inefficace nel modo più crudele e insensato.