Harrisville, Rhode Island nei primi anni 70. La famiglia Perron, composta dai coniugi Carolyn e Roger, con le 5 figlie Andrea, Nancy, Christine, Cindy ed April, decidono di andare a vivere in una tenuta con 14 camere fuori dal centro della città – The Old Arnold Estate – costruita nel 1736 e abitata da otto generazioni, si è ripopolata e ha ripreso vita con l’arrivo della famiglia Perron.
A partire dal loro primo ingresso ufficiale, come nuovi proprietari della fattoria, i Perron hanno dovuto fare i conti con strani fenomeni e strane presenze che li hanno spaventati non poco. Secondo i racconti della famiglia, inizialmente le presenze erano benevole e innocue e i fatti bizzarri a cui hanno assistito nelle prime fasi dell’infestazione non erano altro che piccoli e innocenti giochi di spiriti birbanti. Qualche oggetto spostato, qualche porta che si chiudeva da sola e la percezione di non essere soli in casa, ma niente di allarmante e di pericoloso. Tant’è che la famiglia presto ha imparato a convivere con questa realtà.

Tuttavia, con il passare dei mesi i fenomeni paranormali e inspiegabili sono diventati sempre più molesti e la famiglia stessa ha dichiarato di aver percepito un mutamento nelle intenzioni dei presunti spiriti. I Perron hanno dichiarato, infatti, che qualche mese dopo le presenze sono diventate negative, pressanti e con intenzioni malevoli.
Se al principio i Perron avvertivano queste presenze come non ostili nei loro confronti, dovettero ricredersi nel momento in cui le entità all’interno della tenuta di Rhode Island si fecero sempre più ostili e moleste. Le entità iniziarono a cercare contatto fisico con le bimbe, le quali ebbero la chiara sensazione che qualcuno le tirasse per i piedi mentre erano nel letto, tentando di ferirle o di fare loro del male.
I rumori divennero importanti con porte che sbattevano violentemente nel cuore della notte mentre si avvertivano grida di bambini. I Perron dichiararono anche di aver iniziato a sentire delle inspiegabili urla di infanti. In particolare, l’intera famiglia si era sempre rifiutata di raccontare cosa abbia fatto loro una delle presenze più malefiche della casa: «Diciamo solo che in casa c’era uno spirito maschile molto cattivo con cinque piccole ragazze» – Andrea Perron, in un’intervista.
Una sera Carolyn, seduta sul divano sente un’improvvisa ventata di aria gelida e una fitta al polpaccio. Spaventata si esamina la gamba e in corrispondenza della fitta trova una ferita, una ferita di forma perfettamente concentrica, come se fosse stata punta da un grosso ago. I coniugi Perron, spaventati dall’accaduto a Carolyn e da quando stava avvenendo nella loro casa, iniziarono a portare avanti delle indagini sulla storia della casa e parallelamente iniziarono a chiedere aiuto ad esperti del paranormale.
Le indagini condotte autonomamente dalla famiglia Perron, principalmente erano incentrate sulla storia e sulle radici della tenuta, non tardarono a dare i loro risultati: «Otto generazioni di una vasta famiglia hanno vissuto e sono morte in questa casa prima del nostro arrivo e alcune di loro non se ne sono mai andate. La maggior parte delle morti registrate che sono avvenute nella fattoria riguardavano la famiglia Arnold: John Arnold, Harmonie, Johnny e Prudence…» (Andrea Perron).
In effetti documenti ufficiali testimoniano, nero su bianco, che la fattoria nei secoli è stata testimone di due suicidi per impiccagione, un suicidio per avvelenamento, due annegamenti e la scomparsa di quattro donne, presumibilmente morte congelate. Inoltre, dalle indagini della famiglia Perron, è emerse che lo spirito che disturbava e preoccupava tanto la famiglia non era di sesso maschile, ma apparteneva ad una donna, vissuta oltre un secolo prima, dal passato decisamente oscuro e controverso: Bathsheba Sherman.

Contemporaneamente a queste rivelazioni, i Perron entrarono in contatto, tramite un gruppo di studiosi del paranormale di Rhode Island, con i demonologi Edward e Lorrain Warren che decisero di voler studiare più da vicino il caso e di visitare la tenuta. «La Signora Warren è entrata a casa nostra senza sapere niente… è entrata in cucina e ha detto “sento un’oscura presenza, e il suo nome è Bathsheba”». (Andrea Perron)
Da questo punto in avanti le ricerche dei Perron e dei coniugi Warren si concentrarono principalmente sullo spirito di Bathsheba. Secondo le indagini condotte dai Warren e dalle sedute medianiche effettuate da Lorrain, la casa era effettivamente infestata dallo spirito di Bathsheba Sherman, una donna vissuta in quella stessa casa nel XIX secolo.
La donna era una strega e «un’adoratrice del diavolo» che avrebbe sacrificato il suo unico figlio a Lucifero, per poi impiccarsi con una corda attaccata a un ramo di un albero della tenuta. Secondo la Lorrain lo spirito della strega, imprigionato nella casa per sua stessa volontà, voleva possedere Carolyn per rivendicare il suo diritto di «prima donna» nella casa.
Purtroppo, sembra che l’elemento su cui si erano documenti più largamente i Warren sia anche stato il punto più debole dell’indagine; sembra infatti che la loro raccolta dati sia stata macchiata un po troppo dal folclore e dalla tradizione popolare a discapito di un’analisi più «scientifica».
Una leggenda popolare narra che Bathsheba Sherman sia morta all’età di 93 anni impiccandosi nel fienile, dopo aver vissuto avuto una vita molto dura nella quale aveva perso tutti i suoi figli in tenera età. Quando era giovane, Bathsheba aveva in cura un bambino che morì in circostanze misteriose. Le indagini condotte sul corpo del bambino dimostrarono che era stato ucciso da un grosso ago da cucito che gli aveva trapassato il cranio da parte a parte.
Bathsheba accusata di omicidio colposo, venne sottoposta a processo da cui ne uscì indenne. Nonostante l’innocenza, la gente del luogo la considerava colpevole dell’accaduto e continuava a chiamarla strega. Dato che era una donna molto bella e desiderata dagli uomini, dopo la morte del bambino cominciarono a circolare voci che Bathsheba lo avesse sacrificato come offerta al diavolo per ottenere la bellezza eterna. Alla sua morte, nel 1885, il medico legale affermò che non aveva mai visto niente di simile, sembrava che il suo corpo si fosse trasformato in pietra.
Secondo i documenti ufficiali (prove attendibili che avrebbero riportato i Warren sulla retta via), Bathsheba aveva avuto un unico figlio, Herbert, che aveva vissuto una lunga vita, sposandosi nel 1881. Sembra, quindi, infondata la storia che vede Bathsheba coinvolta in sacrifici umani. La donna morta effettivamente nel 1885, non morì a causa di un suicidio, come erano convinti i Warren, ma di morte naturale. I documenti ufficiali, anagrafici e rapporti di polizia, non riportavano alcun cenno sulle sue presunte attività di strega e su un presunto processo per omicidio colposo.
Tuttavia, sia i Warren che i Perron, erano conviti che fosse proprio la strega ad infestare la casa e la loro idea si rafforzò dopo che Carolyn raccontò loro l’episodio della ferita concentrica avvenuto pochi mesi prima. Da quel momento in poi, l’entità che tormentava i Perron diventò ufficialmente Bathsheba ed è contro di lei che si concentrarono tutti gli sforzi dei Warren.
I Warren hanno descritto come, durante la loro permanenza a casa Perron, il loro equipaggiamento si rompesse spesso senza motivo e di come Bathsheba «corteggiasse» il signor Perron, tormentando in modo crudele sua moglie. La Signora Perron disse che un giorno si era svegliata prima dell’alba e trovò un’apparizione accanto al suo letto. La testa di una vecchia donna che pendeva da un lato su un vecchio vestito grigio. Una voce riecheggiava: «Esci! Esci! Ti farò uscire con la morte e con l’oscurità!» (Estratto da un giornale locale del 1977).
I Warren decidono, alla luce delle recenti scoperte e dei tentativi di possessione a danno di Carolyn, di far benedire la casa e di voler sottoporre la donna a un esorcismo. La famiglia, in cerca di pace, acconsente.
I documenti ufficiali riportano che i Warren sono riusciti a malapena a portare a termine l’esorcismo, e certamente non in modo impeccabile, per quanto fossero determinati. «La notte in cui ho pensato che mia madre potesse morire è stata la più terrificante di tutte. Parlava con una voce che non avevamo mai sentito prima e una forza che non poteva essere di questo mondo l’ha lanciata per sei metri in un’altra stanza. Non eravamo preparati per ciò che accadde quella notte». (Andrea Perron)
All’esorcismo hanno parteciparono – oltre ai Warren – anche un prete e un medium. Qualcosa, tuttavia, andò storto e ad un certo punto la situazione è preciptò; Roger Perron molto preoccupato chiese ai Warren di lasciare la casa. «Era posseduta, il suo corpo era deformato, durò diverse ore finché non riuscirono a esorcizzarla. A quel punto li cacciai di casa». (Roger Perron)

I Warren, dunque, per volere della famiglia lasciarono la casa e la famiglia Perron continuò a convivere con le entità della casa fino al 1980. La signora Perron ha dichiarato, a questo proposito, che la famiglia ha vissuto gli anni successivi accettando semplicemente il fatto che non fossero da soli e che dovessero convivere con le presenze della casa.
La Old Arnold Estate, ad ogni modo, esiste ancora ed è abitata da persone che non hanno alcun legame con i Perron, ma che – come loro – si dichiarano testimoni di strane apparizioni. Norma Sutcliffe, l’attuale proprietaria, ha raccontato di aver assistito a strani fenomeni nella fattoria, anche se tutti molto meno intensi di quelli che hanno vissuto i Perron. C’è anche qualche ex inquilino che ha occupato la casa dopo il 1980 che ha affermato di non aver assolutamente mai visto nulla di strano nella fattoria.
Il caso Perron non è sicuramente uno dei casi più famosi del coniugi Warren, ma è sicuramente uno dei casi di infestazione che più hanno incuriosito gli appassionati del paranormale. I Warren, in varie interviste, hanno sempre dichiarato che il caso della famiglia Perron è stato il «più intenso, convincente, inquietante e significativo» della loro vita.
Alcuni nodi nella trama di questo caso restano in parte insoluti, non sempre le prove sono state schiaccianti e ovviamente c’è chi ha sostenuto che il caso sia stato interamente inventato.