La religione è sempre stata al centro della storia della razza umana. Molte persone scelgono di dedicarsi ai poteri superiori, talvolta rinunciando a tutto il resto: alle loro vite, alle loro ricchezze, ai loro beni, per potersi concentrare completamente verso un potere più grande.
Di conseguenza, da quando esiste la religione, se ne è sempre fatto un uso improprio. Spesso prende la forma di un controllo istituzionale, traendo ricchezze dalle comunità che queste strutture religiose sostengono di servire, agendo come dei parassiti. Inoltre, le varie religioni hanno coperto molti crimini secondari, sebbene da non considerare inferiori alla malvagità.
Cosa succede quando qualcuno abusa di questa sicurezza o fede indiscussa nell’Onnipotente? In Grecia, all’inizio del XX secolo, il risultato finale fu la morte di ben cinquecento fedeli. Chi era Mariam Soulakiotis, la suora malvagia, e come si guadagnò il nome di “Madre Rasputin“?
Un connubio destinato alla rovina: Soulakiotis e la Chiesa dei Nuovi Calendaristi
Questa storia di truffe, inganni e omicidi ebbe inizio quando la ventitreenne Mariam Soulakiotis fu presentata per la prima volta a un sedicente monaco di nome padre Mattew Karpathakis. Fino a quel momento, Mariam aveva lavorato in fattorie e fabbriche, e anche se si presume che provenisse da una famiglia greca disagiata, le sue origini sono oscure.
Il monaco e Soulakiotis si incontrarono in un momento cruciale della vita del religioso, alle prese con i propri dubbi sulle dottrine e i dogmi della Chiesa greca dei Vecchi Calendaristi, la denominazione ortodossa a cui apparteneva. Smentendo gli insegnamenti dei Vecchi Calendaristi, il santo formò una nuova setta, chiamata i Nuovi Calendaristi.
Rompendo con lo spirito ortodosso, iniziò a costruire un convento e un monastero, per fornire un luogo di culto ai suoi adepti. Incantata da padre Mattew e dalla sua ideologia innovativa, Soulakiotis lasciò la famiglia e il lavoro per aiutare la comunità del convento.
Secondo quanto riferito, in parte a causa delle precarie condizioni di salute di padre Mattew, ma anche per il suo “forte carattere”, Soulakiotis acquisì rapidamente maggiori responsabilità. Elevata alla posizione di badessa nella nuova chiesa, Soulakiotis si occupava della gestione quotidiana e del reclutamento dei nuovi membri del convento quando il padre fondatore della setta morì nel 1939. A quel punto si era guadagnata la reputazione di essere severa, talvolta persino spietata.
Madre Superiora Mariam
Secondo quanto riferito dai seguaci della setta dei Nuovi Calendaristi, padre Mattew aveva costruito il convento con due finalità. Il primo era quello di lodare la Vergine Maria e il secondo di assicurare aiuti finanziari al nascente movimento neocalendarista.
Adesso, sotto la guida della nuova Madre Superiora Mariam, la missione del convento si concentrò fermamente sull’acquisizione di investimenti finanziari. Ai nuovi membri fu richiesto di rinunciare a qualsiasi forma di denaro o di proprietà in loro possesso, aderendo al “voto di povertà” della Chiesa.
Oltre al voto di liberarsi dal “male” e di impegnarsi a credere in questa nuova fede, i candidati dovevano obbligatoriamente confessare tutti i loro peccati e intraprendere digiuni e periodi di silenzio. Tutte queste pratiche ricordano i rituali di molte religioni tradizionali, ma è il modus operandi di Soulakiotis che la rende una figura ricordata nella storia.
La severa badessa usava metodi efferati per estorcere il patrimonio finanziario dei nuovi membri, come la privazione del sonno e del cibo nonché le punizioni corporali. I nuovi membri erano costretti a pregare per ore e ore e venivano sottoposti a ricatti, percosse e persino torture.
Madre Mariam si rivolgeva astutamente alle famiglie benestanti, in quanto le loro proprietà avrebbero fornito introiti fruttuosi in grado di mantenere finanziariamente il convento a tempo indeterminato. Il suo schema era piuttosto semplice: quando entravano a far parte del convento dei Nuovi Calendaristi, gli adepti dovevano consapevolmente intraprendere una vita isolata e di devozione, con pochi o nessun contatto con le loro famiglie o gli amici della loro precedente vita “peccaminosa“.
In questo modo venivano tagliati fuori da chiunque potesse intervenire in loro aiuto qualora fossero stati avvisati degli orribili crimini commessi nei loro confronti.
Molte persone che si unirono al convento non lo fecero come seguaci religiosi, ma perché erano in cerca di cure mediche. La crudele badessa aveva offerto a tutti un trattamento gratuito per la tubercolosi, citando la grande elevazione del convento come luogo ideale per la guarigione.
Se avessero davvero trattato la tubercolosi, ci sarebbero stati dei medici sul posto per monitorare i pazienti. Invece, si sostiene che gli unici medici ammessi sul posto erano quelli che firmavano i certificati di morte. Questo “piano di trattamento” era solo un altro stratagemma utilizzato per truffare altre persone.
Solo nel 1949 iniziarono a diffondersi voci su ciò che accadeva all’interno delle “sacre” mura. Anche se i residenti affermarono di aver sentito delle urla, è solo nel 1950, dopo che Madre Rasputin era rimasta in carica per più di un decennio, che le autorità furono informate dei possibili crimini.
La situazione precipitò quando la figlia di una donna recentemente convertita riferì che gli atti di proprietà della madre erano stati consegnati a Madre Mariam. La figlia si allarmò e dichiarò che questa le sembrava una cosa insolita da parte di sua madre, a meno che non fosse stata costretta a farlo.
Madre Rasputin viene smascherata
Finalmente, il 4 dicembre 1950, dopo dieci anni di regno ininterrotto sul convento, la polizia arrestò Soulakiotis durante una retata in grande stile. Ottantacinque agenti di polizia passarono due giorni a setacciare il terreno, salvando 46 bambini e alcune donne anziane, denudate e malnutrite, rinchiuse nei sotterranei. Oltre ai seguaci vivi ritrovati, furono riportati alla luce i resti di oltre 170 corpi.
Tuttavia, quando il 4 settembre 1951 iniziò il processo, Soulakiotis non affrontò alcuna accusa relativa all’abuso o alla morte degli adepti. Fu anche trovata in possesso di 750mila dollari in contanti e degli atti di proprietà di oltre trecento fattorie e case, ma non fu perseguita nemmeno per questo.
I pubblici ministeri ritenevano di non poter ottenere una condanna per questi reati. L’unica condanna certa che riuscirono a conseguire fu quella per i due capi d’accusa relativi alle attività commerciali illecite che la donna aveva intrapreso. La donna venne condannata a ventisei mesi di carcere per aver importato illegalmente pneumatici ed esportato olio d’oliva a Cipro.
Sebbene il tribunale non l’avesse giudicata colpevole per i crimini efferati, l’opinione pubblica e i media la condannarono come “Madre Rasputin”. Oltre alla notevole attenzione dei media, altre persone si fecero avanti con nuove accuse contro Soulakiotis.
I procuratori, aiutati da queste nuove testimonianze, accusarono la badessa per una serie di ulteriori crimini. A seguito della valanga delle nuove testimonianze, Soulakiotis venne accusata dell’omicidio di un monaco e di tre suore, oltre che di appropriazione indebita, falsificazione di testamenti, estorsione, abuso, tortura e omicidio colposo.
Una donna di fede o altro?
Mentre era ancora rinchiusa nella prigione di Averoff, la crudele badessa morì nel 1954 all’età di 71 anni. Anche in punto di morte, sosteneva la sua innocenza, definendo le accuse contro di lei “finzioni sataniche”.
Madre Rasputin fu giudicata colpevole di omicidio premeditato e fu ritenuta responsabile di oltre cento omicidi premeditati. Tuttavia, nonostante le sue orribili azioni fossero state rese pubbliche, i suoi seguaci continuarono a sostenerla.
Molte giovani ragazze adolescenti che avevano espresso il loro interesse a unirsi alla detenuta prima della fine del processo, svanirono nel nulla e non furono mai ritrovate. Si ritiene che il nuovo ruolo di madre superiore sia stato assunto da qualcuno in modo più discreto rispetto al suo predecessore.
Nel 2019, il convento era ancora in funzione apparendo come un monastero più sicuro e tipico. Alcuni credenti sono ancora convinti che Soulakiotis sia stata accusata ingiustamente e che sia una persona da lodare.
Non è chiaro quali fossero le motivazioni di Soulakiotis, se avesse una visione distorta del modo in cui avrebbe dovuto svolgere il lavoro del suo signore, o se fosse semplicemente un’opportunista che utilizzava la religione come copertura per le sue attività fraudolente. Comunque, non si possono negare gli eventi mortali che si sono verificati sotto il suo operato. Proprio per questi eventi è stata ritenuta responsabile.
