In un campo aperto vicino a Bernards Township, New Jersey, c’è una vecchia quercia. L’albero nei mesi più freddi, si sveste dal suo abito di foglie e assume un aspetto piuttosto sinistro. La leggenda vuole che quest’albero, sia stato maledetto dalle anime dei molti che hanno perso la vita a causa dei suoi rami.
Intorno al tronco di questa quercia, c’è una recinzione di catena che impedisce alle persone di poter sfregiare o intagliare l’albero. Se si guarda al di là della recinzione si possono vedere i numerosi tagli e sfregi nella corteccia e nel legno, dalle centinaia, forse migliaia, di colpi d’ascia di coloro che sfidano la sorte.
Alcuni di questi tagli sono piuttosto profondi e più di una volta sembra che i denti di una motosega siano affondati nel tronco, eppure nessuno è riuscito ad abbatterlo, l’albero resta forte nonostante le numerose ferite.
Esiste una storia, una leggenda, che afferma che chiunque tenti di abbattere l’albero verrà maledetto – ferite e morte che si presenteranno sotto forma di incidente stradale.
Un’ altra punizione per chi tenta di scalfire l’albero con una lama, riguarda un pick-up nero che insegue il responsabile della violazione. La gente crede che questo veicolo sia guidato da un demone o forse dal diavolo in persona. Il pick-up appare dal nulla, e rincorre chi ha osato deturpare l’albero, fuori dal recinto e lungo la strada, prima di scomparire per nascondersi in attesa del prossimo gruppo di coraggiosi (o di stolti).
Sembra la trama di un classico film dell’orrore, eppure sono in molti a prendere sul serio parte della leggenda, soprattutto le storie su come l’albero è diventato maledetto.
All’inizio della sua storia, si diceva che Bernard Township avesse un numero piuttosto elevato di membri del KKK. Come nello stile dell’organizzazione, a volte linciavano uomini e donne (forse bambini) della popolazione afroamericana. A quei tempi la zona vicino all’albero era decisamente più isolata e lontana dal centro della città. Era sui rami di questa vecchia quercia che le persone venivano appese per il collo fino alla morte.
Poiché l’albero era così lontano dal centro abitato, i corpi potevano non essere rimossi per qualche tempo, oscillando lentamente avanti e indietro con la brezza, finché la polizia non fu informata. I sensitivi credono che ci sia un’energia oscura che ha dato all’albero la sua maledizione in seguito a questi drammatici eventi.
Inoltre, si racconta che siano avvenuti anche diversi suicidi utilizzando i suoi rami, tra cui quello di un uomo che assassinò tutta la sua famiglia e poi si impiccò. Il ramo per l’impiccagione, che cresceva orizzontalmente e andava verso l’esterno dall’albero, è esistito fino a poco tempo fa, ma è stato rimosso nel tentativo di ridurre la voglia dei curiosi di entrare nel campo per visitare questo macabro angolo della storia locale.
In diverse occasioni, sono stati appesi al ramo pupazzi e manichini, creando un contesto molto inquietante per coloro che passavano, e soprattutto per coloro che conoscono le storie. Alcune persone che si sono assunte il rischio – di solito per una sfida-, di arrampicarsi sull’albero, dicono di aver sentito dei suoni come se qualcuno provasse a grattare o a battere dall’interno.
Chi invece ha preso un souvenir dalla quercia, staccando un pezzo di corteccia o tagliandone un pezzo, racconta di eventi ancora più curiosi: svegliandosi avrebbe trovato un vecchio in piedi ai piedi del letto, ha visto delle figure sotto forma d’ombra o peggio ancora le mani si sono annerite per un po’ di tempo prima di tornare alla normalità.
Il progetto del comune per lo sviluppo del territorio – dove si trova l’albero – avrebbe potuto richiedere la sua rimozione, ma poi si è deciso di proteggere l’albero e di mantenerlo intatto. Nel 2007, sul sito è stato affisso un cartello che indica quando è aperto al pubblico. L’albero del diavolo è stato circondato da una recinzione di catene in seguito a degli atti vandalici.