La tragica storia dei Lynyrd Skynyrd, la band rock che ha perso parte dei suoi membri in un disastro aereo nel 1977, ha alimentato la leggenda di una maledizione che li avrebbe perseguitati. L’ultimo sopravvissuto, il chitarrista Gary Rossington, è morto a marzo 2023 dopo una lunga malattia. La sua scomparsa ha segnato la fine di un’era musicale.
“Se me ne vado domani, ti ricorderai ancora di me?”: è una delle frasi che ricorrono nel testo di Free Bird, brano arcinoto dei Lynyrd Skynyrd. Che recita ancora: “Non volerai alto, uccello libero”. Il volo, tema clou della canzone, è in realtà al centro di uno dei momenti più bui della band formatasi in Florida nel 1964.
Due dei membri del gruppo morirono in un incidente aereo nel 1977, mentre gli altri soffrirono per anni a causa delle ferite gravi riportate.
L’incidente
Era il 20 ottobre 1977, quando i Lynyrd Skynyrd, country rock band che cantava tra le altre la celeberrima Sweet Home Alabama, avevano noleggiato un volo charter per recarsi dalla tappa del tour a Greenville in South Carolina, alla volta di Baton Rouge in Louisiana. Il velivolo era un Convair CV-240, il cui utilizzo era stato preso in considerazione dagli Aerosmith, ma il tour manager di questi ultimi l’aveva scartato dopo aver visto il pilota Walter McCreary e il co-pilota William Gray passarsi una bottiglia di Jack Daniel’s.
L’incidente fu davvero breve. Quasi alla fine dell’itinerario, il velivolo si ritrovò con il carburante a termine e i piloti tentarono un atterraggio d’emergenza. Il Convair però, si schiantò nelle paludi dell’area di Gillsburg, in Mississippi. Il bilancio fu di sei morti su 24 persone a bordo tra passeggeri ed equipaggio: il cantante Ronnie Van Zant, il chitarrista Steve Gaines, la corista del gruppo di supporto e sorella del chitarrista Cassie Gaines, il road manager Dean Kilpatrick, oltre al pilota e il co-pilota.
Tra i feriti il chitarrista Allen Collins, il bassista Leon Wilkenson, il chitarrista Gary Rossington, la corista Leslie Hawkins, il roadie Steve Lawler, il security manager Gene Odom. Il batterista Artimus Pyle non era ferito gravemente e si mise a cercare aiuto, cosa che ottenne da un agricoltore locale, non prima di essere colpito da un’arma da fuoco per essere stato scambiato per un evaso dalla prigione locale.
La responsabilità
Il National Transportation Safety Board stabilì che il volo, gestito dalla J & J Company, era arrivato alla catastrofe a causa di errori umani. Da un lato l’equipaggio non avrebbe rifornito adeguatamente l’aereo, provocando il calo di potenza dei motori e la perdita di controllo del velivolo, ma dall’altro ci sarebbe stato un malfunzionamento che fece bruciare il combustibile più velocemente del normale e in maniera insolita.
Le leggende metropolitane
Ronnie Van Zant aveva 29 anni quando avvenne l’incidente aereo in cui trovò la morte. L’artista aveva sempre affermato che la sua vita sarebbe finita prima di compiere i 30 anni. La famiglia aveva sempre creduto che l’uomo possedesse delle capacità di premonizione. La tragedia ovviamente avvalorò nell’immaginario collettivo le convinzioni della sua famiglia.
La casa discografica si trovò costretta a dover modificare la copertina dell’ultimo album della band, uscito solo alcuni giorni prima, l’immagine conteneva infatti la band schierata e avvolta dalle fiamme, una circostanza che effettivamente appariva piuttosto macabra. Le foto dei membri del gruppo furono poste quindi su uno sfondo scuro per la nuova copertina.
Un’altra presunta premonizione riguardava invece JoJo Billingsley, una delle coriste del gruppo di supporto: non aveva partecipato alla precedente tappa del tour, poiché era ammalata, ma si sarebbe ricongiunta agli altri per la tappa di Little Rock il 23 ottobre. La corista affermò di aver sognato l’incidente e di aver contattato il chitarrista Allen Collins per evitare che il gruppo prendesse quell’aereo.
I problemi sugli aerei dei tour musicali all’epoca non erano una novità per le band, tanto più che in quel periodo non esistevano tutte le norme sulla sicurezza dell’aria come oggi. Resta infatti negli annali, la terribile turbolenza incontrata su un volo privato dai Led Zeppelin nel 1973: la band successivamente prese in leasing un Boeing 720 per i tour degli anni seguenti.
Inoltre, su un volo privato trovarono la morte il 3 febbraio 1959 Buddy Holly, Ritchie Valens e J.P. Richardson: la vicenda viene ricordata con il nome di “The Day the Music Died”, ovvero il giorno in cui la musica morì.
La maledizione dei Lynyrd Skynyrd però pare essere di altro tipo. Un anno prima dell’incidente sul Convair, Rossington si schiantò con l’auto a Jacksonville: l’incidente stradale lo spinse a chiedere a Van Zant e Collins di scrivere la funerea That Smell.
Nel 1980, la moglie di Collins morì per un’emorragia in seguito a un aborto spontaneo, il dolore spinse l’artista all’abuso di alcol e droghe, fino all’incidente stradale del 1986 in cui rimase paralizzato, mentre la nuova fidanzata morì. Nel 1990 Collins morì per i postumi di una polmonite contratta l’anno precedente.
Nel 2001 Wilkeson è scomparso a seguito ad una malattia cronica al fegato e ai polmoni, mentre il tastierista Billy Powell, anche lui sul Convair, è morto per un attacco di cuore nel 2009. L’ultimo membro ancora in vita della band, Rossington, si è spento a marzo del 2023. Negli ultimi anni aveva sofferto di problemi cardiaci, un mese prima della sua scomparsa, aveva messo in scena la sua ultima performance musicale.
Il gruppo è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame il 13 marzo 2006, e sono stati inseriti al 95º posto nella lista dei 100 migliori artisti secondo Rolling Stone.