Sono moltissimi gli scienziati non allineati che hanno smontato la bufala del riscaldamento globale.
Il XX secolo ha visto la più grande crescita della ricchezza e del benessere delle persone. La popolazione mondiale è aumentata di quattro volte e il prodotto lordo mondiale di diciassette. Solo l’era industriale ha dato la possibilità di affiancare alle obsolete fonti di energia altre nuove, ossia il carbone, il petrolio, il metano e l’idrogeno. La ricchezza delle persone derivò anche dagli scambi resi più celeri: fino al 1800 i mezzi di trasporto erano estremamente lenti, le caravelle di Cristoforo Colombo raggiunsero l’America viaggiando a 8 km/h.
Prima dell’uso del vapore, le navi erano costruite solo in legno. Una nave arrivava a costare seimila alberi. E solo con la creazione di potenti motori si riuscì a evitare il disboscamento, potendo costruire navi in metallo. Pensiamo a cosa significa progresso oggi: un cavo di fibre ottiche richiede 65 chili di silicio e può trasportare lo stesso numero di messaggi di un cavo di rame di una tonnellata. L’innovazione e il progresso prevedono di per sé il minor uso di materie prime, dunque possiamo affermare che la tecnologia è una via virtuosa dovuta solo al progresso creato dall’uomo.
Però ci assillano con la raccolta differenziata, come se il consumismo facesse affogare la Terra nell’immondizia. All’inizio del 1900 New York aveva una popolazione decisamente inferiore, ma tutti si spostavano a cavallo, i quali producevano nove chili di escrementi al giorno che finivano inesorabilmente in strada. Il parco della reggia di Versailles era descritto come una “cloaca” a causa della sporcizia che vi veniva riversata. Nel 1902 negli Usa la vita media era di 47 anni e le prime due cause di morte erano polmonite e influenza. Le donne si lavavano i capelli una volta al mese con un tuorlo d’uovo e nove adulti su dieci erano analfabeti. Sicuri che il progresso faccia male?
Le contraddizioni del riscaldamento globale
Il 30 ottobre 1973 comparve un articolo sul Messaggero in cui si parlava di una riunione di scienziati i quali avevano decretato che se non fosse stato affrontato il problema ecologico, i ghiacci avrebbero coperto la terra. Strano, oggi il problema si è ribaltato. Gli ecologisti in cerca di applauso confondono l’effetto serra col riscaldamento globale, come se dal primo derivasse la minaccia dello scioglimento dei ghiacci.
Ebbene, senza di esso la temperatura media terrestre sarebbe di -18°C. L’anidride carbonica è tra i gas capaci di trattenere il calore dei raggi solari ed è costantemente accusata di essere prodotta in eccesso dalle attività lavorative dell’uomo. Sapete quanta ne produciamo, in realtà? Il 4,5%. Senza di essa, oltretutto, il processo di fotosintesi non potrebbe esistere.
La temperatura si alza: Dal 1880 a oggi, l’incremento effettivo della temperatura è stato di 0.6 °C. Nelle sei maggiori città australiane l’incremento in cento anni è stato di 1°C. Andando a ritroso nella storia, troviamo Annibale che nel 218 a.C. attraversò le Alpi con elefanti e un esercito abituato alle temperature africane. Secondo i paleontologi che hanno studiato la civiltà dei Camuni, esistita cinquemila anni fa, la Val Camonica aveva un clima subtropicale. In Valle d’Aosta vi sono i ruderi di un mulino di duemila anni fa a oltre duemila metri di altezza, luogo ove oggi al massimo possiamo sciare. Lo scienziato Antonio Zichichi ha più volte ricordato che nell’ultimo mezzo miliardo di anni la Terra ha perso per ben quattro vuole le due calotte polari.
Le foreste sono aumentate
Due cosette sulla deforestazione. A livello mondiale ogni persona può contare su seimila metri quadrati di foresta, rappresentando il regno vegetale il 97,3% della materia vivente. I paesi con maggiori foreste e maggior crescita di piante sono quelli a forte sviluppo.
In Italia vi sono stati molti incendi, e nonostante questo la superficie boschiva cresce ad ha raggiunto i 6,8 milioni di ettari. La superficie forestale è di circa otto milioni di ettari. I satelliti hanno registrato un incremento del verde dal 1981 sopra il 40° parallelo. L’Istituto Europeo Forestale ha sottolineato come negli ultimi quarant’anni le foreste in Europa siano aumentate del 43%.
Dal 1950 al 1980, l’ANARF ha sentenziato che le foreste in Italia sono cresciute del 31%. Dimostrazione pratica di come l’ambientalismo talebano sia falso e pericoloso, Lester Brown, del WorldWatch Insitute, afferma che in 76 nazioni tropicali ogni anno vengono abbattuti 11 milioni di ettari di foreste. Dato sconvolgente se assunto così. Egli però omette di riferire che le foreste in questa zona misurano dai due ai tre miliardi di ettari, e dunque il suo dato si avvicina a circa lo 0,6% del totale. E la lista di bufale raccontateci dal mondo d’oro dell’ambientalismo chic sarebbe lunga.
Informazioni contrastanti perchè?
Lo scopo è quello di indurre shock e paura nelle popolazioni per poi far accettare le soluzioni proposte dai Poteri Forti. Si chiama P-R-S (problema, reazione, soluzione) ed è uno schema sempre valido (pensiamo all’11 settembre e alle guerre e alla militarizzazione della società che ne sono seguiti).
Come ben scrive Marcello Pamio «il Global Warming non è altro che un Cavallo di Troia per scopi tutt’altro che ambientalistici o naturalistici». I fini che si perseguono sono altri, in primis un controllo sempre più autoritario sulle popolazioni e la riduzione delle popolazione mondiale. Del resto questi, stranamente, sono gli stessi obiettivi primari di quei circoli di potere che controllano il pianeta e che si rifanno in prima battuta alle teorie malthusiane e del darwinismo sociale.
Il problema del riscaldamento globale, dei buchi nell’ozono, ecc., sono stati introdotti stranamente, dal famoso Club di Roma con il testo catastrofista I limiti dello sviluppo che divenne la Bibbia dei movimenti ambientalisti mondiali. Solo qualche anno dopo, in una delle sue pubblicazioni, il Club di Roma si espresse così: «Alla ricerca di un nuovo nemico che ci unisse, giungemmo all’idea che l’inquinamento, la minaccia del riscaldamento globale, mancanza d’acqua, la carestia e cose del genere fossero adatte».
Il Club di Roma è una fondazione ambientalista voluta dai Rockfeller e costituita a Villa Serbelloni (Bellagio, Como) di proprietà dei Rockfeller, il cui scopo era di organizzare la propaganda sulla crisi ambientale in ottica catastrofista per giustificare la centralizzazione del potere, la soppressione dello sviluppo industriale sia in Occidente che nel Terzo Mondo ed il controllo della popolazione mediante l’eugenetica