Ogni paese o tradizione culturale, ha il suo bagaglio di leggende metropolitane più o meno datate. Molte sono vecchie di decenni altre di secoli, ma quasi tutte, sono figlie della superstizione popolare.
Ogni città, solitamente ha il suo luogo maledetto, che sia esso una casa, un palazzo, un magazzino, un bosco, un lago, o magari una strada. I popoli erano e sono superstiziosi e cercano di tenersi lontani da quelle cose che secondo la tradizione, sono di cattivo auspicio.
In Giappone ad esempio, il numero 4 non è molto apprezzato, è il classico numero sfortunato, come ad esempio il 17 in Italia e il 13 in America, al punto che i vecchi ascensori non hanno il pulsante per il 4° piano e i palazzi identificano il medesimo come quinto o 3-bis.

Immaginiamo dunque, per un giapponese – forse per chiunque – cosa possa significare passare in un tunnel lungo 444m, in un luogo usato, con l’illuminazione scarsa e dove sono morte centinaia di persone. Si tratta del tunnel Kiyotaki, situato nella prefettura del Kansai.
La sua costruzione del Kiyotaki Tunnel risale al 1927. Oggi è lungo poco più di 320m, ma in origine era esattamente 444m: successivamente una buona parte venne demolita per far posto ad alcuni palazzi e negli ultimi decenni ha subito diversi interventi di ammodernamento per invitare la gente ad usarlo come alternativa alle grandi arterie sempre trafficate da auto e mezzi. Fin qui tutto bene.
Ai temi della sua realizzazione, gli operai addetti alla costruzione del Kiyotaki erano sottopagati, avevano degli orari di lavoro tremendi e godevano di scarsissime misure di sicurezza. Come se non bastasse erano spesso costretti a fare le pause di lavoro (e le notti di riposo) direttamente negli scavi del tunnel. Molti di loro non riuscirono a sopravvivere o morirono per i numerosi incidenti che colpirono il tunnel durante la lavorazione,
Cosa rende questa galleria così spaventosa?
Sin dal periodo Namboku (1336-1392) la collina sotto cui è stato scavato il tunnel era un luogo di esecuzione dei prigionieri di guerra e successivamente divenne un cimitero a cielo aperto per le vittime senza nome o non reclamate dalle famiglie che si combattevano per il territorio.
Oggi nella regione di Kansai i superstiziosi credono che le anime dei defunti sulla collina e quelli del tunnel non riescano a trovare pace e che proprio in esso abbiano trovato rifugio. Vittime di morte violenta che tenderebbero a manifestarsi di notte ai passanti per provocare incidenti nel tentativo di scongiurare il passaggio e riposare in pace.
Le testimonianze parlano di diversi spettri che vagano all’interno della galleria: uomini, donne, vecchi e giovani, alcuni visibili mentre si guida, altri solo di riflesso nello specchietto retrovisore.
Chi ha attraversato il tunnel in moto sembra riportare un fenomeno diverso, che non capita agli altri: in molti sostengono che una o due figure spettrali attraversino il tunnel da una parete all’altra tagliandoli la strada pochi metri dopo l’ingresso, inoltre il motociclista di turno perde la nozione del tempo, impiegando diversi minuti per attraversarlo, quando in realtà sarebbero necessari solo pochi secondi, molti infatti, affermano che il tunnel è anche in grado di variare la sua lunghezza.
Qualche curioso, con l’intento di verificare le dicerie, si è introdotto nel tunnel a piedi affermando che se in quel momento non è attraversato dai veicoli è possibile sentire voci flebili e persistenti, come lamenti e pianti che provengono dall’interno delle pareti. Infatti uno dei soprannomi del Tunnel di Kiyotaki è: Il Tunnel Urlante.
Oltre alle leggende e alle superstizioni, difficilmente riscontrabili, il tunnel di Kiyotaki è stato effettivamente al centro di un infelice episodio nel 1998, all’entrata venne trovato un cadavere quasi scheletrico di una ragazza con un cappio al collo. La notizia ovviamente, tornò ad alimentare la leggenda del «tunnel maledetto».
I fantasmi del tunnel maledetto a quanto pare non si sarebbero fermati solo a questo; all’entrata della galleria misteriosa, in passato c’era un semaforo che serviva ad alternare i sensi di marcia, poiché la larghezza non consente il doppio senso.
Quindi se un giorno dovreste trovarvi a passare il tunnel maledetto, ricordatevi che se il semaforo al vostro arrivo è verde è consigliabile fermarsi e aspettare che diventi rosso e poi nuovamente verde, poiché potrebbe essere lo scherzo di uno degli spiriti che lo farebbe apparire verde solamente per invitarvi a un incidente frontale con l’automobile o il motociclista che sta arrivando nel senso opposto.