Tra le teorie che cercano di spiegare la formazione della Luna, la più accreditata è da tempo quella secondo la quale essa si sarebbe formata a seguito di una gigantesca collisione tra un corpo planetario dalle dimensioni di Marte e la Terra primitiva: la cosiddetta Giant impact hypothesis, o Teoria dell’impatto gigante.
Uno scontro che avrebbe generato materiale a sufficienza per consentire al nostro satellite naturale, nel corso del tempo, di accrescere fino a diventare come lo vediamo oggi.
Secondo uno studio condotto da un team di scienziati dell’Istituto di geologia e mineralogia dell’Università di Colonia, in Germania, i cui risultati sono stati pubblicati su Nature Geoscience, la Luna non si sarebbe formata 150 milioni di anni dopo la formazione del Sistema solare – come ricerche precedenti hanno stimato – bensì appena 50 milioni di anni dopo: insomma, l’età della Luna sarebbe di 100 milioni di anni superiore a quanto si credeva.
A certificare questa nuova datazione è la maggiore abbondanza dell’isotopo 182 del tungsteno nei silicati lunari rispetto alla maggior parte dei silicati terrestri. Una differenza di composizione di elementi rari che indicherebbe una formazione meno recente di quanto si credesse. I dati attuali quindi, attribuiscono alla Luna un’età di 4.51 miliardi di anni.
Una conclusione, questa, alla quale i ricercatori sono arrivati analizzando ciò che di più prezioso possediamo della Luna: i campioni di roccia portati sulla Terra dalle missioni Apollo, tra i quali anche quelli della missione Apollo 11,
«Rocce che «hanno registrato informazioni sulla formazione della Luna, e che si possono trovare ancora oggi sulla superficie lunare», dice il primo autore dell’articolo, Maxwell Thiemens.
«I primi passi dell’umanità su un altro mondo, esattamente 50 anni fa, hanno fornito campioni che ci consentono ora di comprendere i tempi e l’evoluzione della Luna», conclude Maxwell. «E poiché la formazione della Luna è stata l’ultimo grande evento planetario dopo la formazione della Terra, l’età della Luna fornisce anche un’età minima per la Terra».