Una rapida ricerca su internet e vi imbatterete presto in molti siti che affermano che queste immagini di sepolture con una gabbia di ferro sono state utilizzate per impedire a zombie e vampiri di fuggire dal loro luogo di riposo finale. Questa affermazione però non è vera, anche se le prime pagine di Google vi diranno probabilmente il contrario.
Sono infatti «Mortsafe», e sono state progettate nel XVIII secolo con l’unico scopo di proteggere le tombe dai ladri di cadaveri. Il furto delle tombe era un problema serio all’epoca, in particolare nei dintorni delle scuole di medicina della Scozia.
Ciò era dovuto alla necessità per gli studenti di medicina di imparare l’anatomia assistendo a dissezioni di soggetti umani, ostacolati dalla scarsissima disponibilità di cadaveri all’epoca. Solitamente erano concessi dal governo – che ne controllava la distribuzione – i corpi dei criminali giustiziati. Le scuole mediche dell’epoca pagavano i cadaveri per lo studio anatomico e la dissezione, questo non faceva altro che alimentare il crescente problema dei furti nei nei cimiteri.
Probabilmente non è un caso che la scrittrice britannica Mary Shelley abbia pubblicato il suo romanzo Frankenstein nel 1818, proprio quando il problema del furto dei corpi era al suo apice. Uno dei personaggi principali di Shelley, il dottor Frankenstein, crea il suo «mostro» rianimando un corpo riesumato da un cimitero locale.
Le autorità tendevano a chiudere un occhio sui furti nelle tombe perché i chirurghi e gli studenti si impegnavano nel far progredire le conoscenze mediche, inoltre cercavano di limitare la diffusione della notizia per evitare che la gente si rendesse conto di ciò che stava realmente accadendo.
Gli uomini venivano impiegati per rubare i corpi e trasportarli da un luogo all’altro, anche dall’altra parte del mare, per venderli alle scuole di medicina. Quando la storia divenne di dominio pubblico, la gente decise di proteggere le tombe degli amici e dei parenti appena deceduti, inoltre ci furono disordini, danni alle proprietà e persino aggressioni mortali.
I ricchi potevano ovviamente permettersi pesanti lapidi, volte, mausolei e gabbie di ferro intorno alle sepolture. I poveri iniziarono a collocare fiori e pietre sulle tombe per scoprire le eventuali alterazioni, o per rendere più difficile il dissotterramento.
Grandi pietre, spesso a forma di bara, a volte dono di un uomo ricco alla parrocchia, venivano poste sopra le nuove tombe. Amici e parenti si alternavano o assumevano uomini per sorvegliare le sepolture nelle ore notturne, in alcuni casi venivano erette delle vere e proprie guardiole per dare riparo ai sorveglianti.
La mortsafe fu inventata intorno al 1816. Si trattava di dispositivi di ferro o ferro e pietra di notevole peso, con design di ogni tipo. Spesso si trattava di complessi e pesanti congegni di ferro, composti da barre e piastre, sigillati con dei lucchetti – esempi di questo tipo, sono stati trovati vicino a tutte le scuole di medicina scozzesi.
Venivano poste sopra le bare per circa sei settimane, quando il corpo all’interno era sufficientemente decomposto da non essere di alcuna utilità per gli studenti di medicina e quindi di nessun interesse per i ladri di tombe, venivano rimosse per essere riutilizzate.
Numerose chiese e cimiteri dell’epoca, potevano affittare il mortsafe se una famiglia non poteva permettersi di acquistarne uno nuovo a titolo definitivo. Purtroppo, molti dei metodi ingegnosi utilizzati per proteggere i defunti hanno anche reso difficile o impossibile la loro rimozione, il che spiega in parte perché ce ne sono alcuni che sopravvivono ancora oggi.
Il noto caso di Burke e Hare, non fece altro che accrescere i timori degli scozzesi nei confronti dei ladri di tombe, dopo che furono ritenuti responsabili dell’omicidio di 17 persone, al solo scopo di vendere i corpi delle loro vittime alla scuola di medicina dell’Università di Edimburgo.