Durante la seconda guerra mondiale nessuna delle parti conosceva in dettaglio i progressi dell’altra. Man mano che si avvicinavano al completamento del proprio programma, gli americani divennero sempre più preoccupati dal lavoro dei tedeschi.
Gli americani sapevano che anche in Germania si stava studiando la possibilità di impiegare la reazione nucleare come sistema d’arma e temevano di essere colti impreparati da sviluppi più rapidi del previsto da parte del nemico. Fu così costituita la missione, che prevedeva l’invio in zona d’operazioni di militari, tecnici e scienziati addestrati per scoprire i risultati tedeschi.
Nel settembre 1943 fu proposta una missione di intelligence scientifica che seguisse le forze alleate in Europa e raccogliesse in breve tempo quante più informazioni possibile sul programma nucleare tedesco. Il nome scelto dagli Americani per l’operazione di spionaggio era più ingarbugliato di quanto potesse esserci.
Solo un attentato osservatore, per lo più pratico di greco antico, sarebbe riuscito a tradurre “alsos“, ovvero “boschetti“. Inoltre, c’era da collegare la parola della sua controparte inglese, ovvero “groves“: esattamente come il nome del Generale Leslie Groves, messo a capo del Progetto Manhattan, che portò nel luglio 1945 alla costruzione della prima bomba atomica, testata con successo nel deserto del Nuovo Messico.
L’obbiettivo dell’Operazione Alsos era quello di raggiungere l’Europa, prima l’Italia, poi la Francia e la Germania, cercando di far luce sullo stato di avanzamento dei tedeschi nello sviluppo di un’arma atomica e quello di reclutare esperti per il progetto Manhattan, anche per impedire che finissero sotto l’ala sovietica.
Da quando era stata dimostrata la fissione nucleare, nel 1938, ad opera dei chimici tedeschi Otto Hahn e Fritz Strassman, erano stati fatti numerosissimi passi avanti nella fisica nucleare. Oltreoceano, dove i fisici guidati da Robert Oppenheimer stavano lavorando al Progetto Manhattan, in tanti cominciarono a domandarsi a che punto fossero i Nazisti.
Adolf Hitler, così come il suo Ministro della Propaganda Joseph Goebbels, avevano più volte fatto cenno alle nuovi armi che la Germania avrebbe messo in campo nelle ultime fasi della guerra. Armi che avrebbero mutato il corso del conflitto e portato alla vittoria il Terzo Reich: del resto, la comparsa del primo missile da crociera della storia V1, dei V2 e dei caccia a reazione Me262 avevano dimostrato quanto fosse avanti la ricerca tedesca.
Inoltre, agli occhi degli Americani, che qualcosa si muovesse nello sviluppo di un’arma atomica tedesca, lo dimostrarono anche i primi mesi di guerra: in Cecoslovacchia fu vietata ogni esportazione di uranio e in Norvegia, invasa nel 1940, furono occupate nel fabbriche per la produzione di acqua pesante, le Officine Rjukan, al centro del raid delle forze inglesi del febbraio 1943.
A capo dell’Operazione Alsos venne scelto un uomo che del controspionaggio aveva fatto la sua missione principale nelle forze americane statunitensi: il Colonnello Boris Pash. Questa singolare formazione di militari e scienziati mise piede in Europa per la prima volta al seguito delle truppe che sbarcarono ad Anzio e a Nettuno il 22 gennaio 1944: ma la missione, per lo meno in Italia, non raggiunse i risultati sperati.
Infruttuose furono le perquisizioni nella facoltà di fisica di Napoli e altrettanto quelle condotte a Roma, dove venne interrogato a lungo il fisico Edoardo Amaldi, già stretto collaboratore di Enrico Fermi, il quale informò gli Americani che i fisici e gli scienziati tedeschi non condividevano molte delle loro informazioni e dei loro progressi con le controparti italiane.
A Pash e ai suoi uomini, il Generale Groves decise di affiancare Samuel Goudsmit, brillante fisico olandese naturalizzato statunitense: che oltre a parlare correttamente tedesco e francese, era all’oscuro delle ricerche condotte sul Progetto Manhattan e, se fosse stato fatto prigioniero dai Tedeschi, non avrebbe rivelato loro alcuna notizia sulle ricerche di Los Alamos.
Giunti a Parigi, Pash e Goudsmit entrarono in contatto con Frederic Joliot-Curie, già Premio Nobel nella Chimica nel 1935: anche in questo caso, però, come avvenuto in Italia pochi mesi prima, gli scienziati tedeschi si erano limitati all’utilizzo dei laboratori francesi di fisica e chimica senza condividere nulla.
L’Operazione Alsos e il Generale Groves dovettero aspettare fino al 15 novembre 1944 prima di raggiungere un piccolo risultato e farsi un’idea più precisa sulle ricerche in campo atomico dei Nazisti. A Strasburgo, negli uffici del fisico Carl Friedrich von Weizsacker, stretto collaboratore di Werner Heisenberg, la mente per eccellenza del programma atomico tedesco, furono rivenuti appunti e documenti che dimostravano come, in realtà, i nazisti fossero indietro almeno di due anni rispetto agli Americani.
Non solo non possedevano una pila all’uranio funzionante, ma non disponevano neanche di fabbriche e laboratori per la produzione di plutonio e dell’isotopo 235 dell’uranio. Sebbene a Washington nutrissero il dubbio che tali documenti fossero stati dimenticati di proposito da von Weizsacker per sviare i servizi di intelligence, Goudsmit aveva ormai chiaro che la corsa all’arma nucleare era pressoché vinta dagli Stati Uniti.
Il 15 marzo 1945, poi, su richiesta dello stesso Pash, un bombardamento condotto da oltre seicento velivoli alleati, rase al suolo la fabbrica di Orianenburg, principale laboratorio per la produzione di uranio e torio.
L’unico rischio per la causa alleata era in realtà un vecchio amico di Goudsmit: Heisenberg, che poco più che ventenne, nel 1932, vinse il Premio Nobel per la Fisica per essere stato il precursore della meccanica quantistica. Il 12 aprile 1945, con il proseguo dell’avanzata alleata in Europa, a Francoforte furono sequestrati tutti i materiali di ricerca del gruppo di fisici che facevano capo a Kurt Diebner, principale fautore dell’arricchimento dell’uranio, mentre pochi giorni dopo, il 22, alla testa del 1279° Battaglione del Genio, Pash riuscì ad occupare, senza sparare un solo colpo, la cittadina di Hechingen e la rocca di Haigerloch, dove venne catturato von Weizsacker assieme ad altri scienziati.
Ancora mancavano Dibner e Heinsenberg che, con l’avvicinarsi del fronte di combattimento e dell’intensificarsi dei bombardamenti, si erano spostati all’interno della Germania. Anzi, in questa occasione, gli uomini della Missione Alsos dovettero incassare un piccolo smacco: su una scrivania, tra documenti e carte, faceva bella mostra di sé una fotografia, scattata negli Stati Uniti nel 1939, che ritraeva Goudsmit e Heisenberg stringersi la mano.
A fine aprile del 1945, l’Operazione Alsos poteva dirsi conclusa. Nei laboratori di fisica dell’Università di Monaco vennero rintracciati Diebner e il fisico Walter Gerlach, mentre a Tailfingen furono catturati il Fisico Premio Nobel Max von Laue e il precursore di tutte le ricerche tedesche, Otto Hahn.
Come ricorderà più tardi lo stesso Generale Groves:
«la maggior parte del materiale che cercavamo era stato assicurato. Pochissimi scienziati importanti, e in particolare Heisenberg, ci erano sfuggiti. A quel punto, il nostro compito principale era di impedire che informazioni e scienziati atomici cadessero nelle mani dei Russi».
Solo il 3 maggio 1945 Pash e Goudsmit riuscirono a rintracciare Heseinberg, che si era rifugiato a Urfeld, nell’Alta Baviera, assieme alla sua famiglia.