La lancetta dell’«Orologio dell’apocalisse» – il segnatempo simbolico che sul Bollettino degli Scienziati atomici statunitensi indica il pericolo di una ipotetica fine del mondo – segna solo 100 secondi alla mezzanotte.
Lo spettro di un conflitto mondiale e la minaccia dei cambiamenti climatici hanno fatto avanzare di 20 secondi le lancette dell’Orologio dell’Apocalisse (Doomsday Clock), lo strumento simbolico creato nel 1947 dal Bulletin of the Atomic Scientists per fare il punto sulle questioni che minacciano la sicurezza globale e lo sviluppo dell’umanità. Il che vuol dire, senza troppi giri di parole, che la nostra specie è più vicina all’estinzione.
Siamo ora a 100 secondi dalla mezzanotte, il livello più alto di allarme da quando l’«Orologio» fu creato, mai così vicini all’ora dell’annichilimento totale dai tempi della Guerra Fredda. L’orologio viene aggiornato ogni anno, e fino ad oggi l’anno più a rischio è stato il 1953. In questo caso l’orologio aveva segnato le 23:58, due minuti alla fine.
In questo caso fu lo sviluppo della bomba a idrogeno, prima da parte della Russia, poi degli Usa, ad aver spinto le lancette pericolosamente verso il disastro. L’anno più tranquillo invece è stato il 1991, con 17 minuti alla mezzanotte grazie allo scioglimento dell’URSS e la fine della Guerra Fredda.
Secondo gli scienziati del Bulletin, nel corso del 2019 «è stato normalizzato un mondo molto pericoloso». I grandi della Terra sono stati criticati per non aver guidato una battaglia alle armi nucleari, ai cambiamenti climatici. Altre questioni, quelle militari, preoccupano gli scienziati: la progressiva militarizzazione dello Spazio, le armi ipersoniche, le possibili derive dei sistemi di intelligenza artificiale e degli esperimenti con patogeni letali.
In un mondo segnato dalle conseguenze più estreme dei cambiamenti climatici, e nonostante alcuni governi abbiano preso atto di questa emergenza, i provvedimenti per contrastarla non sono affatto adeguati, ignorando anche il fatto che l’allarme sia stato lanciato da un comitato scientifico di cui fanno parte 13 Premi Nobel.
Siamo di fronte a una vera e propria emergenza, uno stato della situazione mondiale assolutamente inaccettabile che non permette alcun margine di errore né ulteriore ritardo. La crisi mondiale, aggravata dal cambiamento climatico, rende «realmente possibile una guerra nucleare, iniziata in base a un piano oppure per errore o semplice fraintendimento, che metterebbe fine alla nostra civiltà.
Nel 2019 la minaccia di un conflitto nucleare si è fatta largo grazie al fatto che, sono stati cancellati o minati diversi importanti trattati e negoziati, creando un ambiente favorevole a una rinnovata corsa agli armamenti nucleari, alla loro proliferazione e all’abbassamento della soglia nucleare.
La situazione già profondamente instabile è aggravata dalla disinformazione, con una continua alterazione della sfera dell’informazione, da cui dipendono la democrazia e il processo decisionale, condotta attraverso queste campagne per seminare sfiducia tra le nazioni e minare gli sforzi interni e internazionali per favorire la pace e proteggere il pianeta.