Gli squartatori di Chicago (Ripper Crew) erano una setta satanica, una sorta di movimento criminale organizzato, un gruppo di infami assassini, composto dal leader Robin Gecht e tre soci che lo assistevano nei suoi macabri piani: Edward Spreitzer e i fratelli Andrew e Thomas Kokoraleis. Sospettati della scomparsa tra le 18 e 20 donne in Illinois tra il 1981 e il 1982.
Prendevano di mira le prostitute, anche se non tutte le loro vittime corrispondono a questa descrizione, infatti hanno rapito chiunque, senza distinzione, purché fosse sola e vulnerabile. Alcuni dei rapimenti messi a segno dai carnefici sono avvenuti in strade affollate nel bel mezzo della giornata, dove la banda trascinava rapidamente le vittime in un furgone rosso. L’età della vittima scelta non aveva importanza, ma una fonte ha affermato che l’unico requisito richiesto dal capobanda Robin Gecht era quello che avesse seni grandi.
Le vicende criminali legate al gruppo Ripper Crew rimangono ancora avvolte da una spessa coltre di punti interrogativi. Robin Gecht e la sua banda entrano nella scena della cronaca nera in maniera repentina, uscendone praticamente nello stesso modo.
Un gruppo che ha seminato morte, lutti e dolore, mettendo in atto un piano criminale brutale; un sentimento e un conseguente atteggiamento d’odio e avversione nei confronti delle donne, sfociato in perversione, feticismo, satanismo e cannibalismo.
Il gruppo Ripper Crew entra negli annali del crimine
La prima vittima della banda è la ventottenne Linda Sutton, prostituta afro-americana rapita il 23 maggio 1981. Dieci giorni dopo, il suo corpo viene trovato a Villa Park, Illinois, alle spalle del Rip Van Winkle Motel, dopo che un cliente si era lamentato del cattivo odore.
Quello che inizialmente si pensava fosse un cervo morto era in realtà il cadavere in decomposizione della ragazza. La vista è orribile: Linda è stata ammanettata e pugnalata a morte. Oltre alle ferite mortali, la polizia scopre anche che le manca il seno sinistro. Gli investigatori cercarono invano di scoprire l’autore dell’omicidio, ma non riuscirono a trovare una possibile figura sospetta.
Un anno dopo la banda capitanata da Robin Gecht colpisce di nuovo il 15 maggio 1982, rapiscono Lorraine Borowski, 21 anni, mentre stava per aprire l’ufficio dell’agenzia immobiliare per cui lavorava. Della Borowski, nessuna traccia, svanita nel nulla. Le sue scarpe e il contenuto della sua borsa, furono lasciati sparsi sul luogo del rapimento, rinvenuti dai colleghi, che arrivati in seguito sul posto di lavoro, trovarono all’ingresso dell’ufficio ancora chiuso a chiave.
Dopo la scomparsa della ventunenne, il detective che aveva in mano l’indagine, fece interrogare sotto ipnosi tutte le persone avvistate nei pressi dell’ufficio quella mattina. Durante le sedute, un testimone disse di aver visto un furgone rosso nel parcheggio vicino al centro commerciale, tuttavia, la pista non portava da nessuna parte e il caso si arenò tra quelli irrisolti.
Il corpo di Lorraine Borowski fu scoperto cinque mesi dopo, nel cimitero di Clarendon Hills, nella Contea di DuPage. Le circostanze della morte non poterono essere determinate poiché il corpo era ormai in avanzato stato di decomposizione.
Il 29 maggio, è il turno della prostituta Shui Mak, viene prelevata nel parco di Hannover. Il suo corpo è trovato solo quattro mesi dopo. Due settimane dopo aver rapito la Mak, sequestrano un’altra prostituta Angel York con il loro furgone rosso, dopo averla ammanettata le tagliano il seno prima di buttarla fuori dal veicolo ancora viva. Tuttavia, la descrizione fatta dalla York dei suoi aggressori, non è utile per definire una pista che possa condurre ai responsabili del crimine.
La banda non colpisce per due mesi. Il 28 agosto 1982, il corpo della prostituta Sandra Delaware viene scoperto sulla riva del fiume Chicago. È stata pugnalata, strangolata e il suo seno sinistro amputato. La scia di sangue del gruppo non si ferma, e l’8 settembre, la 31enne Rose Davis viene trovata in un vicolo, con ferite quasi identiche a quelle della Delaware.
Un mese dopo, la banda commette l’ultimo crimine. La loro vittima questa volta è la prostituta Beverley Washington, trovata su un tratto della ferrovia il 6 dicembre. Oltre ad altre lesioni, il suo seno sinistro è stato amputato, quello destro è stato gravemente tagliato. Nonostante le ferite e le ingenti perdite di sangue, sopravvive all’attacco del gruppo, la Washington è stata in grado di fornire la descrizione dei suoi aggressori e del furgone usato per rapirla.
Gli uomini sono anche sospettati della scomparsa di Carole Pappas, 42 anni, moglie del lanciatore dei Chicago Cubs, Milt Pappas. Scomparsa tre giorni dopo la sparizione di Rose Davis, l’11 settembre 1982, il suo corpo è stato ritrovato cinque anni dopo; il caso però, si è chiuso come incidente.
La banda di assassini viene fermata
La banda agisce nell’area di Chicago, spostandosi a bordo di un furgone di colore rosso. Sceglie una vittima, che viene prima rapita e poi trasportata portata nella casa di Gecht.
Quando Gecht viene arrestato per la prima volta, viene rilasciato quasi immediatamente poiché la polizia non ha prove sufficienti che lo collegano ai crimini. Dopo ulteriori indagini, però, la polizia scopre che nel 1981 il sospettato ha affittato una stanza in un motel insieme a tre amici, ognuno con stanze adiacenti.
Il direttore dell’hotel durante le indagini, affermò che durante il soggiorno nella struttura, il gruppo aveva organizzato delle feste abbastanza rumorose e che sembravano essere coinvolti in una sorta di culto. La polizia dunque, rintracciò anche gli altri uomini, Edward Spreitzer e i fratelli Kokoraleis.
Dopo l’arresto, vengono svelati i particolari e i dettagli del modus operandi della banda. Non appena si trovarono sotto la custodia della polizia, i seguaci di Gecht, si rivoltano contro di lui, sostengono che egli aveva poteri soprannaturali e che era in grado di far fare loro tutto quello che voleva, compresi l’omicidio e la tortura. Così confessarono i crimini.
Thomas Kokoraleis confessò che con gli altri membri rapivano e trasportavano le donne nella soffitta della casa di Gecht, in quella che il leader del gruppo chiamava la Cappella Satanica, luogo in cui avvenivano i raccapriccianti e brutali riti, fatti di violenza e torture sulle donne a cui poi veniva amputato il seno con una sorta di garrota di filo metallico.
Secondo i rapporti della polizia, la stanza era illuminata solo da candele e conteneva un altare drappeggiato di stoffa rossa e e pareti della soffitta erano dipinte con sei croci rosse e nere.
Kokoraleis continuò dicendo che poi avrebbero mangiato parti dei seni tagliati come una specie di sacramento religioso, e che Gecht si sarebbe anche masturbato con i seni prima di chiuderli in una scatola. Kokoraleis sosteneva di aver visto una volta nella scatola 15 seni, ma il macabro contenitore di seni amputati non è stato mai ritrovato. Svolsero lo stesso rituale sette volte, sbarazzandosi ogni volta del corpo mutilato, ogni volta facendola franca.
Tutto, fino a quando commisero il grave errore con la settima vittima, Beverley Washington. Mentre Gecht e il suo gruppo erano intenti a sbarazzarsi del suo corpo, pensarono che fosse morta, o che lo sarebbe stata molto presto. Purtroppo per loro, la Washington sopravvisse, e fu grazie alla sua descrizione dei crimini e di Gecht, che portò gli inquirenti sulle loro tracce.
Dieci giorni dopo il ritrovamento del corpo della Borowski, la polizia individuò il furgone che corrispondeva alla descrizione fornita dalla Washington. Quando la polizia fermò il furgone, alla guida c’era Edward Spreitzer, visibilmente nervoso. Quando viene premuto, Spreitzer informa la polizia che non è il proprietario del furgone, ma che lo è il suo capo, Robin Gecht.
I fratelli Kokoraleis e Spreitzer confessarono i loro crimini, ma Gecht ha sempre proclamato la sua innocenza. Dopo una serie di processi, Thomas Kokoraleis fu condannato solo all’ergastolo come ricompensa per la sua confessione iniziale. Doveva essere rilasciato il 30 settembre 2017, ma la sua libertà condizionata fu negata dai funzionari dell’Illinois. Kokoraleis è stato rilasciato in libertà vigilata la mattina del 29 marzo 2019.
Sorprendentemente, nonostante le confessioni di Spreitzer e dei fratelli Kokoraleis e la testimonianza della Washington, la polizia non è stata in grado di accusare Gecht per omicidio, è stato condannato a 120 anni che sta scontando nel Menard Correctional Center per il tentato omicidio e stupro di Beverly Washington, inoltre il capobanda e la mente del Ripper Crew, avrà diritto alla libertà sulla parola nel 2042, quando avrà l’eta di 89 anni, il capobanda ancora oggi, si proclama estraneo ai fatti.
Andrew Kokoraleis è stato condannato a morte ed è stato giustiziato con iniezione letale il 17 marzo 1999.
Edward Spreitzer è stato condannato a morte, ma la sentenza è stata fermata all’ultimo minuto da parte del governatore George H. Ryan, che nel 2003 aveva bloccato e commutato tutte le condanne a morte nell’Illinois in ergastolo.
Per il resto, Andrew Kokoraleis è stata l’unica esecuzione del governatore Ryan, poco più di due mesi dopo l’inizio della sua amministrazione. Kokoraleis è stato anche l’ultimo detenuto nel braccio della morte giustiziato in Illinois, quasi 12 anni prima del 9 marzo 2011, quando il governatore Pat Quinn firmò la legge per abolire la pena di morte e commutasse le 15 condanne a morte da eseguire in ergastolo, senza la possibilità di usufruire della libertà condizionata.
I fratelli Kokoraleis erano cresciuti in un ambiente greco-ortodosso. Infatti, la Chiesa ortodossa cercò inutilmente di impedire che Andrew Kokoraleis fosse giustiziato. Demetrios Kantzavelos, all’epoca cancelliere (poi vescovo) della comunità greco-ortodossa di Chicago, divenne un attivista contro la pena di morte e aiutò a fare pressione a favore dell’abolizione della pena capitale nello stato dell’Illinois.
Thomas Kokoraleis, cinquantottenne, è stato rilasciato a marzo 2019 dopo aver scontato la metà della sua pena di 70 anni. Dal 30 giugno 2019, Kokoraleis vive ad Aurora in Illinois.
Sebbene abbiano commesso crimini atroci, la banda non ha avuto la capacità lasciare il segno nell’opinione pubblica. Gecht era felicemente sposato con tre figli. Anche i suoi seguaci avevano una vita tranquilla e un lavoro stabile proprio come il suo.
Anche se, col senno di poi, potrebbe esserci stato un campanello d’allarme nella vita di Gecht, il suo lavoro, aveva lavorato come subappaltatore edile fuori Chicago – e il suo capo era John Wayne Gacy.
Sì, proprio quel John Wayne Gacy, il cosiddetto Killer Clown, il serial killer statunitense protagonista dell’uccisione di 33 persone confermate. Gacy è una persona insospettabile: tra le tante attività di persona comune, è a capo di una impresa edile. Una coincidenza che ha del surreale.