Dal 1965, quando Alexei Leonov entrava nella storia diventando il primo uomo a compiere un’attività extra-veicolare (Eva), di astronauti che hanno fatto due passi nello Spazio ce ne sono sono stati diversi.
E sebbene ogni impresa sia degna di nota, negli annali dell’esplorazione spaziale si ricordano soprattutto i primati. Tra loro spicca il nome della cosmonauta sovietica Svetlana Savitskaya, che il 25 luglio 1984 diventava la prima donna ad effettuare la prima attività extra-veicolare nello spazio.
Savitskaya, classe 1948, aveva le idee chiare sin da adolescente su quello che avrebbe fatto nella vita, sebbene all’inizio le sue aspirazioni fossero lontane dall’esplorazione spaziale.
Iniziò, all’età di 16 anni, a lanciarsi col paracadute di nascosto alla famiglia. Quando il padre la scoprì, incoraggiò la sua passione al punto che, all’età di 17 anni, aveva all’attivo già ben 450 lanci. A 18 anni stabilì due volte il record di altitudine di lancio stratosferico lanciandosi prima da 13.800 metri e poi da 14.250, un record per il tempo. Nello stesso periodo entrò alla Moscow Aviation Institute cominciò a prendere istruzioni per diventare pilota.
Negli anni Settanta era ormai esperta di voli, e si distinse per l’Unione Sovietica nei campionati di acrobazie aeree. Nel periodo tra il 1975 ed il 1978 effettuò con una Mikojan-Guerevich MiG-25 E-133 (caccia intercettore) diversi voli record, tanto che la stampa britannica l’avrebbe soprannominata Miss Sensation per le sue straordinarie abilità. Il 22 giugno del 1975 raggiunse con 2.683 km/h un nuovo ed assoluto primato di velocità.
D’altronde era figlia del comandante dell’aviazione sovietica Evgenij Savickij, pilota militare pluridecorato durante la Seconda Guerra mondiale. Nel 1980 venne selezionata per il ruolo di cosmonauta. Con due missioni nello spazio raggiunse poco meno di 20 giorni di volo nello spazio.
Durante la sua missione del programma Sojuz, la Sojuz T-7, divenne la seconda donna in assoluto a volare nello spazio, dopo lo storico volo di Valentina Vladimirovna Tereškova.
Erano passati ben 19 anni dalla missione Vostok 6 prima che la seconda donna raggiungesse lo spazio. Savitskaya divenne indimenticabile grazie alla sua seconda missione, la Sojuz T-12. Durante questa, per la precisione il 25 luglio 1984, la Savitskaya passò oltre tre ore fuori l’abitacolo, impegnata in lavori di saldatura sullo scafo esterno della stazione spaziale Salyut 7.
Tornata a terra avrebbe dovuto prendere parte a una missione tutta al femminile verso la stazione spaziale, ma questa venne cancellata. Savitskaya avrebbe quindi ricoperto ruoli meno movimentati, lavorando come dirigente in un’agenzia aerospaziale e dedicandosi alla politica. Attualmente è membro della Duma di Stato, eletta nelle liste del Partito Comunista della Federazione Russa.