Gli scienziati dell’Università di Bordeaux e dell’Università di Ginevra hanno presentato una nuova prospettiva per lo studio degli esopianeti che orbitano attorno alle nane rosse.
È noto che la maggior parte di questi pianeti, così come quelli in orbita attorno ad altre stelle, non presentano le condizioni necessarie per la nascita e lo sviluppo della vita. Tuttavia, un nuovo studio fa luce sulla possibilità di vita su alcuni di questi esopianeti, come ha riportato la rivista Nature.
La teoria convenzionale sostiene che i pianeti vicini alle nane rosse siano troppo caldi per sostenere la vita. La spiegazione risiede nel fatto che nei primi anni di esistenza di queste stelle, il loro calore era molto elevato emettendo una grande intensità di calore.
L’acqua rilasciata dalle rocce evaporava nell’atmosfera disperdendosi nello spazio. Di conseguenza, alcuni esopianeti sono stati privati dell’acqua liquida necessaria ad ospitare la vita. Tuttavia, gli scienziati offrono un nuovo punto di vista. Nel loro studio, sostengono che alcuni esopianeti potrebbero aver conservato l’acqua all’interno della loro crosta.
È possibile che le riserve d’acqua interne possano essere state espulse a causa dell’attività vulcanica ed essere entrate nell’atmosfera del pianeta. In seguito, con il raffreddamento del pianeta, l’acqua si sarebbe condensata e avrebbe formato degli oceani.
Una considerazione importante è che i modelli precedenti non tenevano conto delle radiazioni termiche che si disperdono nello spazio e producono un effetto di raffreddamento del pianeta. Includendo questo fattore nel modello di evoluzione degli esopianeti, è possibile prevedere un periodo più breve durante il quale il pianeta si mantiene ancora abbastanza caldo, il che aumenta la probabilità che l’acqua liquida continui a persistere sulla sua superficie.
Gli scienziati sperano che questo studio possa aiutare ad individuare i potenziali siti dell’origine della vita nell’universo.