Ettore Majorana è stato un fisico che ha lavorato alle ricerche sull’atomo con Enrico Fermi. La sua scomparsa, avvenuta il 26 marzo 1938, resta uno dei più grandi enigmi italiani.
Nato a Catania nel 1906, Majorana era di gran lunga l’elemento più geniale nel gruppo dei cosiddetti ragazzi di via Panisperna, la squadra di fisici teorici guidata da Enrico Fermi che, nel 1938, vinse il Nobel per la Fisica. I giovani studiosi si riunivano in via Panisperna, dove si trovava il Regio istituto di fisica dell’Università di Roma.
Majorana studiò i fenomeni nucleari e la meccanica quantistica relativistica, con rilevanza per la teoria dei neutrini. Fu tra i pionieri della comprensione delle reazioni nucleari, essenziali per la costruzione della bomba atomica.
Nel 1937, Majorana si trasferì a Napoli per insegnare Fisica teorica, dopo aver declinato le offerte di Cambridge e Yale. Le sue scoperte sono ancora oggi fonte di ammirazione e di progresso per la scienza, soprattutto nel settore delle telecomunicazioni e dell’informatica. Era una persona riservata, timida, tormentata, forse costretta a celare una omosessualità che allora era socialmente inammissibile.
Ettore Majorana sparì misteriosamente in una notte di primavera mentre era a bordo di un traghetto che andava da Palermo a Napoli. Prima di partire, aveva mandato alla sua famiglia e al suo amico e collega Antonio Carrelli alcune lettere che lasciavano intendere un gesto estremo: «Non vestitevi di nero», diceva ai suoi cari, «se volete portate pure, ma per non più di tre giorni, qualche segno di lutto. Dopo ricordatemi, se potete, nei vostri cuori e perdonatemi». Poi aggiunse: «Il mare mi ha respinto e tornerò domani». Ma non fece più ritorno. Era il 26 marzo 1938.
Majorana non era un uomo qualsiasi: era, in quel momento, il più più brillante scienziato italiano del suo tempo, nonostante avesse appena 31 anni. Dopo la sua misteriosa sparizione, alcuni affermarono di averlo incontrato a Napoli, ma in realtà nessuno seppe più nulla di lui da quella fatidica notte di marzo. Mussolini mise in palio una grossa somma di denaro (30mila lire, equivalenti a 27mila euro attuali) per chiunque avesse informazioni sul suo destino.
Oltre al suicidio, quali altre spiegazioni si potevano dare? Custode di segreti sulla bomba atomica che interessavano ai nazisti, era forse andato in Germania per collaborare con il Terzo Reich? O era stato forse catturato dagli uomini di Hitler? Nel corso degli anni si è ipotizzato un complotto internazionale con diverse versioni: vittima di assassinio politico ordito dai servizi segreti di qualche nazione straniera, o magari fuggito in Argentina dopo la guerra insieme ai gerarchi nazisti.

Alcuni intellettuali, tra cui il noto scrittore Leonardo Sciascia, ipotizzarono invece che la causa della sparizione dello studioso fosse il conflitto morale dell’individuo che si era reso conto di quanto fosse pericolosa l’energia nucleare.
Sciascia scrisse nel 1975 La scomparsa di Majorana, un’indagine su un mistero irrisolto: lo scienziato, preoccupato dalle conseguenze che i suoi studi sulla fisica nucleare, si sarebbe dileguato per non farne uso in guerra (che scoppiò nel 1939), fingendo di suicidarsi e poi ritirandosi in un convento, come un protagonista di Pirandello o di Hitchcock. La sua storia ha dato origine a molti romanzi e film.
La scomparsa di Majorana ha sempre suscitato interesse e speculazioni, e si sono moltiplicati i presunti avvistamenti nei decenni successivi. Negli anni ’70, si diffuse la voce che fosse stato avvistato in Sicilia, mentre vagava per le vie di Mazara del Vallo (Trapani). Questa ipotesi fu smentita dal giudice Paolo Borsellino, nel 1988, dopo un’accurata indagine. Tuttavia, il mistero persiste e negli ultimi anni il caso si è arricchito di nuovi e sorprendenti elementi, ma anche di alcuni colpi di scena.
Nel 2008, durante la trasmissione televisiva Chi l’ha visto?, un italiano emigrato in Venezuela negli Anni ’50 sostenne di aver conosciuto un uomo che, a suo dire, era Majorana. Disse che l’uomo, gli aveva confidato di essere scappato dall’Italia per sfuggire alle pressioni politiche e scientifiche, e che si era dedicato allo studio della filosofia e della religione. Per provare la sua affermazione, mostrò anche una foto che lo ritraeva insieme a Majorana, ma i Carabinieri del RIS non riuscirono a confermare l’autenticità dell’immagine né l’identità dell’uomo.
L’ipotesi fu sostenuta poi anche dal libro d’inchiesta La seconda vita di Ettore Majorana, uscito nel 2016, il quale ha rivelato nuovi dettagli sulla misteriosa scomparsa del fisico italiano. Gli autori, i giornalisti Giuseppe Borello, Lorenzo Giroffi e Andrea Sceresini, hanno raccolto documenti e testimonianze che suggeriscono che Majorana si nascose in Sud America con un’altra identità (signor Bini) e che continuò a dedicarsi alla fisica. Il libro sostiene anche che Majorana ebbe una relazione sentimentale con una donna.

Lo stesso anno fu pubblicato un saggio scritto da un discendente di Majorana, Stefano Roncoroni, basato su documenti privati della famiglia. Nel testo Il mistero irrisolto della scomparsa di Ettore Majorana, l’autore sostiene che il fisico scomparve volontariamente a causa di conflitti familiari legati alla sua omosessualità. Roncoroni ipotizza anche che Majorana morì in Italia poco dopo aver lasciato Napoli.
Nonostante l’enorme quantità di opere, ricerche, filmati, discussioni e programmi televisivi che sono stati realizzati in questi decenni, il mistero rimane irrisolto. Già Pier Paolo Pasolini aveva affermato che questa è «una vicenda che non si potrà mai chiarire».