Nel XVII secolo nacquero in Francia e non solo, artisti dalle attitudini insolite che impressionavano il pubblico ingoiando e rigurgitando notevoli quantità d’acqua. Il più famoso tra loro era Hadji Ali.
Degni di nota nella metà del 1600, furono gli artisti francesi Jean Royer e Blaise Manfre che ingoiavano acqua e rigurgitavano vino. Manfre, in particolare, era famoso per bere grosse quantità d’acqua, e rigurgitare vino. Houdini affermò che tale trasformazione avvenisse grazie ad un colorante estratto da un particolare legno brasiliano.
Furono diversi gli emuli nei secoli a venire, il più famoso dei quali fu senza dubbio Hadji Ali conosciuto al mondo come Il Grande Rigurgitatore, nato in Egitto nel 1872, negli anni ’20, in America, divenne celebre per la sua abilità di inghiottire diversi oggetti e liquidi, e di rigurgitarli in un ordine preciso (scelto dal pubblico, o da lui stesso).
Rispetto a tutti i suoi predecessori, Hadji Ali aveva dalla sua una tecnica davvero unica: poteva ingollare quantità incredibili di acqua, e risputarle con una precisione millimetrica. Sapeva bere l’equivalente di tre acquari da pesce e rigurgitarli in una piccola fontanella ad arco per colpire un bicchierino posto a una notevole distanza.
Ali riusciva perfino a complicare questo numero intervallando l’emissione di acqua con la rigurgitazione di diversi oggetti precedentemente inghiottiti, secondo l’ordine prescelto, dimostrando così un’incredibile abilità a dividere il suo stomaco in compartimenti.
In effetti, nell’arte del rigurgitatore non esistono trucchi: si tratta semplicemente di abilità e allenamento nel controllare i muscoli della gola e dello stomaco, e di vomitare a comando. Ma Ali era unico: nel suo gran finale, ingurgitava diversi litri d’acqua seguiti da altrettanti di cherosene.
Sputando cherosene dava fuoco ad un castello di metallo per poi spegnerlo successivamente col getto d’acqua. Era particolarmente attento anche alla durata del getto rigurgitato, che poteva arrivare fino ad un minuto dopo aver ingerito tra i 60 e i 100 bicchieri d’acqua.
Tra i molti numeri di Ali sensazionale fu anche la performance dei fazzoletti: ne inghiottiva fino a sei, di sei colori diversi, rigurgitandoli nell’ordine dei colori richiesto dal pubblico.
Fin da piccolo scoprì di essere in grado di ingoiare e rigurgitare grandi quantità di liquido quando nuotando nel Nilo bevve inavvertitamente l’acqua del fiume. Sviluppò tale capacità in strada fino a quando al Cairo un italiano lo scritturò per un music hall. Il successo lo portò presto a lavorare in Europa.
Anche se non ebbe mai la fama dei maghi del suo tempo, Ali ebbe un discreto successo nel circuito del vaudeville americano e si esibì per capi di stato tra cui Zar Nicola II di Russia nel Winter Palace di San Pietroburgo.

Judy Garland lo nominò il suo artista preferito di vaudeville e David Blaine lo identifica oggi come il suo mago preferito. Si dice che negli Stati Uniti, dove fu anche naturalizzato cittadino americano, riuscisse a guadagnare fino a 1.000 dollari a settimana, cifra che per l’epoca era particolarmente elevata.
Ali fu conosciuto negli anni come:
- Il Grande Egiziano dei Miracoli
- La nona meraviglia del mondo scientifico
- L’incredibile Regurgitatore
- L’enigma egiziano
- L’Acquario umano
- Il Vulcano umano
Testimonianze su pellicola dei suoi numeri furono registrate in Strange as It Seems (1930), in Politiquerias (1931) -versione spagnola di un film di Stanlio e Ollio – e Hardy’s Chickens Come Home. Di lui parlano inoltre due documentari moderni, Gizmo! 1977 e Vaudeville 1999.
Hadji Ali morì di insufficienza cardiaca il 5 novembre 1937 a Staffordshire, durante il suo tour inglese, mentre ancora godeva di grande popolarità. Dopo la sua morte si vociferò che il Rockefeller Institute vece un offerta di 50.000 dollari dell’epoca per ottenere il suo stomaco post mortem.
Da allora la tradizione dei rigurgitatori fu portata avanti da Stevie Starr. Degni di nota furono anche Harry Morton, l’idrante umano che negli anni venti beveva fino a trecento piccoli bicchieri di birra rigurgitandoli prima che l’alcol lo ubriacasse, e The Great Waldo che, oltre ad inghiottire e rigurgitare oggetti comuni, iniziò ad ingoiare rane e ratti risputandoli in vita, un attitudine che non gli rese facile la vita sentimentale e che alla lunga lo portò al suicidio.
Houdini, illusionista spesso spavaldo e molto incline alla critica non fu mai fan di tali performer. Nel suo libro Miracle Mongers and Their Methods descriveva tali numeri come «disgustosi per un pubblico moderno».