Nel 1882, alla fioca luce delle lampade a gas, le sette Sorelle Sutherland si esibirono per la prima volta nel Sideshow del Barnum & Bailey Circus. Avvolte in eleganti abiti bianchi, offrirono al pubblico uno spettacolo di canti armonizzati, supportati dalle melodie di un pianoforte, e accompagnarono l’esecuzione con delicati passi di danza, incantando la folla radunata sotto il grande tendone.
Per quanto armoniose e pure fossero le loro voci, nessuno avrebbe potuto prevedere l’inaspettato gran finale che le sette sorelle avevano sapientemente orchestrato. Al termine dell’ultima esibizione, si voltarono simultaneamente, mostrando le spalle al pubblico, e lasciarono cadere le loro chiome fluenti. Queste scendevano dapprima fino alle spalle, poi oltre le ginocchia, raggiungendo i piedi e proseguendo ancora oltre, fino ad arrivare alla fossa dell’orchestra.
Le chiome straordinarie delle sette sorelle, sommate tra loro, raggiungevano una lunghezza complessiva vicina ai 12 metri, con la più lunga che oltrepassava da sola i due metri e mezzo. Per un istante, il silenzio incredulo pervase la platea, subito infranto da un fragoroso scroscio di applausi che celebrava l’incredibile spettacolo appena conclusosi.
Le sorelle Sutherland erano figlie di Fletcher Sutherland, un vagabondo originario del Vermont, e di sua moglie Mary. Avevano i nomi di Sarah (nata nel 1851), Victoria (1853), Isabella (1855), Grace (1859), Naomi (1861), Dora (1863) e Mary (1865).

Grazie alla madre, grande amante della musica, impararono l’arte del canto e della melodia. Mary morì nel 1867, orgogliosa non solo di aver trasmesso loro le basi del bel canto, ma anche di quei lunghi, folti e nerissimi capelli che caratterizzavano le sue figlie. Per favorirne la crescita, preparava ogni giorno un unguento speciale che applicava meticolosamente sui loro capelli. Tuttavia, l’unico inconveniente di questo rimedio casalingo era il suo odore davvero pungente.
L’odore era talmente intenso che le sorelle Sutherland cercavano in ogni modo di evitare la scuola, temendo le prese in giro dei compagni. Eppure qualsiasi rimedio tentasse la loro madre sembrava funzionare alla perfezione. La figlia, con i capelli più corti, avevano la lunghezza di un metro, mentre quelli di Victoria arrivavano quasi a due.
Le ragazze restarono sotto la custodia del padre, crescendo in una povertà straziante, emarginate dagli abitanti di Cambria, una piccola città dello stato di New York dove vivevano. Disperato nel tentativo di trovare una via d’uscita dalla miseria, il padre ebbe l’idea di sfruttare la straordinaria lunghezza delle loro chiome, facendo esibire le figlie in chiesa. Ben presto si rese conto che i fedeli erano molto più affascinati dalle peculiarità del loro cuoio capelluto che dalle loro abilità canore.
Sutherland comprese di avere tra le mani un’opportunità promettente e organizzò un tour musicale che, nel 1880, portò le sue figlie fino ai prestigiosi palcoscenici di Broadway. Durante le loro passeggiate per le strade di New York, le sorelle venivano spesso fermate dai numerosi fan che le riconoscevano grazie alle loro lunghe e inconfondibili chiome.
Nonostante il suo stile di vita nomade, Sutherland ebbe un’altra brillante intuizione nel 1882: proporre le figlie al celebre circo Barnum & Bailey. Lo spettacolo prevedeva che le ragazze si esibissero cantando con abiti bianchi e i capelli ordinatamente raccolti. Sebbene l’esibizione in sé non fosse particolarmente sorprendente, il momento clou arrivava alla fine del numero, quando le sorelle scioglievano i capelli, lasciandoli dapprima ricadere sulle spalle, poi giù fino a toccare il terreno. L’offerta del circo segnò una svolta nelle loro vite, aprendo loro nuove prospettive e opportunità.
Lo spettacolo delle Sutherland Sisters riceveva grande apprezzamento, ma il momento più significativo della loro carriera doveva ancora manifestarsi. Nel 1885, Naomi sposò Henry Bailey, il quale era nipote di uno dei comproprietari del circo. Come tipico degli impresari dell’epoca, Henry colse immediatamente l’eccezionale potenziale economico che le sorelle possedevano. Sebbene la loro abilità musicale e canora fosse di buon livello, egli intuì che il pubblico fosse composto in larga parte da uomini preoccupati per la calvizie piuttosto che da grandi appassionati di musica classica.
Assumendo il ruolo di manager delle Sutherland Sisters, Bailey ideò una strategia commerciale innovativa: al termine di ogni esibizione, iniziò a promuovere una lozione per capelli. Secondo quanto dichiarava, la formula segreta di tale prodotto miracoloso era stata ideata dalla madre defunta delle sorelle. A sostegno della straordinarietà del prodotto, presentava come prova le fluenti e lunghe chiome delle sette artiste, considerate una dimostrazione concreta dell’efficacia della lozione proposta.

La lozione per capelli The Seven Sutherland Sisters’ Hair Grower, brevettata nel 1890, veniva venduta a 50 centesimi a bottiglia ed era composta per il 56% da acqua di amamelide, per il 44% da acqua di colonia Bay Rum, con l’aggiunta di un pizzico di sale, magnesio e acido cloridrico. Fin da subito ottenne un successo straordinario, al punto che la linea di prodotti per capelli delle sorelle Sutherland si ampliò includendo shampoo per il cuoio capelluto, preparati antiforfora e tinture. Tutti questi prodotti erano promossi attraverso faticosi tour pubblicitari che, con grande inventiva, venivano descritti come The Niagara of Curls (il Niagara di ricci).
Nel giro di quattro anni, le bottiglie miracolose raggiunsero la cifra strabiliante di due milioni e mezzo vendute, generando un fatturato che superava i tre milioni di dollari. Le sorelle Sutherland, ormai incredibilmente ricche, videro la loro vita cambiare radicalmente.
Quando tornarono nella loro cittadina natale, decisero di costruire una magnifica villa in stile vittoriano proprio sul terreno dove un tempo sorgeva la squallida baracca paterna. La nuova dimora, dotata di ben sette camere da letto, era lussuosa in ogni dettaglio: tutte le stanze avevano acqua corrente e bagni in marmo decorati con grande sfarzo. Questo esclusivo comfort era garantito da un enorme serbatoio posizionato sul tetto dell’edificio, riempito quotidianamente dagli operai locali.
I tempi difficili in cui le sorelle venivano emarginate come fossero una malattia contagiosa erano ormai un ricordo lontano. Ora tutti cercavano di avvicinarsi a loro, attratti sia dal loro successo che dalla fortuna accumulata. Le Sutherland, però, iniziarono a prendersi la loro rivincita: mantennero fieramente le distanze e adottarono comportamenti stravaganti e sopra le righe. Persino i loro cagnolini vivevano nel lusso, con guardaroba diversificati per la stagione estiva e quella invernale. E quando uno dei cuccioli veniva a mancare, le sorelle organizzavano sontuosi funerali, accompagnati da necrologi pubblicati sul giornale locale.
I cavalli della loro carrozza sfoggiavano ferrature dorate, simbolo di un lusso ostentato. Durante le cene di gala, gli spettacoli pirotecnici erano una presenza immancabile, rafforzando l’atmosfera di opulenza e spensieratezza. Tuttavia, questa fase sfarzosa non era destinata a perdurare; una sequenza di disgrazie e tragedie si profilava all’orizzonte per le sorelle Sutherland.
La prima a morire fu Naomi, che lasciò il marito Henry e i loro tre figli. Le sorelle meditarono sull’idea di erigere un mausoleo dal valore di 30mila dollari, ma il progetto venne accantonato. Alla fine, dopo alcune settimane trascorse nella villa, il corpo di Naomi fu sepolto nel lotto familiare, privo persino di una lapide. La leggenda narra che questa decisione avesse indignato lo spirito della defunta che, prima di trovare pace tra i beati, si vendicò scagliando una maledizione sulle sue sorelle.

Tra i numerosi aspiranti alla ricchezza dei Sutherland, vi era anche Fredrick Castlemaine, un giovane di 27 anni descritto come un dongiovanni dal fascino apparentemente irresistibile. Si credeva che avesse una relazione con Dora, ma Fredrick sorprese tutti sposando Isabella, che aveva 40 anni.
Castlemaine non tardò a farsi notare: sembra che il suo passatempo preferito fosse sedersi sul portico della villa per sparare alle ruote dei carri di passaggio. Successivamente, pagava generose somme di denaro, prelevate dalle fortune delle sorelle, ai contadini furiosi per placare la loro legittima indignazione. Tossicodipendente da oppio e morfina, Fredrick pose fine alla sua vita nel 1897, durante una delle tante tournée promozionali delle sorelle, in cui le stava accompagnando.
Isabella fece ritorno a casa portando con sé il corpo del marito e, in seguito, lo collocò nella stanza della musica. In tale ambiente, il cadavere fu sistemato all’interno di una bara con coperchio di vetro, consentendo alle sorelle di visitarlo quotidianamente. In occasione di queste visite, esse si dedicavano a rappresentazioni improvvisate, eseguendo insieme le canzoni che erano particolarmente care a Fredrick.
Con il trascorrere di alcune settimane, tuttavia, il dipartimento della sanità intervenne per ragioni igieniche e impose la sepoltura del corpo. Fredrick fu quindi inumato in un ampio mausoleo di granito, il cui costo ammontò a diecimila dollari. Nonostante la sepoltura, ogni notte Isabella si dirigeva verso il cimitero con una lanterna, percorrendo circa tre miglia per intrattenere una comunicazione simbolica con l’amato marito defunto.
Dopo due anni di lutto, Isabella si ritrovò nuovamente vittima di un opportunista. Questa volta si trattava di Alonzo Swain, un uomo più giovane di lei di ben 16 anni. Swain riuscì a seminare discordia tra Isabella e le sue sorelle, convincendola infine a lasciare la casa di famiglia, vendere la sua quota nell’azienda di famiglia e investire tutto in una nuova lozione ideata per competere con la celebre The Seven Sutherlands. Tuttavia, l’impresa commerciale si rivelò un fallimento clamoroso. Alonzo scomparve nel nulla e Isabella finì i suoi giorni nella miseria.
A quanto pare, però, la triste esperienza di Isabella non fu d’insegnamento. Victoria, ormai vicina ai cinquant’anni, decise di sposare un giovane di soli 19 anni. Di fronte a quella scelta, le sue sorelle, profondamente indignate, ruppero ogni rapporto con lei, riconciliandosi solo quando Victoria era sul letto di morte.
Che si sia trattato di un risultato del brusco passaggio dalla miseria più nera al lusso della ricchezza o che fosse imputabile a una predisposizione ereditaria, la follia iniziò progressivamente ad affliggere le sorelle Sutherland con sempre maggiore insistenza. In particolare, Mary Sutherland fu costretta persino a subire lunghi periodi di segregazione nella sua stanza, a causa di episodi di violenti attacchi psicotici.
Parallelamente, il successo commerciale della celebre lozione per capelli delle sorelle andava ormai declinando. Con l’affermarsi della moda delle acconciature corte negli anni Venti, l’interesse del pubblico per le pozioni Sutherland si spense improvvisamente. Nel 1926, le tre sorelle ancora in vita — Mary, Grace e Dora — decisero di recarsi a Hollywood per collaborare alla produzione di un film ispirato alla loro vicenda. Tuttavia, durante la loro permanenza, Dora perse tragicamente la vita in un incidente automobilistico, evento che portò infine alla cancellazione del progetto cinematografico.
In seguito a queste vicissitudini, Mary e Grace, ormai impoverite, conclusero i propri giorni in condizioni di estrema indigenza, simili a quelle da cui erano partite nell’infanzia. La grande villa di famiglia fu venduta e le due sorelle morirono nell’oblio. Pochi anni dopo la sepoltura dell’ultima delle Sutherland, la residenza subì un devastante incendio e non restarono che macerie fumanti.
Tuttavia, la memoria dell’insolita e drammatica parabola delle sorelle non si è spenta del tutto. Oggi, una bottiglia originale del tonico per capelli “The Seven Sutherlands” può raggiungere una quotazione di circa 250 dollari nelle aste online, a testimonianza del perdurare dell’interesse attorno alla loro enigmatica storia.