L’Alchimia è una scienza tradizionale le cui origini risalgono all’antico Egitto, ma forse proviene da sconosciute civiltà ancora più antiche. Alla base della teoria alchemica c’è il principio che la manipolazione della materia causa una trasformazione dello spirito dell’operatore e lo mette in contatto con la realtà superiore.
L’alchimia è un antico sistema filosofico esoterico che si espresse attraverso il linguaggio di svariate discipline come la chimica, la fisica, l’astrologia, la metallurgia e la medicina lasciando numerose tracce nella storia dell’arte. Il pensiero alchemico è altresì considerato da molti il precursore della chimica moderna prima della nascita del metodo scientifico.
La trasmutazione dei metalli di base in oro (ad esempio con la pietra filosofale o grande elisir o quintessenza o pietra dei filosofi o tintura rossa) simboleggia un tentativo di arrivare alla perfezione e superare gli ultimi confini dell’esistenza.
Gli alchimisti credevano che l’intero universo stesse tendendo verso uno stato di perfezione, e l’oro, per la sua intrinseca natura di incorruttibilità, era considerato la sostanza che più si avvicinava alla perfezione. Era anche logico pensare che riuscendo a svelare il segreto dell’immutabilità dell’oro si sarebbe ottenuta la chiave per vincere le malattie ed il decadimento organico; da ciò l’intrecciarsi di tematiche chimiche, spirituali ed astrologiche che furono caratteristiche dell’alchimia medievale.
Dunque, la trasformazione dei metalli vili in oro attraverso la pietra filosofale sarebbe solo una conseguenza secondaria della “Grande Opera”: per l’alchimista la materia ha una realtà spirituale. I due principi fondamentali sono lo Zolfo (simbolo del maschile) ed il Mercurio (simbolo del femminile).
Si noti che nella Grande Opera si partiva sempre dal Mercurio, ma gli alchimisti non erano a conoscenza della Chimica moderna: il Mercurio ha numero atomico 80 e l’Oro 79, cioè ora noi sappiamo che basterebbe togliere un protone dall’atomo di Mercurio per trasformarlo in Oro. Si dice che la Grande Opera porti anche all’immortalità dell’operatore.
Solve et Coagula: L’opera alchemica veniva compiuta in gran segreto nel forno alchemico, chiamato Atanor. Per lunghi anni la materia di partenza subiva nell’Atanor i processi di putrefazione, calcinazione, distillazione e sublimazione passando dallo stato di Nigredo o opera al nero, in cui la materia si dissolve, putrefacendosi; a quello di Albedo o opera al bianco, durante la quale la sostanza si purifica, sublimandosi; a quello di Rubedo o opera al rosso, che rappresenta lo stadio in cui si ricompone, fissandosi..
Il risultato finale della “Grande Opera” era la Pietra Filosofale. Mescolando due parti di Pietra Filosofale e quattro parti di Fermento si otteneva la “Polvere di Proiezione”. Il Fermento era costituito da Zolfo e Mercurio filosofici. La Polvere di Proiezione, gettata in un crogiolo dove si trovava un metallo vile fuso (preferibilmente piombo), lo trasformava in oro.
Oltre alla proprietà di trasformare i metalli vili in oro, la Polvere di Proiezione forniva un elisir di lunga vita in grado di dare l’immortalità all’operatore ed una panacea universale in grado di guarire tutte le malattie. Ma la proprietà fondamentale della Polvere di Proiezione era di dare all’Operatore l’onniscienza e di metterlo in contatto con la realtà superiore.
Dall’Alchimia egizia sono derivate l’Alchimia greco-alessandrina, cinese, indiana, islamica e le grandi società segrete alchemiche dell’Europa Medioevale. Anche i Templari ed i Rosa-Croce conservavano in segreto le conoscenze di questa Arte. Sulle facciate di molte cattedrali dell’Europa medioevale sono evidenti i simboli alchemici e su alcune di esse si può leggere tutto lo sviluppo della “Grande Opera”.
Grandi alchimisti italiani furono Paracelso, Cagliostro ed il principe Raimondo di Sangro che edificò la famosa Cappella di San Severo a Napoli, ricca di simboli alchemici e liberamente visitabile. Famosa è anche la Porta Alchemica, sita in Roma in piazza Vittorio.
Pare che tutte le grandi cattedrali gotiche siano state costruite per trasmettere ai posteri la Grande Opera Alchemica. Questo concetto è ben esposto dalle due opere di Fulcanelli “Il Mistero delle Cattedrali” del 1926 e “Le Dimore Filosofali” del 1931. Fulcanelli forse, fu l’ultimo grande alchimista, personaggio misterioso, di cui non ne è mai stata svelata la vera identità. Sono state fatte moltissime ipotesi sulla sua vera identità. Tra le tante ipotesi è stato fatto il nome del fisco Jules Violle e del chimico Pierre Curie (lo scopritore dell’elemento Radio). Quel che è certo è che, dopo la pubblicazione dei due libri, Fulcanelli è scomparso nel nulla.
Di tutte le Vie Tradizionali per giungere alla conoscenza, L’Alchimia è quella più “Occidentale”, in quanto è parte integrante della Filosofia Ermetica. L’iniziatore della Tradizione Ermetica fu Ermete Trismegisto (tre volte grande) mitica figura dell’antico Egitto, spesso identificata con il Dio Thot che i Greci assimilarono ad Ermes (Mercurio).
La sua opera fondamentale fu il Corpus Hermeticum tramandata nei secoli e poi giunta nell’Europa Medioevale attraverso Bisanzio. Alla Tradizione Ermetica avrebbero attinto la Scuola Pitagorica e successivamente Platone. Ad Ermete Trismegisto è attribuita la Tavola di Smeraldo, un testo sapienziale che secondo la leggenda sarebbe stato ritrovato in Egitto, prima dell’era cristiana. Il testo era inciso su una lastra di smeraldo ed è stato tradotto dall’arabo al latino nel 1250. Esso rappresenta il documento più celebre degli scritti ermetici.
La tradizione vuole che Ermete incise le parole della Tavola su una lastra verde di smeraldo con la punta di un diamante. La tavola fu ritrovata nella tomba di Ermete da Alessandro il Grande o secondo alcuni da Sara, moglie di Abramo.