L’uso dell’oppio era molto diffuso in Inghilterra nel XVIII secolo. Molti medici di fama, come William Cullen e John Brown, lo prescrivevano come rimedio per varie malattie. L’oppio era considerato un medicinale efficace e sicuro.
Le prescrizioni mediche basate sull’oppio erano prive di fondamento scientifico, e si basavano solo sull’esperienza pratica. Per esempio, Cullen riteneva l’oppio un calmante, mentre Brown un eccitante. L’oppio divenne una sostanza molto usata in Inghilterra con la Rivoluzione industriale, e poi si diffuse in tutta Europa e nelle colonie europee sparse per il mondo.
La storia di questa droga, cambiò quando perse la sua peculiarità. Non era più un caso unico, ma un fenomeno diffuso e insignificante, privo del suo antico prestigio.
La situazione storica portò a diversi modi di consumare droghe, simili a quelli che si osservano oggi con l’alcol. C’erano consumatori occasionali e sporadici, persone dipendenti da sostanze che però erano tollerate socialmente e potevano mantenere una vita normale, e infine gruppi molto ristretti di tossicodipendenti totalmente assoggettati alla droga, tuttavia, non costituivano una minaccia sociale grave, perché erano di scarsa consistenza numerica.
Un legame tra l’inizio dell’abuso di oppio e dei suoi derivati e lo sviluppo della Rivoluzione industriale si può individuare analizzando le trasformazioni economiche e sociali che caratterizzarono quel periodo storico: la consolidazione del sistema capitalista europeo e la subordinazione delle colonie e delle risorse produttive alle esigenze del capitale europeo; la modernizzazione della medicina e l’integrazione della farmacia nel mercato capitalistico.
Il capitalismo e l’industrializzazione hanno creato una situazione di sfruttamento e miseria per milioni di operai europei, tra cui donne e bambini. Questi operai dovevano sopportare lunghe giornate di lavoro in fabbriche insalubri, con stipendi irrisori, e senza una nutrizione adeguata. Le loro case erano sporche, anguste, e prive di servizi igienici, e dovevano convivere con altre persone in uno spazio ristretto.
La mancanza di cure mediche costringeva gli operai a ricorrere all’oppio per alleviare le sofferenze causate dalle malattie che contraevano, senza rendersi conto che, nel tempo, quelle sostanze avrebbero peggiorato la loro salute. L’oppio non serviva solo come antidolorifico, ma anche, e soprattutto, come l’alcol, per fuggire dalla realtà.
Con questo prodotto i lavoratori tentavano di sfuggire alla realtà crudele in cui vivevano, cercando di procurarsi, anche se in modo artificiale, un benessere fisico e psicologico. Soprattutto in Inghilterra l’oppio era facilmente reperibile nelle farmacie dei miseri quartieri industriali, venduto a prezzi da cinque a dieci volte inferiori alla birra e all’alcool.
Grazie alle vaste coltivazioni di oppio in India, gli inglesi potevano vendere questa sostanza a prezzi molto vantaggiosi. L’oppio, essendo un potente psicoattivo, attirò molti consumatori e causò una grave dipendenza sociale. Il problema dell’oppiomania superò quello dell’alcolismo per la sua gravità.
L’industria farmaceutica e il boom della produzione di medicinali favorirono anche una rapida crescita e sviluppo dei prodotti a base di oppio, ampliandone la diffusione con la propaganda e il perfezionamento del sistema di vendita.
Sciroppi, cordiali, polveri: questi erano i rimedi più richiesti per alleviare i mali del corpo e dell’anima. Con nomi dolci e rassicuranti (lo sciroppo della signora Winslow, l’elisir di McMunn, il cordiale di Godfrey, lo Cherry di Ayer e altri ancora) e con confezioni colorate e attraenti, questi prodotti a base d’oppio promettevano sollievo e benessere. Si potevano trovare sui giornali e sulle riviste, si potevano ordinare per posta o acquistare direttamente dai medici, oppure si potevano comprare nelle farmacie, dove erano tra i più venduti.
L’oppio e i suoi derivati esercitavano un fascino irresistibile su molte fasce sociali, dal proletariato alle élite. Negli Stati Uniti, l’oppio era considerato un piacere raffinato e sofisticato, soprattutto dalle signore della buona società.
L’uso dell’oppio tra le masse operaie nel periodo della Rivoluzione industriale evidenzia come il consumo delle droghe sia determinato dalla loro accessibilità e non da una reale esigenza. L’Inghilterra, in virtù della sua supremazia nel commercio internazionale e dell’assenza di etica dei suoi intermediari, sommergeva il suo suolo di oppio e di altri prodotti psicotropi.
L’Inghilterra aveva un enorme interesse economico nell’oppio, che coltivava in India e vendeva alla Cina. Quando la Cina proibì l’oppio, l’Inghilterra reagì con la forza militare, scatenando tre conflitti noti come le Guerre dell’Oppio. Il suo obiettivo era di riaprire il mercato cinese all’oppio indiano e garantire i profitti della East India Company.
L’oppio era una sostanza molto accessibile e conveniente, sia per la sua ampia diffusione che per il suo basso costo. Questo favorì il fenomeno della dipendenza e, di conseguenza, rafforzò l’immagine positiva e legale dell’oppio nella società.