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Serial killer: Ted Bundy il killer delle studentesse

Ted Bundy adescava le sue vittime nelle vicinanze di college o residenze universitarie, con la tecnica del braccio ingessato.

Mysteria di Mysteria
17 Novembre 2023
in Serial Killer e Criminali
Tempo di lettura: 14 min
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Home Serial Killer e Criminali
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Ted Bundy è ricordato come un uomo affascinante, tratto che sfruttava per conquistare la fiducia delle sue vittime. Era solito attirare la loro attenzione fingendo di essere disabile o in difficoltà, oppure impersonando una figura autoritaria, per poi aggredirle e stuprarle in luoghi appartati.

Bundy talvolta ritornava sulla scena del crimine per avere rapporti sessuali con i cadaveri in decomposizione, almeno finché la putrefazione non era tale da rendere questi atti impraticabili.

Bundy nasce a Burlington, Vermont, il 24 novembre 1946 da Eleanor Louise Cowell; l’identità del padre non fu mai determinata con certezza. Il suo certificato di nascita attribuì la paternità a un venditore e veterano dell’Air Force di nome Lloyd Marshall, sebbene la madre avesse poi sostenuto che il padre fosse un marinaio di nome Jack Worthington.

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Ted Bundy
Ted Bundy

Gli investigatori non riuscirono a trovare nessuno che rispondesse a questo nome negli archivi della marina. Inoltre alcuni familiari sospettavano che potesse essere stato il padre stesso di Louise, Samuel Cowell, ad aver violentato la figlia, ma non è stato possibile raccogliere alcuna prova di questa tesi.

Eleanor intendeva dare il bambino in adozione, per evitare la stigmatizzazione sociale che si ripercuote sui figli illegittimi. Subito dopo averlo abbandonato, però, si pentì della decisione e tornò indietro per riprenderlo con sé. Scelse di far credere a tutti che Theodore fosse figlio dei suoi genitori, dai quali tornò a vivere a Philadelphia.

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Per i primi tre anni di vita Bundy visse a Philadelphia con i nonni materni, Samuel ed Eleanor Cowell, che lo crebbero come figlio proprio. Alla famiglia, agli amici e al piccolo Ted Bundy fu sempre detto che i nonni fossero i suoi genitori biologici, mentre la madre fosse sua sorella maggiore. Per tutta la vita Bundy espresse risentimento verso la madre per avergli mentito così a lungo, lasciandogli scoprire la verità da solo.

Durante le interviste Bundy parlava sempre dei suoi nonni con affetto, dicendo che si identificava con il nonno e che provava rispetto e attaccamento nei suoi confronti, tuttavia dalle dichiarazioni dei membri della famiglia fatte ai procuratori legali emerse un ritratto negativo di Samuel Cowell: un tiranno bigotto razzista antisemita e anticattolico che si mostrava violento nei confronti della moglie, del cane di famiglia, dei gatti del quartiere e con un grande interesse per la pornografia.

La sua adolescenza trascorse tranquillamente, tra la scuola e il suo impegno come membro dei Boy Scouts locali,  era un ragazzino timido, vestito sempre elegante e che spesso veniva preso di mira dai bulli della scuola e dagli altri compagni. In alcuni episodi i professori descrissero inquietante ed estremamente violento il suo comportamento.

Ted mostrava comportamenti inquietanti: fu accusato di spiare donne dalle finestre e di rubare vestiario nei negozi. Una volta scaraventò Julia, la sorella minore di Louise, giù dalle scale, e sempre Julia raccontò che un giorno si svegliò circondata da coltelli da cucina, mentre Ted, di soli tre anni, se ne stava in piedi vicino al letto guardandola con un sorriso; inoltre spesso si rivolgeva ad alta voce a invisibili presenze.

Nel 1950 Louise cambiò il suo cognome da Cowell a Nelson ed eliminò il suo primo nome, Eleanor; incitata da diversi familiari, lasciò Philadelphia con Ted per andare a vivere a Tacoma nello Stato di Washington. Nel 1951 Louise conobbe Johnny Culpepper Bundy, un cuoco che lavorava in un ospedale. Lo stesso anno si sposarono e Johnny Bundy adottò ufficialmente Ted.

Successivamente Johnny e Louise concepirono altri quattro figli e, sebbene Johnny tentasse di far sentire Ted accolto nelle attività di famiglia, rimase distante nei confronti del padre adottivo. Più tardi si lamentò con la sua ragazza dell’epoca di come Johnny non fosse il suo vero padre e di come non fosse molto brillante e neanche tanto ricco finanziariamente.

Ted Bundy
Ted Bundy

Indice del contenuto

  1. L’adolescenza di Ted Bundy
  2. Ted Bundy inizia la carriera del Serial Killer
  3. I primi passi falsi di Ted Bundy
  4. Ted Bundy: il primo incontro con la polizia
  5. Le fughe di Ted e nuovi omicidi
  6. Ted Bundy ormai è fuori controllo
  7. Ted Bundy: il nuovo processo e la condanna a morte
  8. La condanna a morte
  9. Modus operandi

L’adolescenza di Ted Bundy

L’adolescenza cambiò Ted, divenne un bullo egli stesso, commettendo vari furti e partecipando a varie risse. Successivamente fu attratto dallo studio, dalla politica e dallo sci, isolandosi dalla comunità. Bundy rimase disoccupato poiché non si impegnava nei suoi saltuari lavori.

Nel 1965 prese il diploma e ottenne una borsa di studio per l’Università di Puget Sound (Tacoma, Washington), dove una leggenda locale narra che Bundy sotterrò la sua prima vittima sotto la Fontana Thompson. Dopo due semestri alla Puget Sound, Ted si trasferì all’Università di Washington.

Qui nel 1967 conobbe una ragazza di buona famiglia, Stephanie Brooks, con cui provò a legarsi, la ragazza rappresentò per lui non solo il primo amore, ma soprattutto la prima esperienza in campo sessuale. Ma dopo essersi laureata, Stephanie troncò ogni rapporto, causandogli uno shock dal quale Ted non si riprese.

Stephanie sentiva che Ted, oltre a non appartenere alla sua stessa classe sociale e ad aver mentito più volte per conquistarla, non aveva obiettivi e lei non intendeva impegnarsi con un uomo come lui.

Ted Bundy
Ted Bundy

Ted ne uscì distrutto, e cominciò a spostarsi senza una meta precisa. Finì così di nuovo nella sua città natale, Burlington, all’inizio del 1969. In quello stesso periodo scoprì le sue origini e questo aggravò molto la situazione già precaria: quella che riteneva sua sorella in realtà era sua madre e ciò gli un trauma, secondo molti la molla finale che lo spinse ad uccidere.

Ann Rule, sua biografa e scrittrice specializzata in crimini nonché sua conoscente personale, è dell’opinione che Bundy abbia trovato il suo certificato di nascita originale nel 1969 in Vermont. Il periodo di depressione cominciò a placarsi, quando decise di iscriversi nuovamente all’università, in cui seguì corsi di psicologia e legge.

Deciso a riavere al suo fianco Stephanie e a mostrarsi alla sua altezza, ricominciò a studiare all’Università di Washington, seguendo corsi di psicologia. Da studente medio si trasformò in uno studente eccellente. Poco tempo dopo prese la tessera del Partito Repubblicano – diventandone una giovane promessa – iniziò a essere coinvolto nella politica locale, lavorando alle campagne elettorali del repubblicano nero Art Fletcher, candidato per la carica di vicegovernatore.

Nel tempo libero, Ted cominciò a operare come volontario al centro telefonico della Seattle Crisis Clinic, un’organizzazione no-profit che, attraverso i propri telefonisti, cercava di dare assistenza ai bisognosi e anche alle vittime di stupri. È in questo periodo che Ted incontra Ann Rule, la donna che segnò la sua vita, diventandone amica e confidente, totalmente all’oscuro della sua doppia vita; tale esperienza venne descritta dalla Rule nel libro Un estraneo al mio fianco.

Il periodo di depressione cominciò a placarsi nel 1969, quando decise di iscriversi nuovamente all’università, in cui seguì corsi di psicologia e legge. Poco tempo dopo prese la tessera del Partito Repubblicano – diventandone una giovane promessa – e cominciò una relazione con la giovane Elizabeth Kloepfer, una donna divorziata che lavorava come segretaria. (Nota: nella letteratura Elizabeth Kloepfer viene spesso indicata come Meg Anders o Elizabeth Kendall).

Ted Bundy e Elizabeth Kloepfer
Ted Bundy e Elizabeth Kloepfer

I due cominciarono a frequentarsi ed Elizabeth si innamorò di lui: Bundy la trattava con gentilezza e ricopriva il ruolo di figura paterna per la bambina nata dal matrimonio della donna. Ma, nonostante la loro relazione, Ted non intendeva rinunciare a Stephanie, con la quale si teneva in contatto tramite lettere e telefonate.

I due anni seguenti, Bundy continuò a lavorare alle campagne politiche del Partito Repubblicano dello Stato di Washington, collaborò alla stesura di un opuscolo per le donne riguardo la prevenzione dello stupro e iniziò a fare domanda a numerose scuole di legge per diventare avvocato.

Proprio in quel periodo, fu indicato come eroe dalla polizia di Seattle per aver salvato la vita a una bambina di tre anni che rischiava di annegare in un lago.

Nell’estate del 1973, Bundy si laureò all’Università di Washington, e fu presto accettato alla scuola di legge dell’università dello Utah. Tuttavia, forse per la relazione con Meg o per il suo impegno con il Partito Repubblicano, Ted decise di non frequentare la scuola fino all’anno seguente.

Durante uno dei viaggi per il partito, Bundy rivide Stephanie e forte della sua nuova immagine di uomo di successo, iniziò a frequentarla segretamente per alcuni mesi e fece in modo che lei si innamorasse del nuovo Ted Bundy. Nessuna delle due donne sapeva dell’esistenza dell’altra, ma soprattutto entrambe erano inconsapevoli della trasformazione che questi aveva subito.

Tra la fine del 1973 e l’inizio del 1974 Ted smise improvvisamente di cercare Stephanie e diventò insensibile nei suoi confronti. Nel febbraio 1974, quando la ragazza lo chiamò per avere delle spiegazioni sul perché l’avesse lasciata, Ted si mostrò impassibile e mise giù il telefono. Stephanie non lo vide né lo sentì più.

Freddo e calcolatore, Bundy aveva fatto in modo che la ragazza si innamorasse di lui per poterla scaricare nello stesso modo in cui lei l’aveva scaricato in precedenza.

Ted Bundy
Ted Bundy

Ted Bundy inizia la carriera del Serial Killer

Nel 1974, l’affascinante e seducente promessa del partito repubblicano inizia la sua carriera di Serial Killer.

Il primo tentato omicidio avviene a Seattle il 4 gennaio: la vittima è Joni Lenz, 18 anni. Il 5 gennaio le compagne con cui la giovane divideva l’appartamento entrarono nella sua stanza insospettite dal fatto che la ragazza non si era fatta sentire per più di 24 ore.

La trovarono nella camera da letto in una pozza di sangue e con profondi segni di violenza, ridotta in coma, era stata malmenata e violentata nel suo letto con una delle aste dell’intelaiatura dello stesso, spezzata e usata per colpirla al volto e alla testa per poi essere introdotta profondamente nella sua vagina. La giovane riuscirà a salvarsi riportando gravi lesioni, ma sarà solo una delle poche ragazze che si salveranno dalla furia violenta di Ted Bundy.

Un mese dopo scompare Lynda Ann Healy, rapita dalla sua casa a Seattle. Furono trovate macchie di sangue sul letto, mentre le lenzuola e il cuscino erano scomparsi. Inizialmente la polizia non indagò per omicidio, così nella stanza non vennero prelevate impronte e una macchia sul letto – probabilmente liquido seminale – non venne mai analizzata. La porta che portava direttamente all’esterno fu trovata aperta. Forse fu proprio Lynda che aprì spontaneamente la porta a Bundy.

Nei mesi seguenti, tra la primavera e l’estate del ’74, almeno altre cinque ragazze scomparvero in circostanze misteriose in un triangolo che comprendeva tre stati: Utah, Oregon e Washington. Tuttavia gli investigatori in un primo momento non pensarono che le sparizioni fossero collegate tra loro.

Il 17 giugno 1974 viene ritrovato in un parco il corpo di Brenda Carol Ball e due mesi dopo vennero trovati i resti di due ragazze scomparse il 14 luglio dal lago Sammamish, Janice Ott e Denise Naslund.

Ciocche di capelli di vario colore, quattro ossa del femore, due teschi e un osso della mascella furono identificati solo grazie all’encomiabile lavoro della polizia e del medico legale. Janice Ott era stata vista viva per l’ultima volta da una coppia che faceva un picnic sulla riva del lago.

Avevano visto la ragazza con un giovane uomo attraente e li avevano sentiti parlare. Lui si era presentato come Ted e portava un’ingessatura al braccio: le aveva chiesto un aiuto per caricare la sua piccola barca sul tetto del suo maggiolino Volkswagen in quanto si era rotto un braccio giocando a tennis.

Ted Bundy
Ted Bundy

Spunta fuori un testimone, una ragazza di nome Janice Graham, che letta la storia su un giornale locale, raccontò alla polizia di come fosse stata adescata da un giovane ragazzo di nome Ted, che andava in giro con un braccio ingessato e che le aveva chiesto aiuto per caricare una barca a vela sul tetto della sua auto. Arrivata all’auto la ragazza era stata invitata a salire a bordo del veicolo perché la barca non si trovava lì, ma in un luogo più appartato, ma Janice rifiutò l’offerta, e senza saperlo evitò una morte orribile.

Grazie a Janice Graham e agli altri testimoni che avevano visto l’uomo nel parco, fu possibile tracciare un primo identikit. Gli investigatori dei tre stati in cui erano avvenute le sparizioni cominciarono a collaborare tra loro. Così, l’identikit di Ted appare su tutti i giornali e diverse altre persone fanno il nome di Bundy (tra queste vi sono anche Ann Rule e Elizabeth Kloepfer), ma prima che la polizia si possa muovere Bundy lascia Seattle e si trasferisce nello Utah.

Il 18 ottobre 1974 scompare la diciassettenne Melissa Smith, ritrovata il 27 vicino a Salt Lake City. La ragazza era nuda ed era stata picchiata, stuprata, sodomizzata, e strangolata con le sue stesse calze. Sporcizia e rametti erano stati infilati nella sua vagina e sembrava che l’assassino l’avesse truccata prima di sbarazzarsi del corpo.

Il 31 ottobre scompare Laurie Aime, fu vista per l’ultima volta il giorno di Halloween a Lehi, Utah. La scomparsa della diciassettenne non fu denunciata per quattro giorni e il suo corpo fu ritrovato il giorno del Ringraziamento da un escursionista nell’American Folk Canyon. Anche Laurie era nuda, violentata, sodomizzata e picchiata. Era morta per strangolamento e forse i suoi capelli erano stati lavati prima che il suo corpo venisse abbandonato.

Ted Bundy
Ted Bundy

I primi passi falsi di Ted Bundy

L’8 novembre Bundy compie il primo passo falso, tentando di rapire la diciottenne Carol De Ronch in un centro commerciale a Murray (Utah) spacciandosi per un poliziotto e riuscendo a farla salire sulla sua Volkswagen Maggiolino; la informò che l’auto della ragazza aveva subito un tentativo di furto.

Carol salì sull’auto di Bundy convinta che sarebbe stata portata ad una stazione di polizia per fare una regolare denuncia. Ma Ted fermò brutalmente la macchina, tirò fuori una pistola e le ammanettò un polso. Dopo una violenta colluttazione, la ragazza riuscì a fuggire prima che Bundy potesse bloccarle anche l’altro polso. Nella fuga si imbatté in un motociclista di passaggio che la portò alla polizia.

Carol riuscì a dare una descrizione dell’uomo e della sua auto. Fu notata una somiglianza con un altro omicidio avvenuto nello stato di Washington, ma sulle manette non furono trovate impronte e una macchia di sangue sul collo di Carol non fu sufficiente per poter fare dei test.

Poche ore dopo scompare a sole diciassette miglia di distanza Debbie Kent, che non viene più ritrovata. Era uscita in anticipo dalla lezione di teatro per andare a prendere a scuola il fratellino, ma la sua auto non lasciò mai il parcheggio.

Alcune persone riferirono di aver sentito delle urla. L’insegnante di recitazione di nome Raelynn Shepard, testimoniò che uno strano uomo l’aveva avvicinata cercando di farle credere che era successo qualcosa alla sua auto nel parcheggio della scuola, si trattava dello stesso trucco che Bundy aveva usato per adescare Carol De Ronch.

Un altro testimone raccontò di aver visto un maggiolino Volkswagen allontanarsi velocemente dal parcheggio della scuola. Inoltre, sul terreno fu trovata una chiave che apriva le manette che Carol De Ronch aveva ai polsi.

Bundy si sposta in Colorado, dove scompaiono almeno quattro donne tra gennaio e aprile 1975. Una di esse fu ritrovata morta a poche miglia da dove era sparita, violentata e percossa.

Ted Bundy
Ted Bundy

Nello stato di Washington l’investigatore Bob Keppel decise di passare al setaccio uno dei principali luoghi di scarico di rifiuti dello Stato: l’area di Taylor Mountains. Ancora prima che fosse terminata la perquisizione, gli investigatori avevano già trovato i teschi di quattro delle ragazze scomparse. Uno di essi era stato trasportato fin lì dall’Oregon. Non furono rinvenuti altri resti. Le Taylor Mountains divennero ufficialmente il luogo di sepoltura delle vittime dell’assassino.

La task force di Washington stilò una lista di venticinque sospettati e focalizzò le indagini su di essi. Bundy non faceva parte di questa rosa, ma la buona sorte arrivò ad aiutare gli investigatori il 16 agosto del 1975.

Ted Bundy: il primo incontro con la polizia

Quel giorno, l’ufficiale della stradale dello Stato dello Utah Bob Hayward notò un maggiolino Volkswagen di colore chiaro nei dintorni di Granger (un sobborgo di Salt Lake City). Conoscendo tutti i veicoli e le persone che abitavano nella zona, Haywood decise di fermare l’automobile sospetta, ma l’auto cercò di dileguarsi ad alta velocità saltando anche un paio di semafori rossi prima di accostare.

Hayward chiese i documenti e il guidatore si presentò come Ted Bundy. L’agente si insospettì quando notò che il sedile del passeggero era stato rimosso e appoggiato su quello posteriore dell’auto. Bundy viene messo in stato di fermo per non essersi fermato e per aver tentato la fuga.

La sua auto fu perquisita all’interno furono trovati: una maschera da sci, una seconda maschera creata con dei collant, un piede di porco, manette, sacchi della spazzatura, una bobina di corda, una piccozza e altri oggetti inizialmente considerati strumenti da scasso. Bundy spiegò che il passamontagna era per sciare, che aveva trovato le manette in un cassonetto, e il resto erano oggetti di uso comune.

Appena dopo il suo arresto, gli investigatori di Salt Lake iniziano a collegare Bundy all’aggressione di Carol De Ronch. Lo accusarono di possesso di attrezzi da scasso e il 21 agosto perquisiscono il suo appartamento, senza però trovare nulla di incriminante. Una foto di Bundy viene mostrata a Carol De Ronch, senza però che lei potesse identificarlo come il suo assalitore: al momento dell’aggressione Ted era travestito.

Ted Bundy
Ted Bundy

Tuttavia Bundy viene arrestato e dopo esser stato riconosciuto da Raelynn Shepard, viene messo sotto stretta sorveglianza in attesa di una prova definitiva che lo possa inchiodare. Alcuni capelli trovati nella sua auto furono identificati come appartenenti ad alcune delle ragazze scomparse.

Anche Elizabeth Kloepfer, che per sei anni aveva frequentato Ted, raccontò agli investigatori particolari interessanti sulle abitudini notturne di Bundy, le sue rozze pratiche sessuali e sul fatto che l’aveva visto in possesso di grucce, stucco e baffi finti.

L’opposizione generale della gente comune alle accuse divenne evidente quando Ted Bundy fu portato davanti alla corte dello Utah. Era uno studente di legge che aveva lavorato per il partito repubblicano e appariva un ragazzo così pulito e a modo che la maggior parte delle persone pensò che si trattasse di un errore.

Ma il processo venne aperto comunque e sulla base di un quadro indiziario viene condannato per l’aggressione a Carol De Ronch: non aveva alibi, la vittima fu in grado di identificarlo e la sua auto era identica a quella usata al momento dell’aggressione.

Nel frattempo, i testimoni del lago Shammanish di Washington lo identificarono come il Ted che si aggirava nel parco per chiedere aiuto a giovani donne. Ted fu rinchiuso in carcere in attesa della sentenza definitiva, che poteva oscillare da uno a quindici anni. Nel frattempo, l’FBI trovò le prove necessarie per processarlo per un altro omicidio in Colorado e Ted fu estradato per il processo.

Le fughe di Ted e nuovi omicidi

Licenziati i suoi avvocati, Bundy decise di difendersi da solo. Inoltre gli venne garantito l’accesso alla biblioteca del carcere e, durante una delle sue ore di permesso, Bundy riesce a scappare saltando da una finestra proprio mentre l’FBI sta per incolparlo dei delitti in Colorado.

Ted viene ripreso sei giorni più tardi, ma riesce a evadere di nuovo il 30 dicembre 1977 e a raggiungere la Florida. Il 14 gennaio 1978 entra nella sede del gruppo studentesco Chi-Omega, uccidendo due ragazze mentre dormivano, Lisa Levy e Margaret Bowman di 20 e 21 anni, mordendo ripetutamente i loro corpi. Una compagna che rientrava nella casa della confraternita trovò le due ragazze morte: erano state picchiate e strangolate, e a una di loro era stata infilata una bomboletta nella vagina e nell’ano.

Lisa Levy e Margaret Bowman
Lisa Levy e Margaret Bowman

Ne ferisce altre due, Kathy Kleiner DeShields e Karen Chandler, che se la caveranno con qualche frattura al capo e con qualche dente rotto. La stessa notte Bundy picchiò a sangue Cheryl Thomas, che sopravvisse nonostante il suo cranio fosse fratturato in cinque punti.

Ted Bundy ormai è fuori controllo

Ted cominciò a diventare avventato. Cercò di aggredire una ragazzina a Jacksonville, che fu però difesa dal fratello. Il 9 febbraio 1978 i genitori della dodicenne Kimberly Leach di Lake City ne denunciarono la scomparsa: il suo corpo fu trovato in pessimo stato otto settimane dopo in un parco.

Quando scomparve, si stava spostando da un edificio della scuola a un altro. Fu vista da un testimone mentre veniva accompagnata da un bell’uomo verso un furgone bianco. Il suo corpo fu trovato otto settimane dopo in un parco il 12 aprile a 30 miglia di distanza. La causa della morte non poté essere stabilita a causa della decomposizione avanzata poiché il cadavere ormai era parzialmente mummificato.

Dopo l’omicidio Leach, Bundy tornò al suo appartamento a Tallahassee e abbandonò il furgone bianco in un quartiere malfamato, dove non venne mai ritrovato. Rubò un altro veicolo, ma venne fermato dalla polizia per un controllo. Riuscì a fuggire mentre l’agente di polizia controllava i documenti.

Tornò nel suo appartamento, lo ripulì dalle tracce e si spostò con un’altra auto rubata a Pensacola in Florida. La targa della macchina venne riconosciuta da un altro ufficiale e a Bundy fu intimato di uscire dal veicolo. Cercò di farsi sparare ma dopo una breve colluttazione fu arrestato di nuovo.

Inizialmente Bundy diede un nome falso alla polizia di Pensacola, ma la sua vera identità venne fuori in poco tempo. L’FBI lo aveva aggiunto alla lista dei dieci criminali più ricercati d’America.

Ted Bundy: il nuovo processo e la condanna a morte

Tra il 1979 e il 1980 in Florida si tenne il processo – seguito con attenzione dai mass-media di tutto il mondo – che finirà con la condanna a morte di Bundy: ad incastrarlo definitivamente saranno i segni dei morsi lasciati sui corpi delle due ragazze uccise al Chi-Omega e la testimonianza di una studentessa che lo vide uscire dopo gli omicidi.

Ted Bundy
Ted Bundy

La corte ritenne l’imputato colpevole di 3 omicidi, ma Bundy successivamente affermò di averne compiuti 26, inoltre riuscì ad usare bene le sue capacità persuasive per rimandare per tre volte la pena capitale.

La condanna a morte

Ted Bundy fu condannato a morte. Alla fine della lettura della sentenza di condanna, il giudice Edward Cowart si rivolse a Ted Bundy con le seguenti parole:

«Si prenda cura di se stesso, figliolo. Glielo dico sul serio, si prenda cura di se stesso. È una tragedia per questa corte vedere una tale totale assenza di umanità come quella che ho visto in questo tribunale. Lei è un uomo giovane e brillante, avrebbe potuto essere un buon avvocato. Avrei voluto vederla in azione, ma lei si è presentato dalla parte sbagliata. Si prenda cura di lei. Non ho nessun malanimo contro di lei. Voglio solo che lo sappia. Si prenda cura di se stesso».

Destinato alla sedia elettrica, fu giustiziato la mattina del 24 gennaio 1989. Fuori dal carcere, si radunò una folla che, con striscioni e urla, inneggiò all’esecuzione. Il corpo fu cremato e le ceneri disperse sulle Taylor Mountains.

Il corpo di Ted Bundy dopo l'esecuzione
Il corpo di Ted Bundy dopo l’esecuzione

Modus operandi

La maggior parte delle sue vittime venne adescata nelle vicinanze di college o residenze universitarie, con la tecnica del braccio ingessato, chiedendo aiuto alla vittima per trasportare oggetti vari in macchina.

Una volta salita a bordo dell’auto – un Volkswagen Maggiolino – la malcapitata ragazza si accorgeva, troppo tardi, che lo sportello dal lato del passeggero mancava della maniglia e della manovella per abbassare il finestrino; rimanendo dunque intrappolata all’interno dell’auto.

Portata in un luogo isolato, veniva picchiata e uccisa tramite strangolamento o armi da contatto; il cadavere veniva talvolta stuprato, anche dopo che erano passati diversi giorni (e quindi era decomposto). Almeno 4 vittime furono decapitate dopo la morte.

In altri casi avvicinava la vittima spacciandosi per un poliziotto. Quasi tutte le vittime erano studentesse universitarie, minute e dai lunghi capelli scuri con la scriminatura centrale. Alcuni (ma la teoria non è universalmente accettata) hanno sostenuto che Bundy cercasse ragazze simili alla sua ex fidanzata, in una sorta di punizione simbolica per la donna che l’aveva respinto.

Sorgente: Tratto da: Wikipedia, La tela nera
Tags: Ann RuleAssassiniAssassini SerialiCriminaliSerial KillerTed Bundy
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