Una serie di avvistamenti di una bolla di luce nei cieli della Siberia, nella notte di giovedì 26 ottobre 2017, ha sollevato voci di oggetti volanti non identificati e timori di un’incursione aliena.
Lo spettacolo celeste, una sfera luminosa dai contorni ben definiti che si attenuava mano a mano che la luce si diffondeva, è stato osservato da diverse persone nella regione di Jamalo-Nenec, e catturato da alcuni fotografi che si trovavano nell’Artico per ammirare le aurore boreali.
L’impressione iniziale è stata di un generale timore, perché neanche i più rari fenomeni atmosferici sembravano coincidere con quanto osservato. Come spesso accade, però, la spiegazione è squisitamente terrestre: le luci sono state causate da una serie di test missilistici condotti nell’area nello stesso momento.

Secondo il Ministero della Difesa russo, si è trattato del lancio di un missile balistico intercontinentale Topol dal cosmodromo di Pleseck verso la Kamchatka, e di tre esercitazioni di lancio di missili balistici da due sottomarini nucleari. Almeno una delle quattro esplosioni – la prima – è risultata ben visibile grazie all’orario del lancio.
L’impressione iniziale è stata di un generale timore, perché neanche i più rari fenomeni atmosferici sembravano coincidere con quanto osservato. Come spesso accade, però, la spiegazione è squisitamente terrestre: le luci sono state causate da una serie di test missilistici condotti nell’area nello stesso momento.
Come spiegato da Jonathan McDowell, scienziato dell’Harvard-Smithsonian Centre for Astrophysics, al National Geographic, in questi casi «il combustibile del razzo si espande in una grande bolla del diametro di decine e fino a centinaia di km, e se la luce solare la illumina nel modo giusto (perché il Sole si trova sotto l’orizzonte dell’osservatore, ma il razzo è abbastanza in alto da vederlo ancora), questa bolla risulta visibile».
In altre parole, se il test fosse stato condotto un paio di ore più tardi, i raggi del Sole non avrebbero illuminato il pennacchio di combustibile allo stesso modo, e in pochi se ne sarebbero accorti.
«Nello Spazio, in assenza di una quantità d’aria sufficiente a mischiare le cose, questi fenomeni avvengono in modo molto più simmetrico e matematico di quanto siamo abituati a vedere sulla Terra». Poiché di norma osserviamo il gas che si espande e si propaga in atmosfera (pensate a quello di un falò) «il nostro intuito vacilla, quando lo vediamo muoversi nello Spazio, dove non c’è aria sufficiente a contenerlo».